Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1925-1974

12 Socinlismo Dcm0<·ralico ~~g~~ì~;:~o~\~ec~~~~i~fif~~i ~i~!n~;i, in corso, Le riscn'e auree della Banca d·lralia, alla fine del J>rimo trimestre di quest'anno. erano di 2 miliardi e settecentocinquanta milioni di dollari, ai qu:ili \'anno aggiunti cinquecento milioni di dollari di disponibili!à del Fondo Monetario .Inter• na1.iona!e e l'apcrtunt di credito per un miliardo t ~? 1 !~~~t~ei.i·~~~~~~zon'J'e1f!a~~l:l~ctaJ~\in;!~~~ menti alla fine dei prossimi diciannove mesi ad un miliardo e ottocento milioni di dollari, si \'ede a quale usura po1rcbbcro essere sottoposte le ri,;cn·e auree dcli.i Banca d·halia. ger~i 0 1ap~!![~ \/,~~io~~~~ 7 ~a!f~ens~~i a!~ifo condizionati dalla volontà del Go1•erno a perse· verarc in una politica responsabile. un•1tal.ia re· sponsabilmcnte governata tn;werà presso I suoi alleati tutto ciò che le occorre; non troverebbe nulla, invece. se dovesse prevalere - per assurda ipolesi - la lrresponsabilil/1. I preu.1, che sono aumentati in modo preoccupante. hanno tenden1.a a crescere ancora. anche se con un ritmo pili calmo. Ma ciò che preoccupa m;,.ggiormcnte è l'aumento dei costi. O\'e I costi non cessassero dì crescere. sarebbe messa in pericolo la competi• tività della nostra industria, ciò che rappreS('nlerebbc una minaccia per il \i\•cllo dcll"esport:uione e dell'occupazione operaia. Nclranno In corso cl sarà un rallentamento del ritmo a.scendente dclb domanda, ma non tale da ristabilire l't."quìlibrio con rorrerta. In questa situazione, il Governo deve_ .assu· mcrsi coraggiosamente le sue rcsponsab1hlà. I provvedimenti già presi dal Go\·erno sono stati utili e nella direzione giusta, ma no~ sono surfi· cienti. Occorre una seconda serie d1 misure per difendere il potere di acquisto dei salari ed il livello di occupazione del lavoratori. Una condi• tione della scure, che rivedesse le bucce alle spese dello Stato, sarebbe pili che opportuna: una scel- ~~nd~l~t~o~1\li ~;s~~~ti:!n~uclij ~itl~~rtl~1:!Ji:: ciale come. per esempio, le case operaie. le sc~le, gli ospedali. Bisogna affrontare con coragç10 il problema dei ddicit di imprese pubbliche d1 servi1:i; nessun prestito forzoso o misure del genere sarebbero consigliabili, ma un adeguato aumento delle imposte sui redditi cl pare misura indicai:! a distribuire equamente i sacrifici fra tulle le categorie produttrici. La politica del rcddili dC\'C tc:ndere progressivamente all'obiettivo dcll'aumen• 10 dei salari eguale al tasso di aumento della produttività. Eguale norma, ovviamente, dcl'e valere per i profitti mettendo l'accento su una [~!~i~:g;~~~;~~:~}J~~~i~~f j~t:J~:i~: Si ~ voluto, rlpc:lo, crea~ un•artlliclosa <'Ontrapposlzlone tra misure congiunturali e rifonne di struttur.i: si lratta Invece di due cuse lndlssoclahltl, polch~ solo con la colJaborado11e dellu classe lavoratrice, e suscl· L'economia un•cconomia d('mocratica presuppone una iniziativa collettiva per lutti quei :settori in cui un iutercsse generale non è conclliabile automatica• mcnle c~m una ec~momia individualistica. Ma. dove l'iniziativa ind11'iduale produce frutti benefici, sarebbe assurdo sopprimerla o soffocarla an1.ichè rcf!olarla nell'ambito dl una programmazione che ut11i7.zi, al ()iù alto lil'ello, le energie di tutti. In ultima an:ihsi, la validità di un sistema economico si commisura alla polenza del suo sviluppo produnivo, all'equità nella ripartizione dei redditi ed alla garanzia di libertà per tulli. A noi pare che tali obiettivi trovino il loro raggiungimento proprio in quelle democrazie che, respingendo la burocrativ::u:ione dell'economia, hanno assunlo l'iniziativa della collettività demucralìcamcnte organizzata come il più valido me1.zo per il raggiungimento di un'alta produ7.ione e di un'alta gìu· sti1:ia sociale. Dd resto mie orien1amen10 è quello che ri· suita dal programma del Governo di centro·sini• stra e se è giusto attenersi alla lettera di questo projframma è ancor pili giusto 1111enersì al suo spirito che è spirito di dcmocra1:ia e di libertà e non già di conservazione sociale o di burocratiu.azione pseudo-sociale. Noi vogliamo 11upenore JII squilibri !erri· lortall e settoriali, vogliamo la eliminazione delle maggiori deHclenze nel campo delle doluion! civili dell'llalla, vogliamo U pieno Impiego, la dlrfuslone del benessere, l'elevazione del livello di vite civile del clltadlnL Noi vogliamo eliminare Il divario an· eora esistente Ira Il Mezzogiorno ed il set· tcntrlone, un migliore assetto del settore agricolo e Il raggiungimento 1,er I lavora· tori della terra di condb.lonl di vita e di lavoro eom11arablll con quelli degli altri set· tori produttlvl. Noi vogliamo un 11pproprtato assetto urbanistico, la reallT.ir.azione di un sistema di sicurezza 110elale e l'adeguamen· to del seuore O!IJ)Cdallero alle esigenze dJ una soclelà moderna. bdine uol. vogliamo, Biblioteca Gino Bianco lando In usa fiducia nella 1>0llllea di ceutro sinistra, si potrà anda~ avanti e progre· dire. Ma Il problema, prima che economico, è 1)0111\co. Se una chiara l'olonlà J>0Ullca aorr.!ggcrà Il Governo e le ro.-~.c che lo com1>0ngono, tulle le dlfficoH!!, - nel corso del 1mwslml dlclollo mesi - potranno essere su11erale e l'equ!llbrlo ristabilito. Se tale volonlà, invece, dovesse fare difetto non d troveremmo sollanlo di fronte 11d una crisi di governo, non cl troveremmo soHan· lo di fronle alla crisi di una formula poli· tlca, ma cl trove~mmo di fronte ad un vuoto che allirerebbe falalmente I" forze contrarle alla libertà ed alla glu1llzla sociale. Ecco perché li nostro sguardo si deva volgere al partiti che di quesla formula 110IIUca sono I protagonisti. Nessuno si 1100 alh,nnare s.e diverge,n.1' •u questo o 11uel punto del progra111ma, 1u questo o quell'at10 di governo possono ,orgere, sem11rcché lall divergenze si mantengano nell':m1hlto di una discussione sereni, da cui sealurlsce se.1np~ una soluzione giusta. Ciò che potrebbe euere perleo!O!IO, Invece, sarebbe l'aftem1and. In seno al parlltl della maggloran7.a. di quelle forze «nlrifughe portale le une a guardare verso la deslra conserva· trlce e le altre ad Indulgere alle nrnnov~ delrop1,osl7Jone comunista. E· nonnale che ogni partito abbia le sue ten· , dcnze e che ognuna di esse metta l'accento su questo anzichè su quell'altro problema, ma sa· ~b~a a~~~~e p~p~i~es:~~:leJfic:lt~~:::~~as;~ verse dalla formula di centro sinistra e dalle ca· ratteristiche che tale politica deve avere. La po· litica dl centro sinistra è sorta per dare una risposta ai problemi della classe lavor.itrice ila· liana, è sorta per consolidare la democrazia e per porre l'Italia al li,·cllo delle nazioni più progrc. dite, Si verrebbe meno a tale rolitiea se sì indulgesse alle tendc01.e ronservatrici per la cri· stalliu,.:izione di strutture arçaiche della nostra economia. Da anni. per esempio, gli amici del ~lerçato Comune ci sollecitano di superare un sistema dì conduzione come la meu~'ldria. nell'interesse generale del nostro Paese. Né si può ammc1terc che la forma più ingiusta di atriechi• mento, rappresentala dalla six-cula1:ione sulle aree. 1>0sga arreslarc una politica urbanistica al livello di una <kmocrazia moderna. Lo stesso v:,lc J>èr Culti gli altri probkmi che fii;urano nel prngr;unma go\'CTnativo: d'altro canw, non si 11uò indulgere alle tendenze di chi \'ede nell:'.1 ::::~!.\ctc~~ c:~,~r 0 or~;~t!;!zi~~ 1 ~ ~~~.,~~n~:s~~~: cratica della nostra economia, ma un passo innan1.i l'erso la burocra1iuazione della società. Sarebhe veramente assurdo se. nell'auo slcsso in ~:~1~oi1:ac:~~~~~:1.ecti~hi{~1~~7:~V~ 0 n:~~e:;i pl'odullìvi non !Klno' più compalibìli con lo svi· luppo delle for,.c produlli\·e. nel nostro Paese si commeueswn, ('rTOl'i in quella clit'l"7.ione sb:1gliata. democratica sopra ogni allra cosa. rl.'IO!vere In modo In· tegrale e definitivo Il problema della scuola 110rta.ndo I figli del Javoralorl Italiani a di· ventarelafuturaclassedlrigentedella11117Jone, In questa grande opera noi 5oclallstl democrallcl cl scutlamo lm1,egm1tl con tutte le nostre forze. Ma al noslro Impegno, perchfi!i•la veramente efficace, deve conis110nderc eguale Impegno da l'arte degli allrl Partiti della coalizione. Fra qualcl,e settimana Il congresso del Partito democristiano ci dirà quale è la linea che la democrazia cattolica ìnlende seguire. Troppo rispet· tosi del tra\'aglio delle fon,e democratiche, non ci permetteremo di interferire nei dibattiti prcpa· ratori di tale congresso. Possiamo però esprimere l'augurio che dal congresso della Democrazia Cristiana esca rafforzata la politica di centro sinistra sen1.a a1tenua1:ioni e senza oscillazioni, che dal congresso della Democrazia Cristiana esca riba, dila l'autorità di una dire1.ione politica che si è adoprata con grande lealtà e con grande coraggio ad armoniuare le non facili esigen7.e di tutti gli alleati della coalizione. Ma non dirci tutto il mio pensiero se no11 esprimessi una certa perplessità per altcggia- ~:C~~~~z:,U!i;0p;;~e~ef3~:~~~ ~~l'~t~u~~ litica, eventuali soluzioni di ricambio di cui 1roppo si parla anche se nessuno ancora ha saputo dire in che cosa consisterebbero, Ad ogni modo sarà compito dei congressisti democristiani dirci se i democratici cattolici intendono proseguire co· raggiosamcnte per la giusta strada che, pur tra difficoltà ed ostacoli, porta al consolidamento del• la democrazia e al'vicina il Paese nlla gius1izia sociale, oppure se preferiscono limitare il loro ori7.zon1e a quello di un Partito sia pur grande ma non tale da poter risolvere da solo i prubkmi della Nazione. Volendo guardare pili a fondo nel problema politico della politica di c('ntro·sinistra, si deve constatare che lo S\'iluppo di una grande forza socialis1a dcmo.:r ..tica è nella na1ura delle cose. Ciò non vuol dire che problemi di ardua solu1.io11e debbano essere già dati come risolti. Ciò l'Uol dire che ci sono dei problemi c.he esistono e che la stessa l}t.llilic:, di een1ru·sin1stra 1n,:11e e mellel'à scm111·e più a fuoco. Ma prima di .iccc1111are alali 11roblend vorrei •oHollnc:.rc che c'è un punto fcmm sul qu11te tutti dobbiamo CHCl'e d'accordo cd è che quanto più Il PSDJ si rafforzerà 1an10 11lll si ,·cdrlt chiaro nella situazione Italiana. Sempre quando il 11oslro Partilo subisce una leggera flessione elcttor..le lii ponsono In moto forze centrlsle che ten• dono a dlS!IOClare la pollllca di centro sl1tlstr<1. Sempre quando Il n05tro Parllto si eunsolhla la com·crgenza di tutti I demo· crallcl verso la pollllca di centro slnist.- .. ,1 fa 11111 cvMenle, Nostra presenza La pubblica opinione si rende M."mprc più conio di quanto signifiehi nella vita del Paese la presenza di un Par1ito come il nostro, 1a cui es.sen1,a è congeniale con i valori rli giustizia. dì libertà e di indipenden7.a del Paese nella pace. La pubblica opinione considera con grande com- ~:i;::'::/:a n:\d~rt~i~~t~,e~·~ ~~r~ra lecon~:i democratiche del mondo, il nostro realismo cho si fonde con l'amore P<,:r la pace nella concezione dei rapporti con le nazioni dell'est e soprattullo con i Paesi in via di sviluppo. Paral!elamenle lu classe la1·onurice. la cui coraggiosa a\':tnguardia è staia all'origine del nostro m01•imcnto. sl sente ~~l z~~ 1 ~al~~~:o pite v~~~ s 8 a ~~!i 0 un:cl ri~~~ al problema della condizione umana che vede riaffiorare nel suo seno i rigurgili di quel mili· 1arismo e di quell'imperialismo che l'Occidente. grazie alle lolle per la libertà, si è lascialo dietro le ~palle e si avvicina consapevole e fìducjos.a agli ideali del socialismo democratico. Tutte te condizioni esistono quindi per il consolidamcnco organi1.zati\·o cd elettorale del nostro Par1ito nel momento in cui la sua maggiore for1,a è indispcn· sabile per far fronle agli eventi che maturano, Più che mai occorre in Italia una for1.a composta di uomini sorretti da alti valori morali, da socia!isli e democratici saldi nelle loro convinzioni della in;;cparabilit~ del nostro destino con quelli di 1u110 l'Occidenle democratico, capaci di affron1arc e risoh'crc i pl'Ob!cmi economici e sociali della Nazione conformemente alla leucr.i e allo spirito della cosliwzione repubblicana. Solo un rafforuunenlo del nostro Partito, che senle 111lon>0 a sé la solldarlctlò ere· ,icente del Parllll eonfratelll dcll"fntemadonale Soc.lallsla, può rendere sempre pi(, ....,. Ilda la 110lltlca di centro slnlslra sollr,ten• dol11 alle osclllazionl del residui est~mls1f e sezionali, alr11ngustla degli orlu.ontl llmllall che non v111mo al di là degli luterell,jJ di 11;,rtlco. Tun:,via. dobl.liamo essere noi i primi a dare l'esempio, cercando di \'edere le cose al di là dei confini della nus1ra organizzazione. Il Par1ito Sucialisla Italiano, che sta a poco a poco risol1•endo il suo tral'aglio, è riluttante oggi a porre il pro· blema dello sviluppo del socialismo democratico in llalia nel suoi termini concreti. Al problema dcll'u11ità delle forze che credono nel socialismo democratico. oppone astrattamente l'unità della ~~~~~n~a 1 diral{;~~g;;iied~irit: 0 H~~c:·a~~~tap;:!;: nava gli astrauisti a quel tale che, al'cndo chiesto frutta ed esse~dogli state offerte mele, pere, su· sine, <.-cc., le nfiutal'a dicendo di volere Ja frulla in as1raoo. Certo tutti i socialisti democratici ~ogliono l'unità dei la1·oratori, nessun soclalista democratico rinunzia all'idea dell'unità dclb clas· se lavora1rice. Ma la 11ostra onestà intellettuale ci porla a prendere allo che nei Paesi con grandi e nobili tradizioni di lotte del lavoro e per la libertà la unità della classe la1•oratMce non è possibile che sulla piauaforma della dcmocr.i1:la politica. Non è a caso infatti che noi vediamo l'uni1à della classe lavoratrice rcaliv.ata unica· mente nei Paesi in cui la democrazia ha le sue radici pili salde, nei Paesi in cui la classe lavorJ• trice si raccoglie attorno agli ideali d~I sodatismo democratico. Negli allri Paesi noi troviamo o una unità formale imposta con la coercizione - cd i: il caso dei Paesi in cui il comunismo è al potere - oppltl'e troviamo l:t classe lavoratrice divis!t, ed è il caso dei Paesi democratici come il nosiro, in cui esislono larghe frange totalitarie. Ci si dice che proprio per questo il socia!brno itali:,no non può adattarsi agli schemi del socia· lismo democratico dei Paesi più progrediti. Certo il socialismo de\·e adattarsi alle condizioni am• bientali In cui opera, ma uno sguardo obic1tivo alla situazione italiana cl rende conl'intl che pro· prio un adattam('nto alle situazioni ambientali dovrebbe portare le classi diMgcnti della politica socialis1a su posi:tioni confonni a quelle dei partiti aderenti all'Internazionale Socialista. Cerio ci sono nella nostra economia delle zone d'ombra, ma c'è sopraltullo una vischiosità per cui molti dirigenti si adagiano in concezioni atcaichc da cui non sanno c\·adcrc per guardare ai pili vasti orinonti della politica l'cramcnte moderna. Il dovere di noi socialisti democratici è di collaborare con &li altri partiti pcrchè le 1.one d'om• bra nel cam1>0 delle riforme sociali si riducano, ma anche di stimol;orc i ritardatari a u-.circ dall:I loro incr,:ia e raggiungere posizioni politic;omento e culturalmente pili avanzale.

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