52 libera sovranità del popolo italiiano al quale mandiamo il piu alto saluto e crediam~ di rivendicarne la dignità domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni». Poco prima, in un ma,nifesto di I maggio aveva scritto: « Il socialismo è un'idea che non muore! - Come la libertà!». Nei cuori dei lavoratori italiani Giacomo Matteotti vivrà quanto il socialismo, quanto la libertà. 9 giugno 1937: a Bagnole de !'Ome, da 'sicari francesi, su mandato del governo fascista, vengono assassinati Carlo e Nello Rosselli. Di Carlo Rosselli è da dire che egli ancora aspetta d'esser conosciuto e valutato a pieno da noi socialisti. Al socialismo egli era venuto dopo l'avvento del fascismo, se ne staccò poi per fondare un suo movimento, il cui ricco patrimonio di idee, oltre c.he di gloria ben merita d'esser rimesso nel circolo della tradizione socialista. Socialista infatti Rosselli rimase, anche se frequenti e non tutte felici furono le sue polemiche con noi. La dinamica interna del fascismo ha avuto in lui uno degli indagatori piu geniali, i problemi della rivoluzione italiana uno studioso ricco di intuizioni originali. L1 formula di « socialismo liberale » con la quale egli stesso qualificava il proprio pensiero ha probabilmente nociuto alla diffusione delle sue idee, occ?- mull'andolo nella opinione di molti ai tanti equivoci inventori di formule di compromesso e di transigenza. l'l suo fu piuttosto un socialismo libertario, chiaro e rigido nella sua pregiudiziale classista. Nell'ultimo suo scritto, nel quale è evidente il riflesso della esperienza della guerra di Spagna, da lui eroicamente combattuva,, egli cosf definisce il carattere del proprio movimento: « G. L. (...) è un movimento che ha ormai un netto carattere proletario. Non solo perchè il proletariato si dimostra dovunque come l'unica classe capace di opemre quel sovvertimento di istituzioni . e di valori che si propone; non solo perchè nel seno del movimento gli elementi proletari hanno miaggior peso; ma perchè nell'esperienza concreta della lotta ha misurato tutta 'l'incapacità, lo svuotamento della borghesia italirana come classe dirigente». Una form<a-zionenuova, originale, a carattere pro-, letario, continua Rosselli, dovrà essere la forza che abbatterà nello scontro frqnta'.le il fascismo, uni ficando, nella esperienza della lotta,· i vari movimenti proletari. In questa nuova formazi~ne G. L. confluirà portandovi: « Un r:a1pportointimo con la cultura e la storia del nostro paese, non nel senso del patriottismo volgare, ma dell'adesione a quella realtà nazionale da cui la Rivoluzione Italiana trarrà la sua originalità creatrice. BibliotecaGino Bianco La coscienza acuta di alcuni problemi ·che possono dirsi quelli della modernità dell'Italia (forma21ionedi classe dirigente; riscatto del Sud; alleanza proletariato rurale-contadini-intellettuali; ·federalismo) e soprattutto una preoccupazione centrale di libertà non astraitta, non formale, basata su una concezione attiva, emancipàtrice, della libertà e _dellagiustizia (autonomie, Consigli)». Che alla 'luce delle esperienze successive il pensiero di Rosselli possa dirsi superato, non mi pare. Non è che si debba tornare a Rosselli, ma certo la sua è unoalezione da rimeditare. IO giugno 1940: dal balcone di palazzo Venezia una voce stentorea annunzia 'l'entrata dell'Italia in guerra •a fianco dei nazi-sti. Sono pochi quelli che ora rimpiangono l1 a mancata vittoria di Hitler, sono molti quelli che farneticano sulle delizie perdute con l'entrata in guerra, che, assolvendo il fascismo d'ogni precedente delitto, gli attribuiscono la sola colpa di non essersi fermato in tempo per poter sopravvivere. Lasciamo ancora la parola a Rosselli: « Noi non puntiamo sulla guerra e - egli scrive commentando l'avvento di Hitler al potere - se non altro per averla futta, l'aborriamo con tutte le nostre forze. Se dipendesse da noi scegliere tra la 11ivoluzionea prezzo di una guerra: e il perpetuarsi del fascismo col beneficio della pace, non esiteremmo. Ma l'alternativia non si pone. Il fascismo, non l'antifascismo, è la causa del fallimento della pace. Noi non puntiamo sulla guerra. Constatiamo che I~ guerra viene. (...) _ Un solo modo esiste per scongiurarla: prevenirla. Prevenirla con un'azione risoluta, con un intervento rivoluzionario che nei paesi dove il fascismo domina rovesci le parti nella guerra civile. (...) Ci serviremo della guerra contro il fascismo: Trasformeremo la guerra fascista in rivoluzione sociale. (...) » 2 giugno 1946: i'! popolo italiano liquida i propri conti con la monarchia espellendok1 dall'Italia. È la ricorrenza fausta di questo mese, ma è una ri-correnza che dobbiamo ancora celebrare in tono minore, fino a quando la repubblica non sarà restituiva a coloro che l'hanno voluta, che l'hanno fatta, pagandola a prezzo di sofferenze e di sangue, che sono pronti a difenderla, a qualunque costo, da ogni oltraggio, da ogni ritorno infame. In tono minore, ma la celebriamo anche ora questa nostra repubblica, che abbiam visto nascere col suo carico di speranza e di fede, che abbiamo salutata in culla come una creatura nostra, che da noi piglierà l'impronta anche ~e lungo e lento è il cammino della storia, perch_è il socialismo è la libertà che non muore, che ha per sè l'avvenire.
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