Recensioni La biografia di Matteotti Discorrevo qt1alche giorno fa con un direttore di una grossa casa editrice del Nord sulla indifferenza dei giovani alla lettura. Ci domandavamo che cosa bisognerà dar loro perché ci si appassionino in qualche mo,do e constatavamo -- forse perfino con rabbia - che alla fin fine i giovani d'oggi han soldi che noi non ci sognavamo neppure. Ma non comprano libri. A differenza di noi che soldi non ne avevamo e che facevamo tuttavia salti mortali per leggere qualcosa. Si convenne che l'unico soggetto a cui i giovani prestino un briciolo d'attenzione è la letteratura della contestazio,ne. Non tanto i motivi, però, quanto i protagonisti, i miti. Alla lunga, questi ragazzi che degli idoli si divertono ad andare a vedere subito i piedi, certi di scoprire che sono di argilla, hanno una gran fame di « supermen ». Forse vi ritrovano sé stessi; o per lo meno si beano di una inconoclastia che li affascina ed alla quale non riescono ad adeguarsi quanto vorrebbero. È il primo pensiero che mi è ve11uto in mente leggendo Matteotti - una vita per il socialismo, scritto da Antonio G. Casanova e pubb,licato da Bompiani nella collana d'informazione storica. Si ha quasi l'impressione che l'Autore abbia tenuto ben presente questa esigenza e questo gusto dei giovani. E che prima ancora di tracciare il profilo di Matteotti politico, si sia preoccupato di mettere in evidenza quello del contestatore. Forse è soltanto un'impressione. O forse non è che la conseguenza logica del modo con cui è stata narrata dal Casanova la vita del parlamentare socialista. Niente « flashbacks », niente « zoomate», niente carrellate, niente dissolvenze ed altre consimili tecniche cin,etelevisive ora molto jn voga anche in letteratura. Ordinato, come si addice alle biografie serie, il libro prende le mosse dalla nascita; anzi addirittura dai genitori. Ed allora lo spirito di contestazione di Matteotti prende corpo, via via che passano gli anni e l'uomo matura. L'iscriversi al Partito Socialista in una zona come il Polesine agli inizi del secolo voleva già dire, del resto, « essere dalla parte di chi non conta». È zona « bianca >>, adesso, figuriamoci allora! Ma lui sceglìe quella parte, forse anche perché era la più difficile, la meno comoda. Si laurea sulla « recidiva» e litiga con mezzo mondo; a venticinque anni si ritrova quasi per caso consigliere provinciale e si rivela subito estreman1ente scomodo per la maggioranza di cui pure faceva parte. Non voglio anticipare quello che è il fulcro del libro di Casanova, e cioè il Matteotti parlamentare, ma sembra quasi d'intravedere fin dalle sue prime esperienze politiche che il suo ruolo vocazionale fosse quello dell'oppositore. Come un destino ineluttabile. Senza to,glier nulla, ci mancherebbe!, alla validità politica della sua futura opposizione al fascismo - opposizione di ben altro genere e che attingeva a ben altri motivi. Un altro ir1discutibile merito del libro è quello di averci dato « tutto Matteotti ». E qui bisogna fare un discorso, a mio parere importante. La stessa paurosa scarsità di bibliografia su Giacomo Matteotti dimostra che su quest'uomo politico ha gravato uno strano destino. Tutti sappiamo tutto sul 115 BibliotecaGino Bianco .
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