delle Carceri e della Polizia -, dopo 1a condanna del Tribunale Speciale a 30 anni, per essermi battuto abbastanza virilmente contro. la dittatura fascista mentre tre quarti degli italiani si piegavano ad essa??! 2°) Il mio intervento chiarificatore fatalmente minacciava di diventare assai massiccio ed io non posso disporre a mio piacimento delle colonne della Sua Rivista. 3°) Ho poi un contratto regolare con la Casa Editrice Ceschina per il libro sul delitto Matteotti ed ho dovuto riflettere che non mi era permesso · di scremarlo delle parti più succose. Perciò, mio malgrado, sono cosb·etto a rinviare gli italiani appassionati a queste riesumazioni a quando mi sarà materialmente possibile licenziare detta pubblicazione sul clamoroso delitto politico d'Italia in cui, contro tutti i miei precedenti ed a dispetto della mia mentalità, fui travolto. Delitto d'ordine storico, sì, ma che al cospetto di tante altre clamorose e sanguinose vicende ulteriori assume oramai un sapore alquanto anacronistico. ·La ringrazio, Onorevole Direttore, della p,ubblicazione, e Le porgo 1Jiù distinti saluti. Obb.mo Cesa-re Rossi. t) TESTIMONIANZE. - Signor Sindaco di Firenze. Questo decimo anniversario della liberazione di Firenze, richiamando alla menwria i dolori sofferti nei giorni della oppressione e della guerra che si combattè fra le nostre mura, impone a tutti di mantene-r vivo il ricordo di coloro che caddero nella wtta contro il nemico nazista o che da questo furono sacrificati nel furore dell'odio e della vendetta. A tale dovere in modo particolare non può sottrarsi chi abbia nell'attesa inutile di un ritorno non avvenullo e nella giornaliera realtà della famiglia non più completa, la testimonianza mcancellabile degli orrori di allora. Nostra madre, israelita fiorentina di nascita, cattolica per libera scelta assai prima delle persecuzioni razziali, fu a no·i strappata dai nazisti nell'aprile 1944. Fu prima imprigionata nel carcere di Santa Verdiana, poi trasportata al campo di concentramento di Fossoli; nel luglio con altri sventurati fu avviata oltre il confine. Non è più tornata, né sappiamo dove si sia chiusa tragicamente la vita di Lucia Levi nei Levi sessantacinquenne, che non poteva offri-re ai suoi camefìci altra colpa se non la sua innocenza. Insieme a quello di altre duecentotrentadue vittime innocenti come innocente fu Lucia Levi, il suo nome è scolpito in una lapide nel giardino del Tempio Israelitico di Via Carducci: tremendo documento della barbarie di cui i tedeschi vollero contaminata anche Firenze nei mesi della wro dommazione. I figli di Lucia Levi pensano che il ricordo del sacrificio della loro madre debba esser tramandato anche in alt,·o luogo ed in altra forma, affinché il richiamo alla inciviltà che ne fu la causa sia più accessibile e più apertamente ammotlitore. Essi pertanto offrono al Museo topografico di Firenze, che ha sede in Piazza Santa Maria Nuova nell'ex convento delle Oblate, la collezione completa di 34 quadri a pastelw del pitto-re Della Gatta, che rappresentano l'antico centro di Firenze. Tale coll.ezione apparteneva alla wro madre ed al loro padre, tempestivamente mancato ai vivi qualche mese prima dell'atroce cattura. Essi pongono, la condizione che la collezione, che nel suo insieme costituisce una rara documentazione, venga raccolta in un'unica sala del Museo, od .almeno sia convenientemente raggruppata in una parete di una sala, onde non distruggerne l'unità artistica ed il pregio storico; e che il significato dell.a 957 BibliotecaGino Bianco
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