Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1925-1974

to o a ragione, fare assolvere il suo cliente. Vaselli, parlando ora da uomo a uomo, disse al Del Giudice: " Io, per me, tutti i dieci mandanti, esecutori materiali e complic i, li avrei mandati all'ergastolo, come si meritavano; ma ciò non era possibile fare, perché Cesare Rossi era in possesso di segreti delicat issimi, che avrebbe certamente rivelato in corte di assise. Allora si rico rse al ripiego di separare l'omicidio dal ratto. Ma sa cosa fecero quei porci la sera del loro ritorno? Andarono a lavarsi le mani, bruttate da l sangue di Matteotti, nella casa del comm. Fasciolo, segretario parti colare di Mussolini ! ». E raccontò che durante il dibattimento a Chieti, dopo esaurito il testimoniale, la sera prima che fosse iniziata la discussione, si riun irono, -in casa del presidente della Corte, Danza, i difensori degli imputati e il rappresentante dell'accusa, per concertarsi sul modo da seguire n ella discussione. Vaselli annunziò che avrebbe sostenuto la preterinte nzionalità, in base alla sentenza di rinvio, tenendosi strettamente sul t erreno giuridico, ed astenendosi da ogni considerazione politica. Far inacci saltò su: " Niente affatto! In linea principale dobbiamo sostenere che Matteotti fu rapito e trucidato da ignoti; e nella ipotesi che i giu- rati escludessero questa versione, dobbiamo sostenere che gli ac cusati, se realmente autori del fatto, sono degni di corona civica, per a ver liberato l'Italia da uno dei suoi peggiori nemici ». Vaselli disse a Farinacci: " Allora Dumini sarà difeso da te soltanto ». E col primo treno lasciò Chieti. · Del Giudice uscì dall'ombra nel 1945, quando la Cassazione an - nullò le sentenze del 1925 e 1926 come giuridicamente inesisten ti. Interrogato a Viterbo per moratoria, raccontò parecchi dei fatti da lui conosciuti a carico degli accusati. I giornali del tempo dettero della sua deposizione notizie frammentarie e confuse. L'avv. Vincenzo Se chi, il quale ebbe modo di utilizzare i documenti, riferì le parti essenz iali di quella deposizione in un suo interessante volumetto. (La verità sul processo Matteotti, Roma, Edigrat, 1945, pp. 90-91); ed esiste perfetta coincidenza fra il documento del 1945 e il testo del 1947 pervenuto a noi. Questa è la testimonianza ·di un gii1dice che fu un onest'uomo. Sia onore :illa sua memoria. GAETANO SALVEMINI Siccome non c'è tragedia nella quale non occorra di tanto in tanto uno scoppio di risa, non sarà fuor di luogo ricordare che anch e Amerigo Dumini nel 1951 ha voluto portare un po' più di luce sull'affare Matteotti, nel libro Diciassette colpi, Milano, Longanesi, pp. 73-96. Un giorno - racconta Dumini - Marinelli !e fece chiamare e gli disse fra l'al tro che da informazioni fomite da Curzio Suckert e ben controllate, risultava che Matteotti era responsabile degli atti di violenza commessi contro fascisti in 318 BibliotecaGino Bianco

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