ig·norandola, ha chiaramente sottovalutato questa, manifestazione, che s'imponeva, invece, per il grandissimo numero di partecipanti ( oltre millequattrocento erano gli amministratori comunali giunti a Venezia da ogni contrada dell'Ettropa occidentale) e per l'importanza degli argomenti all'ordine del giorno, tra cui facevano spicco problemi di ordine economico e finanziario, come quello delle aree depresse, dell'equilibrio fra città e campagna e, last but not least'.J quello della creazione di un Isti.,uto europeo per il credito comunale. Non sono incorsi, invece, in questo errore di valutazione i comunisti che, con estrema disinvoltura, non ci hanno pensato due volte a spedire a Venezia il loro massimo esponente in fatto di amministrazioni locali, perchè, nella certezza tutta cristiana del pulsate et aperietur vobis, picchiasse all'uscio del Palazzo ducale. L'on. Dozza, sindaco di Bologna, si è fatto scortare a Venezia, almeno verbalmente, dai sindaci del quadrilatero rosso; vi erano quelli di La· Spezia e di Grosseto, di Ferrara e di Imola, di Modena e di Livorno, di Parma e di Pistoia. In così numerosa compagnia, egli ha avuto la compiacenza di attendere che l'Assemblea svolgesse in pace i suoi lavori nella quiete delle architetture palladiane dell'isola di San Giorgio Maggiore. In fondo, al sindaco Dozza non doveva importare gran che delle proposte del senatore Schiavi relative alla creazione di un Istituto europeo per il credito comunale, e probabilmente non avrebbe trovato in regola con l'ortodossia la clarté tutta francese con la quale il signor Berrurier, sindaco di Mesnil - Saint Denis, definiva "problema di civiltà" quello dell'equilibrio, oggi sconvolto, fra città e campagna,; nè avrebbe trovato interessante la paziente passione con la quale l'ing. Olivetti, presidente dell'Istituto Nazionale di Urbanistica, andava spiegando co1ne i Comuni non potessero più costituire la soluzione esclusiva di autogoverno, proprio perche insufficienti a dare armonica soluzione al problenia dell'equilibrio fra centri abitati e paesaggio, fra città e campagna e che, pertanto, andava subito audacemente posto, come già aveva fatto il Governo britannico, il problema del ridimensionamento delle circoscrizioni amministrative dello Stato, prendendo a base di queste la " comunità concreta ". Al Sindaco Dozza stava a cuore ben altro. Egli pazientemente aspettò che i congressisti si riunissero di nuovo nella sala del Maggior Consiglio per adottare le risoluzioni finali ed ascoltare, sotto l'immenso "Paradiso '1 intuito dal Tintoretto, i discorsi di chiusura che uomini politici e di governo avrebbero loro rivolto. Quello era il momento buono per bussare al portone del Palazzo Ducale, entrare nella sala del Maggior Consiglio e là, da quella stessa tribuna dove aveva parlato La Pira il primo giorno ed ora avrebbero parlato Spinelli e La Mal/a, lanciare il suo pistolotto propagandistico per dire che un terzo degli italiani non era rappresentato in quella sala, che l'unità d'Europa non poteva ricercarsi prescindendo dall'Oriente sovietizzato, che bisogna promuovere incontri fra rappresentanti degli Enti locali di paesi che hanno regimi diversi. [101] Bibloteca Gino Bianco
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