Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1925-1974

26 Gaetano Arfè IlMovimento Socialista italiano nelprimdopoauerra E' prossimo ad apparire 1presso le « E,dizioni Avanti! » il volume contenente gli atti del Convegno promosso dalla nostra rivista sul tema: « U ,movimento socialista italiano - Bilancio storiografico e \problemi storici » tenutosi a Firenze nel gennaio 1963. Da esso è tratto il ,testo che pwbblichiamo. Le note qui tralasciate a,ppariranno nel volume. L'a politica dei partiti operai nel periodo compreso tra la fine della prima guerra mondiale e il declino del movimento aventiniano ha costiun evento cioè di importanza decisiva nella storia italiana e di incidenza tutt'altro che marginale nella storia dell'Europa. Per molti anni, perciò, il giudizio sul partito che sopportò per intero il peso delle responsabilità negli_ anni tra il 1919 e il 1922, ha costituito una delle componenti fondamentali negli orientamenti ideologici e politici delle giovl;l.ni generazioni. L'adesione al partito comunista o al movimento di Giustizia e Libertà di molti degli eletuito il tema sul quale con più intensa carica di menti più combattivi delle nuove leve antifascipassione si è esercitata per lunghi anni la pale- . ste - un fenomeno che_ha avuto una importanmica all'interno delle correnti socialiste ed an- za notevole nella vicenda del socialismo italiatifasciste con l'effetto di irrigidire, fino a cristallizzarli, giudizi e pregiudizi che ancora oggi rendono intricato e difficile il discorso storico. La ridda dei « se » nei quali quel dibattito è rimasto lungamente inviluppato - se Turati fosse andato al governo, se la Direzione massimalista avesse tentata l'iniziativa rivoluzionaria, se la scissione di Livorno non ei fosse stata, se la maggioranza socialista si fosse allineata con Mosca, e cosi via - non è stata infatti se non in minima misura una contrapposizione di ipotesi interpretative; tendenti a sup~rare, sia pure attraivenso la ·polemica, posi,zioni idei ,passato: è stata invece soprattutto l'espressione di una continuazione della lotta accesasi nell'immediato dopoguerra tra le varie· correnti del movimento operaio italiano, e per molti aspetti non ancora conclusa. Col passar degli anni e dei decenni, quella polemica è venuta perdendo molta della sua antiica virulenza, ma \certe sUigiges-tioni,am~h'e se •espTesse in 1foriffilemeno rozz·e e sempH'cistiche di un rtempo operano ,an:cora, e non .si ifa !fatica a risentirne l'eco nel dibattito poÌitico attuale. La ragione, evidente ed ovvia, di un tanto accanito fervore sta nel fatto che nel primo dopoguerra la condotta delle rappresentanze politiche del movimento operaio socialista si colloca all'origine di una catena di reazioni, culminate e concluse nella soluzione fascista ctella crisi, in no del secondo dopoguerra - ha spesso all'orig'i:ne rUn ,giUdiziiodi •con1danna, sommaria e senz'a:pipel'lo, de'1 so'ci,a;!ismo trndli,zionale, considerato un 1con1g 1 lomerato Idi i'mpotenz·e, 'C'henel momento decisivo si erano manifestate nelle forme di un riformismo· imbelle e di un massimalismo velleitario e inconcludente. L'ultima libera pubblicistica apparsa in Italia e la stampa dell'emigrazione recano tracce vistose di questo stato d'animo, diffuso del resto anche in Italia, soprattutto nel primo periodo di aperta dittatura fascista, quando si organizzano le prime reti cospirative. Stefano Merli, che ha studiato sulle carte dell'archivio Tasca e su altre fonti ancora la storia del Centro interno socialista operante in clandestinità in Italia, e delle sue origini, ha avuto modo di rilevare e _di sottolineare quanto arduo sia stato, soprattutto nella fase iniziale, ed in Italia più ancora che nella emigrazione, superare le riserve e gli scetticismi che la rinascita di una organizzazione ufficialmente socialista suscitava nei giovani antifascisti, e ridar credito e pTeistiJgio ad una tradizione colle,g,ata al ricordo di brucianti e rovinose sconfitte. Anche tra i socialisti, peraltro, il giudizio corrente sull'operato del loro partito nel corso della crisi post-bellica era estremamente severo, anche se viziato dalla tendenza, naturale nei ripensamenti postumi dei protagonisti di una batBibliotecaGino Bianco

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