NECROLOGIO . Dopo lunga e penosa malattia si spegneva lo scorso 2 aprile c.m., nella sua residenza del No. 134 Paci'fic Blvd, Long Beach, Long Island, N.Y. la distinta Sig.ra Teresina Procopio, moglie del noto sindacalista Giuseppe D. Procopio. Da gentile Sig.ra lascia un tesoro d'affetti nella famiglia e in quanti la conobbero. Nacque il 23 ottobre 1888 in Polistena, prov. di Reg,gio Calabria. Emigrò giovanissima negli Stati Uniti e, specificamente, in Brookly,n, dove risiedeva un suo fratello, impiegato come "designer" in una rinomata ditta di New York che confezionava abiti da donna. Poco dopo la sua residenza in Brooklyn la conobbe il caro Peppino Procopio che brillava, tra i giovani dell'epoca, per cultura e raffinata squisitezza di carattere. Si amarono scambievolmente. Si sposarono il 10 luglio 1910. Lascia nel profondo dolore il marito; i fi.gli Elvira; Giuseppina, vedova dell'ingegnere ·Ernie Cassab, ex capitano dell'esercito degli Stati Uniti m·orto in Long Beach, Long Island, N.Y., alcuni anni fa; l'avvocato Miario Alfredo, Mediator of Labor Account dello Stato di New York; Alba, insegnante nella ,pubblica scuola cittadina di Long Beach, Long Island, N. Y.; Luisa, Ricordando Matteotti vedova dell'altro .figlio "Frank, ex -cap'itano dell'esercito Americano e Public Account; dirigente. della Local 563 della Shoe Service Workers Union, spentosi giovanissimo, lo scorso 29 marzo 1963. Le esequie della defunta Sig.ra Procopio ebbero luogo lo scorso 6 Aprile c. m., alla Machen Mortuary Corp. 52 Clinton Ave., Rochville Center, Long Island, N. Y. Furono a dare l'ultimo addio alla estinta molti parenti e amici. Non possi1amo dare i nomi di tutti, perchè richiederebbe alla Rivista molto spazio. Ci limitiamo ai nomi di coloro che, fugacemente, ci fu dato notare: Luigi Antonini; Arturo Di Pietro; Comm. Santo Pernicone; File:no De Novellis; ,gli amici intimi Pietro e Francesco Greco e Frank De Luca e Si,g.ra; una schiera di parenti ed iamici a non finire, che giunsero da lontano e da vicino, come in solenne, tacita e dolorosa processione. La salma fu tumulata al St. Charles Cemetery di Long Island, N.Y. PIETRO GRECO DIFFICOLTA' TECNICHE in tipografia ci hanno costretto a limitare il numero delle pagine di questo numero a 32. Molto materiale già composto rimane sul marmo. I collaboratori ohe non vedono i loro scritti, pazientino. Col prossimo numero speriamo di ritornare alle condizioni normali. 10 Giugno 1924 Come più si dilunga nel tempo il giorno ch'Egli fu trucidato, e negli spiriti lievi il ricordo s'annebbia di quel ch'Egli fu, di ciò che il suo martirio ha significato; e i masnadieri presumono limosina ormai l'amnistia dell'oblio ... Non è di quei trapassati che il tempo edace consuma. Il richiamo della sua voce non si affioca, il lampo del suo sguardo non langue. La clessidra del Destino versa invano la sua assidua polvere sopra il suo nome, che - vietato - più risuona. Egli giganteggia nella lontananza. · Perchè ogni anno che fugge, ogni giorno, ogni sera, scolpiscono più profondo e più nitido il contrasto c:h'Egli incarnò. Tutto ciò che di nobile, di alto, di prode fu nell'Italia di ieri, risarà nell'Italia di domani, si accompagna alla sua memoria. Tutto ciò che singhiozza nel macabro carnasciale presente, ha il nome dei suoi carnefici. Due ltalie: due mondi. La redenzione; il ludibrio. Una gente che si desta, che ama, che anela alle bellezze; il secondino, lo spione, la tortura, il pensiero in ceppi, la viltà che striscia, l'or.gia che rece, la penisola ritornata terra dei morti. La libertà che schiude le ali; l'ignominioso terrore. L'eroe sereno; il pagliaccio lugubre. Il Santo e il Tartufo. · La mano che porge e si porge, l'artiglio che arraffa e che lacera. Il trillo dell'aurora, e lo stridere notturno del gufo. Un popolo assassinato, e gli assassini e rapinatori di un popolo. Riposa spettro gentile. Rientra, o figliuolo, nell'avello. La rosea ora dell'alba non ancora è scoccata. Ma noi ti rinnoviamo il giuramento di allora e di poi. Te lu rinnova un vecchio, che, familiare ialle tombe, dell'esilio tende al suo sepolcro le palme deluse; nel nome dei giovani, de' tuoi f.ratelli, dei figli. NON SI TRADISCONO I MORTI. LA GRANDE ORA VERRA' ! Luglio 1943 FILIPPO TURATI Bib i teca Gino BiF9 OCORRENTE - Boston, S·1rnim.er 1966
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