Nord e Sud - anno I - n. 1 - dicembre 1954

scuola di Stato e specialmente di quelle obbligatorie; all'amor proprio che ispirerà i sindaci e le giunte comunali affinchè i propri amministrati abbiano le scuole necessarie; allo zelo dei funzionari sul cui tavolo andranno a finire le pratiche; all'oculatezza con cui, iniziata la costruzione, saranno seguiti i lavori, in maniera da evitare spreco di materiale o storni di fondi a favore di altre scu.ole '"f utta una catena di buone volontà che vorremmo non si risolvesse in parole lasciando ai posteri l'adempimento dei fatti. Si obietterà che, paragonato all'esiguo contributo previsto dalla legg~ Tupini, il miliardo e mezzo l'anno che la nuova legge destina alle sole scuole rappresenta un fatto inoppugnabile e un consolante progresso. E' vero; eppure è ancora assai poco, quando s1 rifletta che con tale contributo dovranno passare alcuni dece11t1i prima che ci sia110 aule sufficienti per la istruzione elementare di tutti i bambini italiani .. Proprio in questi giorni si è tenuto a Milano il Convegno sulle aree depresse. Parlando dell'analfabetismo, l'on. Ezio Vigorelli ha portato alcune cifre : ricorderemo le due estreme che sono indice di una situazione di cui ciascuno di noi dovrebbe arrossire : a Milano la percentuale degli analfabeti è dello o,3 %, a Cagliari del 53 %- N. R. Chi tocca la Mostra ... Il viaggiatore che dalla nuova via Domiziana si affaccia, dapprima, sulla conca grigia di Averno, eppoi su quella verdeggiante di Agnana, per- ~orre una grande ansa sulla destra, lungo un muro bianco, dietro il quale svetta, altissima, u~a mostruosa gru a doppio braccio. Lungo questo muro imbiancato una scritta a grandi lettere nere, « Mostra d'Oltremare», gli porta sulle ali della velocità, che la strada favorisce, il ricordo dei tempi imperial~. / Quel muro lungo e bianco rinserra quella che giustamente è stata chiamata la « roccaforte dei debiti ». La Mostra d'Oltremare fu uno degli ultimi peccati di superbia del passato regime. Inaugurata sulla fine del maggio 1940 non restò aperta che pochi giorni; la guerra la sorprese e la devastò, l'occupazione alleata fece il resto. Nata per celebrare le terre italiane d'oltremare era logico che ne seguisse le sorti; si credette possibile, invece, risuscitarla per virtù di legge, « allo scopo di attuare in Napoli mostre documentative delle attività e del lavoro italiano nel mondo e dei prodotti d'oltremare » ed anche per « perseguire finalità attinenti alla valorizzazione economica e turistica della città di Napoli ». Il risµltato della resurrezione legislativa, come quello di tutte le leggi che ignorano la realtà dei fatti e della storia, è nelle dimissioni del Consiglio Bibloteca Gino Bianco

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