• contadino merjdionale cl1e è stato tenuto a forza « fuori della storta >) e che ora vuole entrarvi con la violenza d'un diritto umano - quasicchè la storia dell'Italia moderna (dal Settecento in poi) abbia un senso recidendone la vita socia1le,del Mezzogiorno, con tutta la parte che con appetiti e passioni, inerzia « orientale >>e jacqueries furiose spetta anche ai contadini. Ma allora sono nella storia anche i «primitivi>> d'Africa e d'America? Certo, ma una risposta concreta non può darsi che con la storia loro, o del complesso culturaJle a cui appartengono, e sempre non già in una piatta visione panoramica ma nel rapporto verticale tra gruppi egemonici o « dirigenti >>e gruppi subalterni a[l'interno d'u,n organismo sociale. L'astratto umanitarismo di De Martino lo lancia irresponsabilmente sul piano della « storia universale >>[,a cui legittimità uno storicismo coerente deve contestare di contro allle pretese della sociologia. Ma per questo posso rinviare ad un mio artico1 lo (.! 2 ); qui mi preme insistere sulla funzione politico-culturale che i folcloristi intendono attribuirsi. Di contro alla concezione di un mondo contadino che nasce alla storia, la loro funzione maieutica si fa indispensabile. Essi soli possono trarlo dall'eterna matrice della natura, dopo avergli assicurato - profeti del parto divino - un posto grande nell'aspettazione degli uomini. E' un rito religioso che si rappresenta nella terminologia misterica, di cui sempre Dorso rimane l'inauguratore moderno (23 ): il Dorso in cui si può ritrovare fors'anche (24 ) quell'inconsapevole pr~dilezione psicanalitica, che domina anche i nostri foildloristi. Liberare i contadini dalla loro « precache per la prima volta nella storia è in grado, liberando se stessa, di cancellare dalla faccia della terra ogni forma di schiavitù, di sfruttamento, di tir~nnia, e tutte le loro conseguenze culturali ... Non si tratta dunque di una irruzione (il .ter-- mine ha, per l'appunto, un sapore naturalistico), si tratta di una conquista guidata dalla parte più cosciente e avanzata . .. . Le masse popolari non sono mai state fuori della storia. Ciò significherebbe immaginarle in un qnalsiasi momento fuori del processo di produzione e riproduzione della vita materiale, cioè fuori dell'uma-- nità associata, il che è manifestamente assurdo )> (il corsivo è mio). ( 22 ) Lo Spettat<>re Italiano, a. VII, n. 4. ( 23) « Sotto la crosta del blocco agrario, sotto la cristallizzazione della vecchia società meridionale, sotto l'immobilità istituzionale e politica, bolle il fuoco eterno, e tocca a G~etano Salvemini iniziare la forzatura del mistero»: Dittatura, classe politica e classe dirigente, cit., p. 33. ( 24) lvi, p. 32: « ... nd subcosciente della nostra stirpe ». Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==