Nord e Sud - anno I - n. 1 - dicembre 1954

, all'attacco personale, alla ironia più scoperta e precisa. Ed è interessante osservare come in queste notazioni immediate di Longallesi e di altri, redatte frettolosamente nei rari momenti di riflessione, in « tanto cardine rerum», sia sempre possibi1lescorgere la fonte di un atteggiamento intellettuale e morale che si rivelerà duraturo. Si ha ['impressione di assistere al momento di formazione delle coscienze, di cogliere_il loro addio all'adolescenza. Il pretesto della tirannia era scomparso, non rimaneva che prendere posizio:ne, senza ritardi o infingimenti, ciascuno per sè. Ognuno rimarrà fissato in quel:la immagine; con [o stesso volto col quale si girava intorno, in quei mesi, per capire ed operare, in quella Italia-Sciangai. Malaparte: fantasioso gazzettiere d'appendice. Flora, Soldati: spiriti raffinati, solleciti .degli eventi del loro tempo. E Longanesi? C'era già, a qu~l tempo, chi prevedeva, ana1lizzava e stigmatizzava ili suo itinerario 'futuro. In una rivista comparsa a Napoli nella primavera del '44, Aretusa (19 ), Alberto Moravia - il quale « per più mesi )).era stato costretto a <l rimanere celato, insieme con la sua signora, sopra una montagna del territorio romano » (20 ) - pubb1licòun suo « Diario politico)> dal _tpno incisivo e un po' vittorughiano, secondo ~o stile 1 dell'epoca. Vi si leggeva, tra l'altro: « I popoli si sono suicidati in servitù per rinascere in libertà. La servitù amata e rimpianta; la libertà odiata e temuta. Il pianto dei forzati scacciati dalle prigioni, delle prostitute licenziate dai lupanari. Non voglio essere libero. Mi piace sussurrare, strisciare, adulare, mentìre, piegare la schiena, servire. Non voglio essere libero, non voglio essere libero. Ma la libertà ti rifarà uomo. Non importa, non voglio essere uomo. Come è dolce crogiolarsi al fuoco caldo e pu~zolente della servitù. Il mio bisavolo fu libero, mio nonno fu libero, mio padre fu libero. Che noia. Per cambiare sarò servo. Il prurito delle catene è facile a grattarsi. Sai perchè non voglio essere libero? Perchè la libertà è insipida, poco profonda, poco complicata. Soltanto nella servitù trovo quei sapori, quelle complicazioni, quelle raffinatezze di cui ha bisogno . ( 19) Della rivista uscirono a Napoli sei numeri, dall'aprile del '44 al gennaio del '45, sotto la direzione di Francesco Flora i primi tre numeri, e di Fausto Nicolini gli altri. Vi collaborarono alcuni tra i nomi più noti dell'antifascismo napoletano e meridionale, crociani e non, dallo stesso Croce a Dorso, da Floriano del Secolo a Sergio Ortolani, da Geremicca a Doria; e vi trovarono ospitalità molti altri scrittori e studiosi italiani che si trovavano momentaneamente esiliati al Sud. ( 20 ) BENEDETTO CROCE: Quando l'Italia era tagliata in due, << Estratto di un diario: luglio 1943-giugno 1944 ». Bari, Laterza, 1948, p. 137. Bibloteca Gino Bianco [112]

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