Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1925-1974

lotta al fascismo come il compito storico della nuova generazione, fuori di schemi e formule appartenenti a un passato che per esser recente non è men lontano. Non è un corpo dottrinario organico che essi presentano, ma delle intuizioni che hanno in sè i germi dell'avvenire. La lotta al fascismo è per essi lotta alle forze che del fascismo sono state generatrici o complici, è rivoluzionaria nei mezzi, democratica nei fini. Àlla testa di questi gruppi troviamo i Gobetti e i Rosselli, nel loro patrimonio ideale l'insegnamento di Matteotti, nel loro mondo morale i valori etico-politici che costituiranno la coscienza unitaria della Resistenza. A questo punto abbiamo sott'occhio un panorama sommario, ma completo delle forze che operarono in campo antifascista tra il delitto Matteotti e le leggi eccezionali. * Tutte le componenti ideali della storia italiana vi sono rappresentate, dalle correnti liberali a quelle socialiste, dalle cattoliche alle repubblicane. Dietro di esse vi sono efficaci strumenti di orientamento dell'opinione pubblica, vi sono gli organi dei partiti, vi sono i maggiori e più accreditati quotidiani indipendenti d'Italia, dal « Corriere della Sera » alla « Stampa », vi è un reale moto di opinione attivo nel paese, vi è la parte migliore della cultura, vi sono, pressocchè compatte le forze della classe operaia, a malapena scalfite in qualche raro settore marginale dalla propaganda fascista. A tenere insieme questo blocco vi è però un solo elemento comune, di natura morale, la condanna senz'appello di un partito, di 1.. m governo che si valgono come arma di lotta politica del manganello e del pugnale .. E' un elemento importante che no~ basta però a sostituire l'iniziativa politica, ed è l'iniziativa politica che manca. Le cronache dell'Aventino sono da questo punto di vista assolutamente desolanti. Le speranze vengono riposte nell'intervento del re, nella casta militare, in Giolitti, nell'ulce~a gastrica di Mussolini. Gli osservatori politici informatissimi che pullulano nel sottobosco politico della capitate che fan la spola da uno schieramento all'altro sembrano essere i maggiori ispiratori della politica del blocco antifascista. I metodi legalitari possono essere buoni, men buoni o decisamente cattivi. In questo specifico caso, posti come indiscutibile pregiudiziale diventano solo elemento di debolezza, preventivo limite al66 la propria azione che priva i capi aventiniani di BibliotecaGino Bianco ogni mezzo di pressione sui centri di potere che sarebbe ancora possibile influenzare. Sul fronte opposto c'è invece un tattico consumato, un sovversivo autentico, un avventuriero la cui spregiudicatezza non ha limite ~1cuno .. Disorientato e sgomento all'inizio della crisi, egli però non cede, resiste con parole dure. La prima mossa però non è di sfida, è quella di presentarsi al senato col fermissimo impegno di spegnere ogni residuo illegalismo. ·Ma ottenuta la prima copertura passa all'attacco. Una legge impo~tata l'anno prima accantonata, contro la libertà di stampa è l'arma legale per colpire i giornali antifascisti. Armi sussidiarie i roghi sulle pubbliche piazze, le devastazioni delle sedi, l'aggressione ai lettori dei quotidiani messi al bando. Tutto il fascismo italiano è mobilitato in manifestazioni di piazza, organizzate da sindaci e prefetti, fioccano i discorsi volutamente contraddittori. Misero e triste sarebbe un paese senza libertà, in cui tutti dovessero pensarla allo stesso modo, dichiara Mussolini, per comunicare in altra occasione che delle opposizioni egli avrebbe fatto strame per le camice nere. Le minacce si alternano ai ramoscelli d'ulivo, il terrore alle lusinghe, dichiarazioni di lealismo costituzionale alla rivendicazione dei diritti della rivoluzione. Il contrattacco fron.tale ha inizio col discorso del 3 gennaio 1925, quando assicuratisi tutti gli appoggi, Mussolini rivendica personalmente la responsabilità politica e morale del delitto. E' passato il periodo critico, e la strada è di nuovo aperta alla violenza sistematica, su vasta scala, al terrorismo più feroce. L'Aventino si esaurisce e si sfalda, la stampa libera agonizza, la lista dei martiri si allunga, gli operai, irriducibilmente ostili, sono relegati nelle fabbriche, guardati a vista. A Bologna l'ultimo episodio. Dalla piazza par- ' te un colpo contro Mussolini, il presunto attentatore è linciato sul posto con disumana ferocia. E' un .giovanetto Anteo Zamboni. Attentato o preordinata provocazione, è questo il segnale per l'attacco finale contro quanto ancora resta in piedi del regime liberale. Camera e senato daranno la loro sanzione legalizzando e istituzionalizzando il regime della violenza in un complesso di leggi, di cui il tribunale speciale resta il simbolo. * Nell'estate del 1924 Gramsci aveva segnalati i sintomi del disgregarsi del blocco storico che aveva portato al potere .il fascismo e per lungo tempo ancora aveva ritenuto che sarebbe stato

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