Nord e Sud - anno I - n. 1 - dicembre 1954

giane produttrici di beni di consumo e quelle fornitrici di servizi tendono, con sempre maggior frequenza, a seguire schemi organizzativi che le portano ai contini della piccola industria, mentre nel Mezzogiorno ristagnano in più 5emplici strutture familiari, può comprendersi come le leggi vigenti, che sono destinate al credito per gli impianti, trovano più favorevole utilizzazione nelle regioni settentrionali. . Ciò non vuol dire, però, che esse non possano essere efficacemente operanti anche da noi. Vi è tutto il gruppo delle botteghe dedite alle produzioni dei beni di consumo correnti ed ai piccoli raddobbi, che dovrà largamente attingere al credito di impianto; il fatto che cio non si sia, finora, verificato, è da ascriversi forse, sia alla non ancora estesa e completa conoscenza dei benefici concessi dalle leggi in vigore, sia ad un certo immobilismo economico che raffrena le attività minori nelle nostre regioni, ma che, oggi, sotto la · spinta degli interventi pubblici, tende a scomparire. D'altra parte, è presumibile che il sorgere di nuove attività industriali determinerà, con il potenziamento del « fattore agglomerativo », una sempre maggiore esigenza di piccole attività parallele ai grandi stabilimenti. In questo campo, dunque, vasto terreno d'azione è riservato all'Artigiancassa ed essa potrà assai bene assolvere le proprie mansioni, specialmente se sarà realizzata la proposta estensione del credito anche ad una parte delle scorte. Piena applicazione la legge dovrà, pure, avere a favore dell'artigianato di servizio, nei confronti del quale estrema importanza riveste l'opera di divulgazione e di propaganda, in quanto si ha l'impressione che intere categorie, come ad esempio i sarti od i barbieri, non si sono ancora rese conto della possibilità che le disposizioni legislative schiudono loro. Dove, invece, i provvedimenti attualmente in vigore sono del tutto carenti, è nell'artigianato artistico. Questo, come si sa, non ha bisogno di eccessive attrezzature, onde le necessità di capitale sono, per la massima parte, determinate dalle scorte, sia di materie prime, che di prodotti finiti, e dalla retribuzione della mano d'opera. Pochissime o nessuna garanzia da offrire ed, in conseguenza, pochissimo o nessun credito bancario per queste piccole aziende. Esse, quindi, sono costrette a ricorrere ai cosiddetti « capitalisti», i quali sono, talvolta, soltanto dei finanziatori e, tal altra, o dei fqrnitori di materie da lavorare o def!li accap~rratori di prodotti finiti. Per queste vie traverse, il danaro occorrente all'esercizio costa - a detta di competenti - su di una media del 30% circa, li1nite, questo, che sovente viene sorpassato. E' evidente che così l'artigianato è soffocato e ogni possibilità di sviluppo od evoluzione generalmente tarpata. Ne deriva, in conseguenza, la necessità di opportuni provvedimenti. Invero, tutta la situazione del credito d'esercizio deve essere rivista, anche in relazione alle altre categorie artigianali che, aiutate nell'acquisto dell'impianto, non possono, poi, avvalersi di analoghi benefic1 al momento dell'esercizio. Il problema è, oggi, allo studio degli organi competenti. OcBibloteca Gino Bia·nco

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