CRONACHE E MEMORIE Storia e antologia della Napoli- Sciangai Napoli, autunno 1943. L'unico a resistere al potere magnifi_coche la plebe meridionale ha di assimilare a sè ogni suo ospite, era stato il tedesco. Con 1l'ingressodella sa Armata, capitanata dagli italo-americani, gente discesa da padre o da nonno siculo, sardo, calabrese, pugJiese, abn1zzese, campano, cui sembrava dovesse bastare appena qualche settimana per riprendere l'atavica abitudine a parlare e berciare nel più onomatopeico dialetto partenopeo, la città parve destarsi da una lunga agonia. Napoli era ancora « un enorme mucchio di macerie e ·di stracci insanguinati»; ma dappoichè qualche goffo ragazzo americano cominciò fin dal primo giorno a dare il buo.n esempio di rivolgere madrigaleschi omaggi ai più raccapricciainti esemplari muliebri del luogo, tutto non poteva considerarsi perduto. Seduceva gli americani l'immagine di una città impossibile, di una sorta di barcollante e disperato e truffaldino paese del quale 1a cosa più sorprendente era che fosse così piacevole viverci: così strano e: diverso abitarci e godersej}a,a dispetto di tutto. ·AlJa fisionomia di una Napoli innaturalmente silenziosa ed oscura, terrorizzata, ormai inerte nell'attesa delle consuete vendette aeree, rancorosa e patetica come « u·na femminella istupidita dalla fame » e dalla guerra, sbigottita dal passo volitivo dei tedeschi e melanconicamente carezzata da quello claudicante degli anziani mi1 liti dell 'UNP A, che rincorrevano come per gioco le tracce del più fioco barlume di luce nella notte, si andava sostituendo da un giorno all~altro, dopo ìl'esplosione delle quattro giornate e la comparsa dei Liberatori, un'immagine più viva, una condizione in cui si rendeva possibi1lee necessario, da parte del popolo, un intervento che dimostrasse un residuo di umanità, ·di combatBibloteca Gino Bianco
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