Nord e Sud - anno I - n. 1 - dicembre 1954

capacità autonome di rinnovamento rivoluzionario dei contadini del Mezzogiorno, una certa demagogia miracolistica e messianica, una evidente ambiguità tra i sistemi dell'organizzazione classista e le necessità di riscatto culturale (20 ); e tuttavia queil ripercorrere che essi fanno la storia amara della « questione meridionale » li sollecita a spiegazioni più concrete, scaltrisce ila loro fiducia, stringendo la loro ingenuità nel groppo delle contraddizioni e dei tentativi falliti, .di cui occorre di volta in volta portare le ragioni e superare i limiti. Il [oro marxismo è empirico, così come il ~oro socialismo è sentimentale e non scientifico - eredi dell'astrattezza generosa ma inutile ,del « populismo » tardo-ottocentesco. Ma ill loro infantilismo specuilativo, la mancata coscienza che il marxismo è una dottrina filosoficamente moderna perchè ha accolto il principo dialettico (ha cioè una va!lida pretesa ad intito'larsi « storicismo »), è per lo meno garenzia in loro di onestà. Assai più insufficiente e confusionaria, Ila povertà mentale dei folcloristi non può offrire purtroppo le stesse garenzie. Disfatti dal trionfante storicismo, soccombenti sotto le frane rovinose delila sociologia, i cercatori dell'anima popolare hanno trovato improvvisato ricovero sotto le ali generose del!la cultura comunista - dove han rifugio facile i detriti del1larivoluzione crociana, gli eru,diti e gli improvvisatori, i falliti che vi portano il loro facile rancore e i vizi e le loro stolidezze culturali, altezzosamente presentate come carenze tradizionali delila cultura da cui provengono. Nei folcloristi perciò quello che abbiamo definito iniziativismo dorsiano presume abito scientifico: con i mezzi offerti dallla moderna scienza etnografica il << folclore progressivo >> si prepara a cogliere l'anima segreta del mondo contadino, per svelarla allo sguardo sorpreso e ammirante del!l'uomo di cultura e del politico. Senza dischi e nastri, senza grafici e tabelle, soprattutto senza De Martino e Carpitella, Cocchiara e Vann'Antò e Cirese non si giunge al mondo contadino meridiona!le con la necessaria terapia omeopatica, si rischia di fargli violenza o per Ilomeno di irritarlo, col pericolo di trovarselo poi dinnanzi· chiuso, diffi.dente e ringhioso, tutt'altro che disposto all'alleanza con gli operai che è pur premessa di sicura rivoluzione e di rinnovata cultura. Certo la tera- ( 20 ) V. Pane e Terra nel Sud, cit., soprattutto pp. 66-67 - tutte venate di nostalgia azionista e dorsiana - dov'è pure l'impronta del miglior illuminismo di Pepe. Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==