L'altro grande partito presente sull' Aventin" è il partito cattolico, il giovane partito popolare. Nel suo congresso di Torino, avvenuto ranno innanzi. il partito popolare aveva praticamente chmsa la fase della propria collaborazione col goverrio fascista, condizionandola ad un espllcito e concreto riconoscimento da parte fascista dell'autonomia dei partiti quale fondamento del regime democratico. Posto dinanzi al problema di scegliere tra un possibilismo pericoloso e 1 una riafiermazione del proprio tendenziale totalitarismo il fascismo, non senza qualche contrasto interno aveva scelta la seconda soluzione, passando all'aggressione contro le organtzzazioni cattoliche non solo di classe ma anche religiose quale arma di pressione sul Vaticano. che aveva di' fatto capitolato inducendo il fondatore e capo del partito, don Luigi Sturzo. ad abbandonare la segreteria. Già colpito da defezioni, pungolato all'interno da una destra filo-- fascista ed all'esterno da gruppi apertamente clerico-fascisti, privato dell'appoggio del Vaticano, il partito popolare ha perso già molta di quella forza che lo aveva fatto emergere nello immediato dopoguerra come il secondo grande partito di massa. La sua presenza in una sorta di coalizione dove si trova fianco a fianco di massoni, di marxisti, di laici, non è il mezzo più idoneo per riconquistare le simpatie delle alte e basse gerarchie ecclesiastiche, che non approvano certo l'assassinio di Matteotti, ma ancor più temono - lo dichiara «l'Osservatore Romano,> - il salto nel buio. Di qui la tenacia dei popolari nel tener ferma la pregiudiziale legalitaria, nell'opporsi ad ogni tentativo di tr~sformare l'Aventino in qualcosa di diverso da quello per cui era nato, in un Parlamento ad esempio, che si autoconsiderasse il solo investito dal libero voto popolare ed agisse come autentico organo legiferante, secondo la proposta avflnzata già il 18 giugno da Piero Gobetti e ripresa da Gramsci. Nonostante questo, anche il contributo «popolare» a suscitare il movimento d'opinione nel paese, e a tenerlo desto è notevole e vi si distingue l'organo ufficiale del partito, il « Popolo», diretto da un al.lievo di Salvemini., Giuseppe Donati, che giungerà fino a presentare una documentata denuncia all'Alta corte di giustizia a carico di De Bono, quadrumviro della marcia su Roma e ministro dell'Interno al tempo del delitto. Altro partito che tien fede nobilmente al proprio impegno è il minuscolo partito repubblicano, il partito dell'interventismo irredentistico e BibliotecaGino Bianco Galvanometro d'una stazione telegrafica democratico, non secondo a nessuno per spirito patriottico, che porta nell'Aventino una nobilissima eredità ideale alla cui origine è il nome di Giuseppe Mazzini. Al partito repubblicano appartiene l'uomo, Eugenio Chiesa che nell'agitata seduta nella quale Mussolini aveva annunciata la scomparsa di Matteotti, aveva chiamato il governo complice, dando voce a un sospetto che i fatti .avrebbero confermato. L'apporto repubblicano è però privato della propria carica di specifica originalità dall'impegno comunemente assunto di non chiamare in causa la monarchia, vale a dire di non toccare il solo usbergo al cui riparo il fascismo possa di fendersi senza esser costretto a scendere in piazza e ad accettare il rischio di una guerra civile. Giovanni Amendola rappresenta invece nell'Aventino la corrente _liberale. Il vecchio storico partito risorgimentale non aveva mai avuto una forma di organizzazione che andasse al di là d1 circoli elettorali di grama e caduca vita, e la lunga pratica trasformistica ne aveva totalmente dissolto il nucleo ideale. Dalle file liberali erano venuti negli anni passati i filofascisti più autorevoli e influenti, in primo luogo il direttore del «Corriere della Sera», Luigi Albertini, convertitosi all'antifascismo troppo tardi per salvare altro -:!he la coscienza. In nome del liberalismo parlava Giovanni Gentile, di un bene inteso liberalismo, del quale il fascismo era il solo autentico erede, per cui au~entici precursori potevano esserne considerati tanto Cavour che Mazzini, per cui anche il contemporaneo Benedetto Croce poteva esser qualificato come un fascista che ancora non sapeva di esserlo. Amendola ;,vincola il liberalismo da tutte le ipoteche equivoche e ignobili, dando vita ad una unione delle forze liberali democratiche che sostenga nel paese lo sforza. dell'Aventino, e che vale in realtà a 63
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