Nord e Sud - anno I - n. 1 - dicembre 1954

l'ambiente, alla difficoltà di realizzare un contatto pieno della loro cultura europea co!lmondo meridionale arretrato e incolto. L'il.luminismo che sta alllabase della grande cultura meridionale, ne ha segnato in certo modo anche i limiti, e lo sforzo di ammodernamento e di civilizzazione di un mondo povero e « barbarico » ha trovato troppo spesso indifferenza, ostilità e spesso violenza da parte dei « liberati >> verso i liberatori. Ndlla tensione tra l'intransigenza eroica dei martiri del '99 napoletano e lo « storicismo » del Cuoco si è innestata, con l'esperienza del1a disfatta, [a necessità d'una scelta rigorosa ma estrinseca tra impegno morale e impegno culturale: sarà l'esodo dal Mezzogiorno degli intellettuali meridionali nel1 'Otto e nel Novecento. Ma non tutti partono, nè tutti - anche se 1ontani -- abbandonano quel mondo: è [a lotta coraggiosa della pattuglia meridionalista capeggiata nell'ultima fase prefascista dai Salvemini e dai Dorso, una lotta intesa a superare in sè prima che negli altri, nei molti altri, l'oscuro sospetto d'una maledizione naturalistica del Sud, a porre pazientemente in luce problemi concreti ed esigenze, a s11ggeriresoluzioni. Ma se la storia di questa lotta è, e proprio in quanto è, storia di fa[limenti e di riprese, di 1liusioni fervide e di speranze bruciate (l'ultimo scetticismo di Sa!lvemini !), attraverso di essa risalta con evidenza impressionante una realtà umana meridionale che reagisce contraddittoriamente alla propria miseria e alla cura offerta di questa miseria, insiste con incredibile tenacia nelle soluzioni sbagliate sacrificandovi con la vita ogni prospettiva di rinnovamento concreto. E' stata questa esperienza, raffigurata solo nella disperazione degli uni invece che nella costante e operosa fiducia degli altri, a corrodere il contenuto umanistico di una parte della cultura meridionale : il vecchio naturalismo che condannava il Sud allle catene eterne dellla d1:minutio biologica e sociale, una volta eluso i[ momento volontaristico dell' « il:luminismo » meridionale, è tornato travestito da naturalismo deterministico nellle fantasie dei folcloristi, fiducia deterministica in segrete possibilità creative altrettanto « misteriose » e divine dei segreti limiti dell'incantesimo dell'inerzia. La crisi morale, la sfiducia nel1 la cultura moderna e nei suoi valori si è risolta perciò in questa parte degli intellettuali ddl Mezzogiorno in una sostanziale cessione delle loro istanze di civiltà moderna davanti a forze dal basso, come i[ mondo contadino, di cui si finisce, attraverso ]a falsificazione romantica e esistenzialistico-decadente, con l'accet- [35] Bibloteca Gino Bianco

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