IL GIORNALE D'ITALIA - !\1ercoledì 26-Giovedì 27 Gennaio 1972 servizi SP-eciali 0 ------1 GIORRNOI VEDNETDLI ELITMTAOTTEOTTI-•------ «Credo che supererò la bufera)) scrisse Mussolini alla sorella Edvige il l. agosto - Il giorno seguente s1 aprì del una decisiva r1un1one del consiglio nazionale Partito fascista: 1 revisionisti s1 allinearono all'ordine del giorno della maggioranza intransigente che poneva le premesse per una riforma costituzionale Il lungo discorso di chiusura del Duce riaffermò la volontà di combattere radicalmente l'opposizione e di modificare le istituzioni 1n senso fascista 1n modo da attuare gli obiettivi della rivoluzior1e di ottobre La prima dimostrazione di solidarietà dinanzi a Palazzo Chigi «Si rompe l'atmosfera grave del Lungotevere>) ------dì Duilio Susmel------ si azione, quando si tratti d1 difendere la Patria e il fascismo ... L'indomani replicò a Viola, il quale aveva tentato di giustificare la mozione di Assisi, che sarebbe stato un rinnegare la villoria «aggiungerei le schiere dei fanti alla pallida e miserevole coalizione antifascista". que deputati, cinque studiosi. incaricata di elaborare ordinamenti politici e sociali atti a fissare la conquista dello Stato da parte del fascismo. ciò doveva essere fatto per gli altri. Noi dovevamo distribuire le commende a milioni, ma fuori del campo fascista e poi dovevamo avere l'orgoglio di arrivare nudi alla meta( ... ). Conoscere gli uo1nini . ,,._, rtt;"fj -~\':Ì<-~-< ~ y •••• ~;:,;}~'t."~; ❖" ' d( .:: &,.·~ • j,..'' ··•· ,'.f > ·,,,, __ . , . ..,,. Alla line del luglio 1924 la battaglia interna infuriava ancora, però la fase critica iniziale era superata e anche la stampa straniera cominciava a prendere atto della salda resistenza del Duce agli attacchi degli avversari. Reduce da un colloquio a Pal!jzzo Chigi, Lovat Faser assicurava allora i lettori del londinese Dai/i· Mail che non vi era la minima possibilità di una caduta: un edi, torialc del Times lodò il discorso al Gran Consiglio. Lo stesso Mussolini scrisse in una lettera del I. agosto alla sorella Edvige: ,li colpo è stato duro, stupido, improvviso. Credo che supererò questa bul'era: l'ultima delle infinite che mi hanno scatenato quelli che avrebbero dovuto evitarle,,. Parole, queste, che rivelavano risentimento verso certi collaboratori ormai eliminati. Contemporaneamente, il Consiglio dei ministri provvide all'inserimento della Milizia nelle forze armate. previo giuramento al Re. Nei giorni che seguirono, il Consiglio nazionale pervenne, nei propositi e nelle deliberazioni, a un'intensità di tono sempre più forte e vibrante. superando ogni contrasto di tendenze interne. I revisionisti si allinearo' no all'indirizzo intransigente della maggioranza, che fu espresso in un ordine del giorno di Farinacci. Bottai, Michele Bianchi ed altri, riaffermante la necessità «di sviluppare la rivoluzione dell'ottobre I 922, epilogo dell'int<:rventisrno e della guerra vittoriosa, attraverso l'immissione delk forze nuove espresse dal popolo italiano nel vecchio e ormai esaurito orgamsmo dello Stato demoliberale». realizzando integralrnent'e gli scopi della rivoluzione fascista. Era la premessa di un deciso distacco dal passato e di una riforma costituzionale. Altra moz10ne, proposta da Emilio Bodrero, ribadiva l'incompatibilità tra fascismo e massoneria. 11 7 agosto fu eletto il nuovo direttorio del Partito e costituita una commissione, poi detta dei Soloni, di cinque senatori, cinNel lunghissimo discorso di chiusura di quella assemblea rivoluzionaria, Mussolini se ne dichiarò soddisfatto ed espresse l'avviso che fosse opportuno organizzare il quinto congresso del Partito. Poi spaziò su vari temi in una incalzante sintesi politico-morale sui rinessi dell'affare Matteotti, sulla resistenza popolare alle pressioni dell'antifascismo, sui risultati dell'opera di Governo. sugli errori di calcolo degli aventiniani, sulle esigenze làttiche della lotta in corso. Disse: "Voi non avete toccato un argomento, quello più delicato veramente: la tragedia del giugno. Ebbene, io ho vissuto quelle giornate tutte in un diario che è impresso profondamente nel mio spirito. e ne parlo a voi con assoluta fraternità, veramente da compagno a compagni (... ). Voi credete veramente che l'emozione profonda che c'è stata. non nascondiamolo, sia dipesa soltanto dalla scomparsa di quel signore. Niente affatto. L'emozione ha questa origine: prima di tutto il tempo, perché nessuno si aspettava ciò all'indomani di un discorso che aveva sgominato le opposizioni; il modo e soprattutto i protagonisti. Se questi fossero stati lontani dal Governo e rossero venuti su dai bassifondi all'infuori del Partito, l'impressione sarebbe stata minima. Viceversa gli uomini chè ho dovuto colpire erano assai vicini a me e questo ha determinato in tutta l'opinione pubblica questa domanda: sapeva o non sapeva·, Prima le autorità nella zona dove si pensava che Matteotti fosse sepolto. la scomparsa del cadavere perpetuava una situazione di estrema tensione. Quando venne ritrovato, Mussolini annotò nel suo diario: "Si dilegua un incubo atroce» Con in testa la medaglia d'oro deputato Ettore Viola, una delegazione di combattenti si recò a San Rossore per comunicare e illustrare al Sovrano l'ordine del giorno votato ad Assisi. Vittorio Emanuele, riferisce un testimone, Emilio Lussu, «ascolta, pallido in volto, tutto il discorso. Poi dice. col tetro sorriso di uno spettro: "Mia figlia, stamattina, ha ucciso due quaglie". La delegazione allibisce». In realtà Vittorio Emanuele aveva capito con anticipo che le opposizioni erano troppo deboli e incerte per contrapporsi validamente al fascismo. Mussolini era ormai deciso a riprendere l'iniziativa e l'ala più oltranzista del suo partito premeva perché dalla violenta campagna scatenata dalla opposizione fosse tratto spunto per una ripresa rivoluzionaria del movimento e si attuasse una ril'orma costituzionale che garantisse il potere al fascismo. La riunione del Consiglio nazionale del partito fascista, che si tenne il 2 agosto nella sala del Concistoro, a Palazzo Venezia, fu decisiva in questo senso, ponendo le premesse per una radicale trasformazione del regime. « Vivere pericolosamente)) Mussolini premise che parlava sia come. Capo del fascismo, sia come Capo del Governo. Fece l'elogio «della vecchia, della solida, della quadrata provincia» ed avverti che bisognava fare del fascismo ,,un fenomeno prevalentemente rurale». La crisi, precisò, «ci ha dato modo di sceverare i veri amici dai falsi e distinguere i fascisti di passione e di fede dai fascisti che sono delle ombre sernivaganti, che hanno sempre l'orecchio drizzato per sentire le voci vaghe dell'opinione pubblica, che sono disposti a togliersi e mettersi il distintivo, a seconda' dell'ora che passa. Ora tutto questo deve finire h. Concluse: «Chiunque è capace di navigare in mare di bonaccia( ... ). Il bello, il grande, vorremmo dire !'_eroico, è di navigare quando la bufera imperversa. Un filosofo tedesco disse: "Vivi pericolosamente". lo vorrei che questo fosse il motto del giovane, passionale fascismo italiano: "Vivere pericolosamente". Ciò deve significare essere pronti a tutto, a qualsiasi sacrificio, a qualsiasi pericolo, a qualsia- ' ..( ... ) Bisogna quando si è al potere (... ) avere l'ignoranza, se non il disprezzo dell'affare. Bisogna proprio essere estranei all'affare e non farne: rifiutarsi persino di sentirne parlare: dichiarare che alla nostra mentalità tutto ciò è estraneo e quando ci siano in ogni caso necessità di ordine nazionale che impongano di trattare, di affari bisogna farli alla chiara luce del sole ed in termini che non ammettano sofisticazioni o speculazioni di nessun genere( ... ). ..Non vi è dubbio che abbiamo un po· peccato di vanità, c_isia_mo un po' troppo ingrngdlall: troppi commendatori, troppi c,avalieri; tutto di tutto osservo che è difficilissimo conoscere gli uorn ini. E' inutile che io vi dica che quegli uomini li vedevo fugacemente e non avevo dimestichezza quotidiana con loro. C'è stato, sono di una sincerità hrutale, debbo esserlo. c'è stato un raffreddamento nella simpatia dirfusa del pubblico a mio riguardo. Prima di tutto si diceva: è strano .:hc non lo sapesse. doveva saperlo. Le opposizioni hanno lavorato in questo terreno. Hanno detto: non lo sapeva 9 Non è ammissibile che un capo non sappia. Poi, quando hanno visto che io agivo. che la posiLiorie veniva ad alterarsi, sono passati ad un altro genere di opposizior,e. Dicono: sapeva; processo al regime. Insomma, se c·era un mito( ... ), questo ha subìto una forte incrinatura. E perché non è crollato 9 Per una ragione molto semplice: perché avevo simpatie gran- "'·::¾lio" ~ i,\ ~- • " ,,, .. f w ✓· ,ma·;;,: ,1.· ·1:·· ~,4',;:'., >, V• • Un carabiniere con la giacca di Matteotti: fu questo il primo indizio èhe, verso la metà di agosto, condusse gli inquirenti· nella zona dove il deputato socialista era stato sepolto Bi.bliotecaGino Bianco dissime nella enorme popolazione italiana e poi, in secondo luogo, perché il Governo aveva nel suo bilancio un attivo formidabile( ... ) "Voi vedete che la battaglia è difficile e delicata e ci vuole una strategia assai fine. Bisogna clo~oform izzare, permettetemi questo termine mediéo, le opposizioni e anche il popolo italiano. Lo stato d'animo del popolo italiano è questo: fate tutto, ma fatecelo sapere dopo. Non pensateci tutti i giorni dicendo che volete fare i plotoni di esecuzione. Questo ci scoccia. Una mattina, quando ci svegliamo. diteci di aver fatto questo e saremo contenti, ma non uno stillicidio continuo. Questo ci allontana le simpatie. In fondo, dovete rendervi conto di questo profondo bisogno di pace, che non è affatto vigliaccheria, ma che è una cosa naturale. Si tratta di gente che ha avuto prima il neutralismo, poi la guerra, poi il 1919-20-21, anni di bolscevismo, poi la rivoluziom:, poi la seconda ondata. Ma la gente dice: basta. Non bisogna ferire questa sensibilità psicologica delle popolazioni, perché diverso è muoversi in un ambiente simpatico dove le popolazioni vi accolgono, vi sorridono, e altro è muoversi in un ambiente ostile, e allora la battaglia sarebbe molto più difficile. La rivoluzione fascista «Che cosa avviene' 1 Prima di tutto un esercito ha la sua strategia, ma a un dato momento questa strategia viene condizionata dalla strategia dell'esercito avversario. Una battaglia è fra due eserciti. In un momento prendete voi l'iniziativa delle operazioni, poi subite l'iniziativa dell'avversario, poi vi fermate, po, la riprendete. Bisog~a st_abilire questo: che nel 22 s1 e compiuto un fatto i·ivoluzionario e un'insurrezione vittoriosa. non una rivoluzione. La rivoluzione viene dopo. Che cosa abbiamo 1·atto noi'' Abbiamo sbarazzato il terreno. Noi abbiamo fatto quello che avrebbero fatto altri ministri. ma !"abbiamo fatto noi. Gli altri non l'osavano. L'abbiamo fatto noi perché abbiamo coraggio. Questo non basta per giustificare una rivoluzione. Noi siamo stati intelligenti. Naturalmente può essere necessario cambiare qualche cosa. Ecco allora dove entriamo nel campo politico della rivoluzione. In fondo, io vorrei spiegare storicamente l"illegalis_mo che io ho represso e reprimo. «Che cos.i .ibbiamo fatto·> Discutendo con l'amico Grandi e con altri, ho detto loro: abbiamo preso un giovane robusto e gagliardo. pieno di vita e di vigore, aveva venti anni e lo abbiamo messo su un lettino piccolo. su un letto d1 Procuste e gli abbiamo detto: stai lì. "Da una parte c'era la Corona e questo ci dava un certo imbarazzo, dall'altra parte stavano le opposiLioni e ci si diceva: non toccate le opposizioni, perché andate fuori della legge. E allora questo gigante giovinetto soffriva molto e siccome non poteva andare a destra, dava qualche calcio, qualche spinta verso le opposizioni. le quali, invece di rispettarlo, · invece di compiangerlo e di pensare alla ua sorte ingrata, lo aduggiavano, lo vessavano e lo insultavano, e allora era naturale che questo giovane non potesse sempre rimanere là immobile come un paralitico di sessant'anni. Quindi la necessità di allargare il letto, quindi la necessità di dare istituti al nostro ordinamento, in modo che la rivoluzione proceda verso la. sisternazìone della propria creatura. ..combattere l'opposiLione energicamente, strenuamente, non vuol dire disconoscere tutte le energie che sono nel popolo italiano( ... ). Noi dobbiamo prevedere che un giorno vi sarà un nuovo tentativo di irruzione contro· il fascismo e, siccome lo vediamo, lo possiamo fronleggiare. Se il l'attaccio del giugno ci ha sorpreso. quelfo che potrebbe avvenire in agosto e settembre non ~i sorprenderebbe più. Poiché se voi pensate a quello che è successo in Italia. io credo che vi saranno rnoltissim i italiani che si vergogneranno fra qualche tempo di ciò. Perché il contegno della stampa, dei giornali filofascisti, soprattutto, è stato semplicemente indegno. Non si era mai veduto uno spettacolo in cui un popolo viene m istil'icato dalla mattina alla sera (... ), cercando (... ) di alimentare la emotività delle popola?ioni. le quali però cominciano ad essere stanche, perché non si può, né è umano, né è italiano di inchiodare tutta la storia di una nazione ad un episodio, sia pure deplorevole. Così a un certo momento vi sarà un rigurgito, la gente dirà: vi è una giustizia, vi sarà un processo, ma non ammettiamo che la storia di quaranta milioni di abitanti sia legata a questo episodio. "Del resto la migliore strategia è quella di rimanere al proprio posto. lo ho avuto in quei giorni il senso dell'isolamento, perché i saloni di palazzo Chigi, così frequentati negli altri giorni, erano deserti come una raffica. una bufera vi fosse passata. C'era qualcuno che pretendeva che io facessi un gesto di forza in quei giorni. No. signori, allora bisognava tacere. Si può picchiare su un popolo, lo si può spremere con le tassazioni, gli si può imporre una dura disciplina, ma non si_può andare incontro a certi sent1ment1 profondamente radicati. ..Ebbene, che cosa bisogna ora dire'' Bisogna dire che il regime non si processa. Quindi. se le opposizioni pensano di fare il processo al regime e mettendo in catena,~ come si dice nei loro giornali, tutti quelli accusati di illegalismo, per farli sboccare in un epicedio di illegalismo, questo non è possibile. Questo sarebbe il suicidio, la castrazione sarebbe. la nostra autoeliminazione dal terreno politico e dalla storia. Se vi sono dei ~olpevoli. saranno puniti. Og111 regime ha di questi episodi. Questi signori democratici e liberali dovrebbero essere puniti in questo modo: dovrebbero rileggere molte volte, come un pensum, le pagine del terrore della rivoluzione francese (... ). E non parliamo della rivoluzione russa (. .. ). Tulle le rivoluzioni hanno di questi episodi, perché le rivoluzioni non sono fatte su misura. Azione e pensiero ..11 nostro compilo è oggi quello ci sceverare in questa l'iumana. quello di incanalare questo fiume e di renderlo produttivo e di far si che non perda le sue acque nei l'iumi sottostanti. Ma se domani si volesse fare il processo al regime, dire voi non avete fatto niente finora, ebbene quel giorno si dovrebbe vedere in tutte le piazze d"Italia lo stato d'insurrezione c;litutto il fascismo italiano( ... ). ,.J I gioco della opposizione è di negare oeni forza di pensiero aT fascisti. Siccome durante cinque anni abbiaDomani la nona puntata ILCADAVERE DIMATTEOTTI TROVATO DOPO 67GIORNI mo dovuto prodigarci sempre in un'attività di ordine militare, sia pure squadrista. così salvo dei tentativi che sono avvenuti in questi ultimi tempi attraverso delle riviste, non ci siamo mai abbandonati ve ram ente alla trattazione completa di determinati problemi. Così accade che i nostri avversari ci trattino dall'alto al basso. «Non importa che nel fa.- scismo ci siano degli scienziati come Marcon( dei filosofi come Gentile, dei proressori delle 111 igliori facoltà. Ora, se i nostri avversari fossero stati presenti alla nostra riunione. si sarebbero convinti che il fascismo non è soltanto azione. è anche pensiero; anzi, do~endo oggi cambiare il suo fronte. di battaglia. bisogna ralTinare sempre più la nostra capacità di pensiero, la nostra capacità polemica, ed avere non soltanto l'attacco irruente, ma anche l'ironia e il disprezzò, come accade nei miei discorsi, in cui, prima di combattere l'avversario, lo disprezzo. "Bisogna scendere anche su questo terreno e dire ai nostri avversari: se voi siete intelligenti, noi lo siamo più di voi; se voi ci coprite di ridicolo, non ci colpite, perché voi siete dieci volte più ridicoli di noi; se voi ci trattate d'ironia, noi vi colpiamo col nostro disprezzo. Tutto ciò non può essere che un affrnamen(o delle nostre qualità intellettive ( ... ). «Non rifiutiamo a nessuna delle possibilità future, prepariamoci, cerchiamo di evitare l'allarmismo nelle. popolazioni, cerchiamo di presentarci sotto il nostro aspetto guerriero. ma non feroce, ma soltanto capace di quella necessaria crudeltà, la crudeltà del chirurgo. Non vessiamo i nervi già -alterati di questa popolazione: in fondo, il popolo farà quello che noi vorremo che faccia. Domani, mille individui ben decisi t'cngono Roma, domani, se si agisce sul serio, con la decisione di coloro che hanno i ponti bruciati dietro di sé e devono, per forza, andare avanti, le popolazioni si ritirerebbero. perché. in fondo, l'umanità e ancora quella dell'oste di Alessandro Manzoni, che dice: "Non me ne occupo, ognuno ha i propri aflari personali". Vi sono uomini valentissimi che lavorano, che sono utili al consorzio umano, ma che cercano di rendere sempre meno possibile il rischio della loro pelle. Cosicchi: se domani il fascismo sarà armato di tutto il suo ingegno, di tutta la sua forza morale e spirituale, se potrà dire noi teniamo lanazione non per nostro profitto, ma perché pensiamo che nessun altro potrebbe fare quello che noi facciamo, allora il fascismo sarà veramente invincibile( ... )». L'incubo dilegua ~ Il Duce concluse: «Se noi concentccrcmo tutte le no, stre energie. se terremo alto nel nostro spmto la responsabilità che ci siamo assunta assumendo il potere. cioè portando sulle nostre spalle il destino presente e futuro delle generazioni italiane, cosa che ci fa tremare le vene e i polsi, ebbene quell'impegno che esce da questa assemblea, quell'impegno che voi !?orta te a tutte le vostre citta, ai fascisti che attendono, e più che un impegno, è un giuramento. Non vogliamo più che si dica che · siamo pronti ad uccidere ed a morire: ebbene diremo: siamo soltanto pronti a morire. pur di fare grande l'Italia)i. Quando rientrò a palazzo Chig1, fu acclamato dai combattenti della sezione romana, ai quali disse che rinnovava agli avversari l'appello per la pacificazione, pur dubitando che essi l'avrebbeFo accolto. ,E' la prima manifestazione pubblica a Roma .., scrisse M ussolini nei suoi ..appunti». «Si rompe l'atmosfera grave del Lungotevere». E poco oltre: "Il 16 agost0 col ritrovamento del cadavere dilegua un incubo atroce». /8 - continua)
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