Nord e Sud - anno I - n. 1 - dicembre 1954

pia omeopatica ha non piccola parte nel metodo comunista (come in ogni demagogia scaltrita), e a quest'esigenza evidentemente si conforma la sto-· riografia ~ocale, testè riportata in vita dalla neo-erudizione comunista, la quale potrà dire in analisi definitiva chi, Longo o Terracini, Pajetta o Li Causi, siano più adatti per un'azione politico-demagogica ir1 questo o qucl paese, in questa o quella regione: il ·comunista chiede di conoscere la struttura di un gruppo, o di una regione solo per innestarvi la sua azione classista. Ma se storia è la di~ucidazione razionale della realtà organizzata attraverso un processo organico di sintesi conoscitiva, il foldlore invece è una congerie di documenti riordinata secondo criteri estrinseci di genere· letterario o di occasione biologica (dalla culla alla tomba) col fine tradi- . zionale di cogliere qualcosa - come il popolo, la sua anima eterna, il suo spirito - che non esiste storicamente e che non è pertanto soggetto a definizione, ma dal1lavita storica è tutto risolto - attraverso i1ltessuto categoriale - in individualità che sempre si illuminano della luce dell'assoluto. Figlio bastardo dell'esaltazione romantica e dell'erudizione positivistica, d'una filosofia afillologica e d'una filologia antifilosofica, il folclore in quanto ricerca dell'anima popolare ha finito da gran tempo [a sua giornata. La storia l'ha sepolto: sicchè il rnetodologo De Martino ha dovuto, per riportarlo in vita, ricostruirne il fantasma fuori della storia, confondendo i popoli cosidetti «primitivi» con i volghi dei popoli culti, cer~ cando nell mondo suballterno della Lucania quella angoscia di « deiezione » (la felice copulazione di Marx e di Heidegger !) che aveva creduto di leggere negli occhi immaginati dei fuegini e degli australiani. Tutto I'~rmamentario dell'esistenzialismo è messo qui a frutto per giustificare l'assurda equazione, e portare su terreno etnografico, cioè (sia detto francamente) su un piano naturalistico, l'esperienza invece storica e concreta del mondo meridionale - col fine di ridare, attraverso l'etnografia, nuovo sangue all folclore progressivo. Da qui la tesi strabiliante (21 ) di un mondo ( 21 ) « ... nella fase dell'ingresso nella istoria del mondo popolare subalterno, etnologia e folclore debbono aiutare questo ingres.so >> (Società, V, 1949, p. 431; cfr. anche IX, 1953, pp. 374 segg.). Ma LuPORINI (Società, VI, 1950 p. 101) contesta: « . . • quello che De Martino chiama ,, mondo popolare subalterno " non è qualcosa di indifferenziato .. ; rispetto ad esso vi è una differenziazione fondamentale, essenziale, che è quella della classe operaia, prodotto nuovo, prodotto dellf:1civiltà e del progresso, e non della barbarie, la quale costituisce quella forza sociale Bibloteca Gino Bianco ...

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