Nord e Sud - anno I - n. 1 - dicembre 1954

con il quale Gramsci vede [a realtà del settentrione d'lta[ia. La differenziazione dei ceti, il relativamente allto livelilodi vita di alcuni operai, l'articolazione della vita sociale nelle stesse campagne, costituiscono il limite all'espansione comunista, che più sopra abbiamo individuato. Ma quando si passa al Mezzogiorno, la distanza dal Nord, maigrado sia ancora troppo grande per assicurare u,na stabilità politica e sociale, è tuttavia troppo piccola perchè elementi di confronto e di paragone esistano, e perchè la tesi strettamente classista conservi la sua validità in confronto ad altre va[utazioni ben più complesse e ricche. Il contadino del Sud, e non solo il contadjno, ma l'artigiano, l'operaio, il piccolo borghese, sentono istintivamente che l'operaio del Nord vive, proprio come operaio, in una condizione, in un ambiente, in una possibilità che non sono i loro ed ai quali essi aspirano. Mezzogiorno e Piemonte non sono sulllo stesso piano, anche pensando ai soli operai dellla Fiat; e il Mezzogiorno aspira, in primo luogo, a divenire Piemonte. E Pa[miro Togliatti, per dare una qualche validità allo schema gramsciano, ha dovuto inventare, nel suo discorso di Napoii del 30 maggio scorso (2 ), la stagnazione generale della vita econon1ica milanese per vedere cominciare ad affiorare qualche « ele.. mento di somiglianza fra due condizioni ita~iane (Nord e Sud) profondamente diverse >>. Ma non si possono certo ridurre le condizioni di Milano aale condizioni di Napoli, per assicurare allo schema gramsciano una validità dottrinaria e alla rivoluzione comunista probabilità di attuarsi. Dunque il comunismo incontra o dovrebbe incontrare ili suo limite anche nei riguardi di una struttura economica e sociale arretrata, ma di una civiltà storica ricca, quale è quella del Mezzogiorno. Ma limite fino a quando e rispetto a quaii forze? Non certo rispetto alle forze tradizionali, clientelistiche, pater,nallisticheo addirittura oppressive e reazionarie del Mezzogiorno; non certo rispetto alle minoranze intellettuali eroiche, che hanno arricchito la vita culturale del Mezzogiorno, ma sono rimaste isolate ai fini delle realizzazioni pratiche. Il [imite al1l'azione comunista ndl Mezzogiorno d'Italia, come in tutta l'Europa occidentale, può essere segnato dai postulati ideali, dalla capacità di azione, da[le ( 2 ) Integralmente riprodotto in Cronache meridionali, anno I, n. 6, giugno 1954. Bibloteca Gino Bianco

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