Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1925-1974

tualizza e non si approfondisce mai il discorso, e chi tenta di farlo, si rende reo di « anticòmunismo viscerale». Eppure se a quindici anni dalla insurrezione di aprile nessun serio, passo avanti è stato fatto sulla via de_lla democratizzazione del paese, se ci troviamo sulle spalle un governo sorretto da una maggioranza che a pieno diritto si può defìnire ispirata al clerico-fascismo, qualche errore, e non di poco momento, deve essere stato commesso, e veramente ·non basta accusare l'avversario di non essere stato fermo a ]asciarsi infilzare. . Le responsabilità di questi errori non sono evidentemente tutte e solo del partito comunista, sono, anche se in diversa misura, di tutta la democrazia italiana. Individuarli, risalire alla radice è per noi condizione prima perché ]a marcia possa essere ripresa a passo spedito e con possibilità di successo. E questo compito comporta a nostro parere una estrema spregiudicatezza nel dibattito, comporta che chiunque abbia qualcosa da dire, dei problemi da porre, abbia la possibilità di farlo: i germi fecondi matureranno, quelli bacati resteranno' sepolti. Abbiamo tanta fiducia nella maturità dei nostri compagni, di tutti i lavoratori italiani, da credere che essi possano sostenere il dibattito senza <lisoScampoli Non siamo soliti celebrare le ricorrenze del mese, ma questa volta facciamo una_eccezione alla regola: cadono in giugno certi anniversari troppo densi di signifìcato, troppo carichi di memorie perchè si possa non ricordarli. ro giugno 1924: a Roma, da sicari fascisti, su mandato del governo fascista, è assassinato Giacomo Matteotti. Quando la figura di Matteotti sarà passata, come sta passando, dalla leggenda alla storia, J,a sua •statura politica e morale apparirà ancora più grande. Matteotti ·infatti è il primo antifo~cista italiano, il primo cioè che abbia saputo dare al fascismo una valutazione lucida e completa ed impostare contro il fascismo una battaglia idealmente ancora valida. Socialista di rigorosa intransigenza ( « Si comprenBibliotecaGino Bianco Operaio àssassinato. rientarsi, senza confondersi le idee, senza sbandarsi, diventandone anzi essi i protagonisti·; ed abbiamo tanta fiducia nei nostri principi e 1:.elle nostre idee da credere che dal confronto e dallo scontro ne deriveranno un arricchimento e una conferma, sempre necessari. È questa duplice fiducia, nella maturità dei compagni, nella feco11dità dello scontro delle idee, che manca a Roderigo, ed è qui che risiede la ragione vera e profonda del nostro dissenso. de - scriveva a Turati, che aveva aderito a Milano, nel 1923, alla funzione del Milite Ignoto l'esaltazione di una difesa vittoriosa, ma non di una Vittoria che per un altro proleva,riato si risolve in una sconfitta e in un'oppressione»), Matteotti primo ha assegnato a'l proletariato il compito di farsi portatore e garante dei valori di libertà e di dignità nazionale nel corso stesso deUa sua lotta per il socialismo, ha posto le basi di quel tipo di antifascismo che ha caratterizzato poi la Resistenza ita'liana. « ( ...) un partito di classe e di netta opposizione - eg'li aveva ·scritto - non può raccogliere che quelli i quali siano disposti ad una resistenza senza limite, con disciplina ferma, tutta diretta a un fine, la libertà del popolo ita'liano ». E nel suo ultimo discorso: « Noi difendiamo ]a 51

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