era al di fuori del Regno, ma ne premeva le frontiere con la sua angoscia che era impossibile dimenticare. All'imbrunire le finestre di Napoli si chiudeva110, e per le strade divenute deserte passavano soltanto militari alleati, procedèndo con guardinga padronanza. Ma non di rado, dai portoni venivano loto intensi mormorii di richiamo. Fra i battenti sdrusciti, a volte, si vedevano anche mani di donna fare cenni, e a volte si coglieva il balenare di 11no sgt1ardo. Le strade strette fra le grandi case popolose apparivano occultamente vive, e all'improvviso la vita esplodeva in manifestazioni insostenibili. Un giorno accadde questo. In una strada deserta apparvero due marinai negri, ed uno di essi ubbriaco fradicio era quasi trascinato dal compagno. Avanzavano lentamente, soli, ma ad un tratto furono al centro di una turba di bambini rissanti con bottiglie in mano. Mani minute picchiavano senza pietà volti e petti gracili, e gli sguardi s'infuocavano di odio mortale. Una ragazza di dodici anni emerse dalla turba, e trascinandosi alcuni rivali sconfitti aff~rrati ai suoi abiti, agguantò con la mano libera il negro barcollante. Lo agguantò al braccio come ad una corda di salvataggio, poi sbattè la bottiglia in faccia al rivale più temibile, ed infine l'alzò agli occhi del negro, che la respingeva con rudezza tentando di liberarsi. Ma la bambina resisteva, e intanto il suo volto si atteggiava all'invito, rappresentava, additando la bottiglia con lo sguardo, le gioie della ghiottoneria soddisfatta, esprimeva la giuia del bere. Il negro la colpì in faccia duramente, ed ella mollò la presa con una smorfia di dolore, ma in un lampo un ragazzetto occupò il suo posto... ·» (31 ). A c0minciare dalla Liberazione di Roma e fino alla primavera del '45, i fuggitìv1 tornano al!le!loro case; nei diari Napoli non compare ormai che come un ricordo; è stata soltanto la tappa più lunga e l'esperienza più saliente della « fuga in Italia )): il centro del grande caos. Gli italiani del Sud e quelli del Nord si incontrano e si riconoscono dopo [a ~ufera, così la breve storia della Napoli-Sciangai è finita; e in quel momento potè sembrare perfino che la funzione e la gloria del « Regno del Sud» venissero, magari involontariamente, misconosciute daglli « aitri italiani >>, da quelli che erano « restati chiusi per nove mesi nelle catacoml)e >>, ed avevano più lungamente e dolorosamente atteso la libertà: « • . . ci sentimmo accolti con freddezza e con diffidenza, e con una sorta di chiuso rimprovero come se avessimo deviato dalla diritta via della quale essi possedevan~ la visione e la sicurezza. Per ricordare di quell'accoglienza solo un piccolo particolare ma significante, messa insieme in modo precipiBibloteca Gino Bianco [120]
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==