30 dolo e distruggendolo per poi passare oltre, senza mai incontrare una resistenza organizzata su larga scala. Al suo sorgere, il partito socialista era stato all'avanguardia per tecnica organizzativa, delle forze politiche italiane. Trent'anni dopo, o poco meno, esso è ancora in grado di battersi con efficacia, e finanche con eroismo, quando ne sarà il caso, sul terreno elettorale e su quello sindacale, ma non è in grado né di attaccare, né di difendersi sul terreno della violenza, e neanche in grado di mobilitare, controllare e dirigere le masse dei propri iscritti in agitazioni e manovre secondo un disegno preordinato. Mai come in questa circostanza il suo gruppo dirigente si trova a rimorchio e non alla testa del movimento delle masse. Tra -le componenti della crisi socialista nel momento più impegnativo, io credo che un posto di primo piano vada riservato a questo insieme di problemi, ancora tutti da impostare e da affrontare lungo filoni da ricerca che vanno dal piano ideologico a quello sociologico. Una giusta politica, diceva un intenditore come ,Stalin, trova sempre le formule organizzative idonee allo scopo. La crisi della organizzazione politica del movimento operaio va vista perciò come la manifestazione concreta di una crisi di orientamento ideale e politico, che coinvolge tutte le correnti socialiste, nessuna delle quali appare in grado di elaborare una politica realistica, e su di essa battersi nel partito e fuori. Per uscire, anche qui, dal generico, è necessario penetrare, per così dire, all'interno della problematica delle varie correnti, cercar d'intendere quali siano i fondamenti delle loro rispettive ipotesi, delle loro tesi programmatiche, quale la logica della loro azione. Ed anche qui il lavoro da fare non è di poco momento. Come s'è infatti già notato, i nodi più grossi della storia ideologica dei vari gruppi sono ancora da districare. Termini come riformismo e massimalismo, revisionismo e comunismo vengono ancora generalmente usati nel significato .ad essi attribuito nel corso delle lotte passate, sulla base cioè di sintesi frettolose e fortemente influenzate da esigenze pratiche immediate. Accade così che sotto la medesima etichetta si trovino accomunate realtà complesse e non omogenee. Turati, Matteotti e D'Aragona, ad esemnio, sono tutti e tre riformisti, ma nella crisi del dopoguerra essi esprimono orientamenti tendenzialmente diversi, sempre più diversi, come nel caso di Matteotti e dei dirigenti confederali, via BibliotecaGino Bianco via che la crisi procede; .S-errati, Bombacci e Gramsci appartengono tutti alla maggioranza massimalista, ma le divergenze tra loro non attendono la scissione di Livorno per manifestarsi; Lazzari e Bordiga provengono entrambi dalla sinistra, ma già nel 1919 essi si collocano ai due estremi opposti. E queste differenze contano, perché dietro ognuno di questi nomi sono forze reali, diversamente orientate, tra le quali nei momenti decisivi viene a mancare l'unità di intenti e di azione, e si stabilisce invece un equilibrio instabile, che diventa fattore di oscillante immobilità in una situazione caratterizzata da rapidi spostamenti di forze ed in continuo movimento. Di qualcuno di questi uomini si sa parecchio, di qualcuno poco, di nessuno d'essi esiste un'ampia documentata biografia. Ed è lacuna grave. Per uomini i quali non hanno mai obbedito alle leggi dell'opportunismo personale, e che sono stati in ogni momento interpreti di tendenze operanti nei fatti e rappresentativi di orientamenti diffusi, la ricerca biografica dà sempre risultati assai interessanti. In questo specifico caso ricostruire il passato di ciascuno di questi uomini, analizzarne le esperienze, vagliarne gli atteggiamenti via via assunti di fronte ai problemi nodali che via via la storia 1 pone, sÌJgnmrca a:pri'I"sila strada ail'l'inten1dimenito delle. J'la:gioni iper le qua'1i all'1aprksi d1elrla 'più dramma,ti'c'a cri1sic'.he la società itarHana abbia fino a quel momento conosciuto, lo stato maggiore del partito socialista, della forza cioè più compatta formalmente, meglio organizzata in apparenza e relativamente più forte nel paese, sia diviso in maniera profonda, squassato da tendenze diverse e divergenti. Indubbiamente nelle correnti socialiste, quali si presentano nel dopoguerra ci son molte cose che non s'inquadrano più negli schemi del passato. I lunghi anni di esperienze culminate nella guerra, nel crollo della Seconda internazionale, nella rivoluzione russa hanno lasciato il segno, operando decantazioni, introducendo elementi nuovi di differenziazione, facendo balenare intuizioni nuove. Il peso della tradizione e dei fattori reali sui quali la tradizione s'è venuta costruendo è però ancora assai forte. Il gruppo riformista è ancora, nel suo nucleo centrale, quello dei fondatori del partito e della organizzazione sindacale. Minoritaria fin dal 1912, la corrente riformista appare nel partito in costante regresso, ma continua a conservare posizioni di forza nel gruppo parlamentare e nella Confederazione del lavoro. Essa è inoltre la sola che vanti un pro-
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