Noi Giovani - n. 6 - giugno 1917
Anno I - Num. 6 PERIODlçO MENSILE Giugno 1917 (C. c. postale) Cent. 15 Noi Giovani 11 Non si .volge chi a ~tella è fiso 1 ff Purezza, Forza, Amore Il SOMMARIO. ~ .fl/1' opera - 'Per una biblioteca di Noi Giovani- -- :J)ib/iografia ('R_enaloSerra: G.same di coscienza di u~· lellerato) - Gio\lannino (Studio dal \lero) - c:J([ichele il minatore (continuazione novella • ~oslra lraduz. dal/' i~g/ese). ALL'OPERA Di tUtti i giÙrnali studenteschi, settimé!,nali e mensili, che escono al1a luce, circa i tre' quarti hanno una vita brillante ed effimera ; non arri– vano mai oltre Ù prinìo numero : alcpni po~hi. proseguono stentatamente ad uscire per qual– che settimana o lj_Ualche .mesé e finisce.no -col mc– rire d'inedia: pochissimi fortunati poi, vivono anche oltre i cinque .o sei mesi. Queste fenici fra i giornali studenteschi seguitano a .vivere, quasi tutti, per forza d'inerzia. La prima spinta è b.istata a dare l'impulso, e il giornale va avanti placidamente per una via piana e senza e,sÌa– coli. Ha una vita calma, monotona, regolare.; e va avanti. Si riescono a raggranellare in un modo o nell'altro ì fondi necessari per stamparlo ; più difficile resta talvolta riunire quattro o cin– que articoli più o meno insipidi e noiosi,· copiati più o meno da qualche libro o rivista. Cosi dopo un numero ne esce un altro, simile al primo e al– trettanto noioso. Qualcuno lo compra ,nessuno lo legge. ' È probabile che il giornale viva ancÒra per molti anni, conservandosi sempre uguale e an– dando a poco a poco mummificandosi, finchè non morirà per inerzia, cosi come è vissuto, tranquil- · lamente, placidamente; senza disturbare nes– suno. senza che nessuno 1:-emmcnose ne accorga. Quasi quasi mi parrebbe preferibile che quel giornale fosse morto subito dopo il primo numero. E Noi Giovani ? Siamo prpprio sjcuri che a poco a poco, non andrebbe anch'esso incamminandosi a diven– tare uno di quei giornalini mummificati che nes- suno legge ? ·· ,Abbiamo voluto ·far~ un giornale studente- sco, ma diverso da tutti quelli che avevamo vi– sto fino allora; un giornale abbastanza. serio, ni.a che gli studenti leggessero con piacere. Non una raccolta di temini 9volti, e neanche una di pettegolezzi scoJastici, d novelline e di poesie sentimentali. Noi volevamo un giflrnale che servisse a qualcosa: non l'abbiamo fondato per divertirci nè per passare il tempo. Avremmo vo– luto, almeno .nel nostro ristretto campo di stu– denti fiorentini, provocare delle discussioni, per far 11ascere delle amicizie, scuotere un po' l'apa– tia del nos~ro ambiente; e, tenéndosi anche in relazione con gli studenti delle altre città, indurre i nostri amici e compagni a pensare qualche volta sul serio, a riflettere a dei problemi impor– tanti e che ci toccano da vicino. Che cosa abb.iamo fatto di tutto questo ? Confessiamolo con sincerità ; non abbiamo ottenuto tutto_ quello che volevamo. Il giornale che era nato proponendosi di vivere una vita attiva e forte, dopo pochi mesi và già quasi in– vecchiando. Jl nostro programma era bello; ma ha subito il destino di tutti i programmi, non è stato attuato che in parte. Ed oggi 01:nuno potrebbe taccizirci di parolai senza che n6i potessimo scoJparci. Ancora una vclta è stato confermato quel vec– chio e sàggio proverbio che dice : t( dal dire al •fare c'è di mezzo il mare ». · Almeno siamo sinceri. Confessiamo che non siamo riusciti ; ci<"iè, çhe non... siamo ancoru riusciti. E non si rn~ò dire che sia stato del tutto colpa nostra. Gli studenti non hanno riposto al nostro ap– pello, come speravamo. Il Giornale si è diffuso abbastanza, ma non tanto nel nostro ambiente di giovani come ayremmo -voluto. Mo]ti l'hanno letto, ma poi l'hanno buttato li da parte senza occuparsene più. Pochi hanno capito che_ cosa
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