il mio animo malato. Ti pesa di essere libero, eccoti tolto il peso . . . L'alba è annunziata dal canto dei galli. Intanto i capponi dormono ... » (21 ). Piena di un più riposato e maturo senso storico, l'amara diagnosi del tradimento ritorna 11dlle parole di un ispido e duro antifascista meridionale, ignaro d'infingimenti: « Tende a formarsi una saldatura tra una amara conclusione scettica delll'avventura fascista ed ill discredito della vita pdlitica ad arte diffuso da1l fascismo » (2 1 ). Per Longanesi, dunque, dal momento che egli andava accorgendosi: per svariati in.dizi, dell'avvento della libertà, era dopo tutto questione di coerenza riprendere l'antica e comoda abitudine satirica : « 2 novembre [ 1943] : A Piazza della Carità, nella ex sede dell'Istituto Nazionale delle· Assicurazioni, ha preso alloggio il Comitato di Liberazione, comitato molto pigro, inetto, formato da ex professori tornati dall'esilio e da giovani diiettanti in rivoluzioni. Costoro trascorrono i giorni nelle numerose camere del palazzo senza vetri, restando seduti davanti a grandi tavoli, con macchine da scrivere che si sottraggono a vicenda, in attesa di volontari che non si presentano ... » (23) « 20 novembre : Il comitato antifascista che abita al piano sopra il nostro ha una buona biblioteca, requisita al padrone. di casa. Chiediamo di prendere qualche volume, per leggerlo. G. e gli altri mostrano una certa ostilità a questa richiesta, non per timore che non si restituiscano i libri, il che avverrà certamente, ma soprattutto perchè temono che noi si legga quei libri ch'essi non leggeranno mai. L'antifascismo è molto meschino, fatto di queste piccole ostilità, di questi ripicchi. Il clima che si respira a Napoli è quello dei collegi e delle sacrestie. La maggiore preoccupazione degli antifascisti è quella di non allargare la propria cerchia, per timore che altri possano fare o dire qualcosa a cui essi non hanno pensato; e custodiscono i loro meschini sogni di vendetta con l'astio e il moralismo delle vecchie zitelle contro le giovani spose . . . Pettegoli e piccoli borghesi, benchè ostentino un linguaggio rivoluzionario, ed abbiano viaggiato il mondo e vissuto fuori d'Italia per circa vent'anni, conservano modi e preconcetti provinciali ... Non li vedrete mai interessarsi di un preciso problema, economico o politico, non li vedrete perder tempo a segnarsi un appunto su una delle tante penose e insolute questioni del popolo napoletano; passano fra le rovine di questa città, nelle vie tristi e sudice, fra putridi mucchi d'immondizie, ( 21 ) ALBERTOMoRAVIA: « Diario politico», in Aretusa, anno 1°, n. 2, mag- . gio 1944, P· 43· ( 22 ) AnoLFo 0MODEo, nell'articolo di presentazione della rivista L' Acrop,oli da lui diretta, che si pubblicò a Napoli dal gennaio 1945 al febbraio 1946. ( 23) LoNGANEs1,cit., p. 173 segg. Bibloteca Gino Bianco
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