Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1925-1974

Documenti 12 maggio 1962 pag. 17 J{inascita Seguito del carteggio inedito con Giulia Schucht ( nwrzo-novembre 1924) Giudizi di Gralllsci sull'Aventino e sul moto di riscossa popolare dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti (Vienna], 15. III. 924 Carissima, la mia fantasia è morta e disseccata. Non penso che a te e alle probabilità che esistono per la tua venuta. E' un'idea ossessionante, che mi domina sempre e mi fa fare tanti castelli in aria. Ora mi pare che almeno per un certo tempo tu potrai deciderti a venire: ora invece penso che anche questa è un'illusione e che tu non riuscirai a tro\'are l'energia sufficiente per risolverti. Evidentemente sono ancora molto debole e il mio cervello funziona ancora molto male: ma è così. La tua immagine mi è sempre davanti e il ricordo della nostra felicità mi tormenta come un ferro rovente. Tu, una volta, ti sei quasi offesa perché io ho detto che la vita è breve. t-.Ia, in verità, è sempre questa l'idea che mi attenaglia. Sono vecchio, mi sento vecchio: mi pare davvero di essere nato a 80 anni come il Lao-tse cinese e che tutto innanzi ai miei occhi corra senza lasciarsi ghermire neppure per un istante. Eppure la vita che faccio dovrebbe farmi sentire ogni minuto, tanto è uguale e monotona. Sono in casa di una pensionante, credo cristianosociale, che non mi ha lasciato tranquillo finché non mi sono acquistato un paio di pantofole che non offendono l'orecchio degli altri casigliani e non consumano il pavimento lucido e i tappeti della stanza. Ho una grande stanza, con una bellissima santa al capezzale ( deve essere sant'Agnese, sebbene non abbia l'agnellino) e tanti quadrettini: ce n'è persino uno che rappresenta un pappagallo, con le penne vere appiccicate: un'idea che mi ha commosso fino alle viscere; ma non ho semishki ( 1) . Da quando ho cambiato casa, nuovamente dormo poco, quantunque mi levi presto al mattino ( alle 9 e spesso anche alle 8). Notizie tutte che penso ti interessino assai, ma esse costituiscono il tessuto normale della mia vita, che è molto vuota, perché non ci sci tu e c'è solo la tua fotografia che uno di questi giorni taglierò a pezzettini: come posso tenere vicino a me un pezzo di cartone che faccia concorrenza alla sant' Agnese della parete? Diventerò cristiano, andrò ogni giorno in chiesa, mi confesserò e alla prossima festa di Pasqua andrò a comunicarmi: così lo sfacelo del mio cervello avrà descritto tutta la sua parabola, giacché tu tardi a spezzarla con la tua volontà. In questi ultimi tempi ho lavorato meno e con minor gusto. Dormo poco, come ho già detto, e ho il cervello stanco e gli occhi che bruciano. Ti mando il primo numero dell'ON, ( 2) del quale sono poco soddisfatto. Era già fatto e.la un mese, quando è stato pubblicato, ed era stato compilato in fretta perché pareva che dovesse uscire subito, immediatamente. Ha avuto un buon successo. Ne sono state tirate 6500 copie ( 1500 più che nel 1920) e il primo giorno è stato esaurito tutto: da Torino, da Milano, a Roma ne domandavano circa altre 2000 copie che non furono potute dare. Ciò dovrebbe stimolarmi a lavorare: ho ricevuto lettere di compagni che mi dimostrano quanto attaccamento esista per questo giornale che nel 1919 abbiamo cominciato a scrivere con poco entusiasmo e senza molte speranze nell'avvenire in cui vedevamo allora troppo lucidamente, tanto lucidamente che ciò diventava una pastoia: tutto ci sembrava destinato a sprofondare nel baratro, come avvenne davvero. Questo stesso attaccamento e le speranze che molti compagni ripongono nell'opera che l'Ordine Nuovo rinato potrà svolgere mi schiacciano oggi: sento di pfo la mia debolezza, la mia incapacità. Ci vorrebbe una BibliotecaGino Bianco Giulia Sclmcht col fiQlio Delio volontà di ferro, un cervello sempre lucido e pronto, una capacità di lavoro materiale che sono proprio le cose che mi mancano. E mi manchi anche tu, che mi avevi ridato qualcuna di queste forze. Vedi; divento persino piagnone, ritorno sempre alla stessa nota, lamentosamente. Tu comprendi, però. E devi anche sentire, fortemente, che venendo da me, lavorerai e mi aiuterai a lavorare. Il tuo lavoro non sarà inutile, tutt'altro: penso che dal punto di vista rivoluzionario, sarà molto più utile di quello che oggi fai: quante iniziative, quante cose si potrebbero fare insieme. Ciò dovrebbe darti energia e decisione. Ti assicuro, d'altronde, che se si fosse trattato solo del nostro amore, io non avrei insistito, come ho fatto: ma il nostro amore è e dev'essere qualcosa di più, una collaborazione di opere, una unione di energie per la lotta, oltre che una nostra quistione di felicità: forse la felicità, poi, è proprio in ciò. Ti abbraccio con tutta la mia tenerezza. ( 1) Semi di girasole. (2) Ordine .\'11orn. G. [Roma], 22 giugno 192-l l\.Iia carissima Iulca, ho atteso di poter partire, la mia partenza veniva rimandata di giorno in giorno: ccsì ncn ti ho scritto, pensando che io stesso sarei giunto prima delle lettere. Partirò, cioè potrò partire tra giorni? Non lo so e perciò voglio scriverti, perché tu mi senta lo stesso vicino a te, cara, perché senta il mio amore che ti abbraccia stretta stretta. Ilo vissuto giornate indimenticabili e continuo a viverle. Dai giornali è impossibiie farsi un'impressione esatta di ciò che sta av\'Cn<.!ndo in Italia. Camminavamo sopra un vulcano in ebollizione; di colpo, quando nessuno se l'aspettava, specialmente i fascisti arcisicuri del proprio potere infinito, il vulcano è scoppiato, sprigionane.lo un'immensa fiumana di lava ardente ('he ha invaso tutto il paese, travolgendo tutto e tutti del fascismo. Gli avvenimenti si sviluppavano con una rapidità fulminea, inaudita; di giorno in giorno, di ora in ora la 5ituazione cambiava, il regime era investito da tutte le parti, il fascismo veniva isolato nel paese e sentiva il suo isolamento nel panico dei 5uoi capi, nella fuga dei suoi gregari. Il lavoro fu febb1iie; occorreva di ora in ora prendere disposizioni, dare direttive, cercare di dare un indirizzo al torrente popolare straripato. Oggi la fase acuta della crisi è apparentemente superata. Il fascismo chiama a raccolta disperatamente le sue forze che, quantunque ridotte, continuano a dominare spalleggiate come sono da tutto l'apparecchio statale, per le condizioni di incredibile dispersione e disorganizzazione in cui si trovano le masse. Ma un grande passo in avanti è stato fatto dal nostro movimento: il giornale ha triplicato la tira~ura, in molti centri i nostri compagni si sono posti a capo delle masse e hanno tentato d1 disarmare i fascisti, le nostre parole d'ordine sono accolte con entusiasmo e ripetute nelle mozioni vot:ire nelle fabbriche; in questi giorni credo che il nostro partito sia diventato un vero partito di masse. Ho partecipato alle riunioni di tutte le opposizioni parlamentari, che nell'opinione pubblica erano diventate il cen,ro dirigente del movimento generale. Grosse parole ma nessuna "volontà di agire: paura incredibile che noi p~endessimo la mano e quindi manovra per costringerci ad abbandonare la riunione. Quante esperienze ho fatto in questi giorni! Ho visto in faccia la « piccola borghesia » con tutti i suoi tipici caratteri di classe. La parte più ributtante di essa era costituita dai popolari e dai riformisti (per non parlare dei massimalisti, povera gente di cascia andata a male); i più simpatici erano Amendola e il generale Bencivenga delì'opposizione costituzionale che si dichiarano favorevoli in principio alla lotta armata e disposti anche ( almeno a parole) a porsi agli ordini dei comunisti se questi fossero in grado di organizzare un esercito contro il fascismo. Un deputato democratico sociale ( è questo un partito siciliano che unisce latifondisti e contadini), che è duca, Colonna di Cesarò, ministro di Mussolini fino al mese di marzo, dichiarò di essere più rivoluzionario di me perché fa la propaganda del terrore individuale contro il fascismo. Tutti, naturalmente, contrari allo sciopero generale da me proposto e all'appello alle masse proletarie. La situazione è ancora acutissima. C'è stato già un tentativo di colpo di stato da parte dei fascisti estremisti, sventato da una vasta con::cntrazione di soldati e di carabinieri. Corrono le voci più strampalate. Certo in questi giorni accadrà qualcosa che potrebbe anche essere un colpo di mano militare. Politicamente la situazione non è risolta perché le opposizioni non vogliono rientrare in Parlamento fino a che alcuni capi fascisti responsabili non siano arrestati. Perciò per alcuni giorni ancora non potrò pensare a partire. Ma il mio viaggio avverrà lo st~sso, perché sarà necessario che a Mosca siano informati della situazione reale e delle necessità del noHro movimento che si tro\·a a dover fronteggi'.lre compiti immensi. Cara, quante difficoltà si frappongono alla nostra felicità; ma noi le supereremo tutte, compiendo intanto tutto il nostro dovere. Quanto sarei stato contento di averti avuto con me in questi giorni: mi avresti aiutato, le tue carezze avrebbero calmato i miei nervi e la testa che mi

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