Nord e Sud - anno I - n. 1 - dicembre 1954

e rappresenta un utile strumento di studio per chi voglia condurrè una politica di lotta contro la depressione delle aree. sottosviluppate. Ma i,l Foa non si arrende per questo. E, a sostegno_di una tesi, che più arbitraria e malfondata non potrebbe essere, cita infine l'afferm~zione ddlla Commissione secondo cui una politica per le aree depresse trova un limite nella capacità di importazione. I più convint~ meridionalisti di parte democratica sapevano ciò e hanno voluto una politica di liberalizzazione degli scambi proprio per una preoccupazione del genere. E' ovvio, d'altra parte, che la capacità di importazione viene estesa non solo da una politica di liberalizzazione degli scambi, ma da una maggiore esportazione. E' bana·le, tuttavia, servirsi di questo argomento per riproporre il consueto problema degli scambi fra est e ovest. L'incremento degli scambi fra est ed ovest è un elemento del problema, e io non voglio affatto trascurarne l'importanza; ma è un elemento secondario. L'incremento principale al quale bisogna badare, è l'incremento degli scambi fra zone sottosviluppate e zone altamente sviluppate: l'incremento, cioè, ndll'ambito dell'Europa occidentalle. E' questa elementare constatazione che porta la Commissione a comparare il problema dell'Europa meridionale rispetto a1 ll'Europa occidentalle al problema del Mezzogiorno d'lta1 lia rispetto al Nord. Nel rapporto, l'Europa orientale è considerata, nel complesso, area sottosviluppata. E le integrazioni non si fanno fra due aree sottosvilt1ppate, ciò che avrebbe risultati assai modesti, ma si fanno tra un'area sottosviluppata ed t1n'area di alto sviluppo; ciò che si attua nel caso di rapporto tra Mezz~ giorno ed Europa occidenta1e, tra Europa meridionale ed. Europa occidentale. Ho citato il lungo articdlo di Foa perchè esso è impressionante testimonianza dell,artificio col quale è affrontato, dal Partito comunista e dagli intellettuali alleati, i~ problema del Mezzogiorno e dell'azione da, condurre. Quando si afferma, come afferma Foa, che « integrazione e svi1uppo del Mezzogiorno sono incompatibili tra loro», si è al di là di ogni obiettivo esame del problema, e si professa un atto di fede che non ha · nulla da invidiare alla credenza nei miracoli di Lourdes. Voler risolvere il probl~ma del Mezzogiorno guardando all'Est ed alle civiltà dell'Est, significa ignorare i dati fondamentali ddlla geografia, del[a storia e della [ 21] • Bibloteca Gino Bianco

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