Sulla seconda manifestazione, quella del 28 novembre, in cui presero la parola gli stessi personaggi causticamente rappresentati dal Longanesi, più Benedetto Croce. c'è un lungo cenno nel diario del filosofo. Egli riferisce di avere, poche ore prima della manifestazione, esortato Omodeo ad attenuare alcune punte troppo polemiche contenute nella seconda parte del suo dire, « che al paragone farebbe apparire floscio il mio discorso che è fermo e severo nei concetti e nei giudizi, ma di tono pacato e cortese »; e si attarda a stigmatizzare l'azione di disturbo di « parecchi estremisti e comunisti, che, ad ogni parola del mio discorso in cui si faceva distinzione tra la persona del re e l'istituto monarchico e si proponeva la reggenza, interrompevano con grida, certamente concertate: '' Abbasso la Monarchia! Via tutti i Savoia! Repubblica, repubblica!" >>. Nel[e quali grida - egli nota - « la parola Re-pub-bli-ca >> era « scandita come si 11savafar di quella Du-ce-Du-ce, forse per l'educazione avuta a quella scuola >> (29). Ma una descrizione puntuale del['avvenimento, tale da poter utilmente essere accostata a quel!la longanesiana, si trova nel Ritratto di un ventennio di Francesco F-lora. Qui il registro muta del tutto, e a1ll'ironia facile e programmatica sul presente si sostituisce una sarcastica ma accorata diagnosi dei mali passati; e vi si llegge tra le righe l'augurio che i!lritorno degli uomini che incarnarono la residua speranza degli italiani alla libertà politica, possa cancellare l'eredità morale del Regime. Era questo i1Isignificato del « primo comizio dellla libertà >>: « Anche noi eravamo ieri nel bellissimo chiostro di San Marcellino ove l'Università di Napoli rendeva onore a Benedetto Croce. Migliaia di italiani dicevano il loro ringraziar-iento al grande filosofo e al grande cittadino che durante gli anni della servitù, nel rifugio della sua rivista I a Critica e nei volumi di filosofia e di storia, serbò la dignità del pensiero italiano e lo temprò . ad un nuovo concetto della libertà che dovrà operare non soltanto in Italia ma in tutte le nazioni civili... C'erano uomini di tutta Italia, giacchè molti, per sottrarsi all'onta della dominazione tedesca, passarono le linee per rifugiarsi a Napoli. C'erano uomini che da poco erano stati liberati dal confino e dalla prigione o da poco eran tornati dall'esilio.· E v'erano i crociani e gli avversari di Croce, che pur sentivano di dover rendere omaggio al maestro di tutti: c'erano i più fidi discepoli: coloro che furono fedeli alla sua causa, anche nel periodo in cui troppi galli cantavano perchè i Pietri (~ ) CROCE, cit., p. 36. [117] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==