Aldo Finzi, sottosegretario agli interni sotto Mussolini fino al giugno .1924, confermò pienamente la deposizione di Rossi. Lui aveva spesso deplorato çon Mussolini le bastonature, i ferimenti, le purghe d'olio di ricino, i danneggiamenti, le distruzioni di edicole giornalistiche. Sempre invano. Aveva dovuto tollerare che Dumini e Putato si insediassero al Ministero degli Interni e vi impiantassero una specie di agenzia di affari. Dai fondi segreti, per ordine di Mussolini, aveva versato una cospicua somma a Dumini ed Albino Volpi perché andassero in Francia ad espletare una missione segreta ad essi affidata' da Mussolini. (Si trattava di una « lezione » da dare agli antifascisti di Parigi, nell'autunno del 1923). Dopo Finzi fu interrogato De Bono, il 4 luglio. Del Giudice ci dice che costui depose di avere fatto arrestare, due sere dopo il delitto, Dumini e Putato alla stazione di Roma, mentre partivano per Milano. E aggiunse che la sera stessa, in cui aveva fatto arrestare Dumini, Cesare Rossi e Marinelli, in presenza di Mussolini, domandarono un appuntamento a De Bono e Finzi per « cose di somma importanza,»; Mussolini dette a De Bono l'ordine di riferire. Nel colloquio a quattro, Rossi domandò: « Ma siete proprio risoluti a tenere in arresto Dumini e Putato? Badate a quello che fate... Finiranno per parlare... Diranno che è stato il Presidente che ha ordina~o loro di rapire Matteotti ». E De Bono: « Bada come parli ". _AlloraMarine lii: · « Sì, le cose stanno proprio come le ha dette Cesarino ". Mussolini atte;1deva al telefono l'esito della discussione. E De Bono : « Se la prendono con te ". E Mussolini: « Ho capito, mi vogliono ricattare. Bene, bene, ce la vedremo ». Del Giudice ha dimenticato di aggiungere un particolare della deposizione De Bono, che pur risulta dal processo verbale del 4 luglio. De Bono raccontò di aver tentato di strappare una confessione a Duinini, ma era riuscito solo a fargli dire che l'automobile la conduceva lui, ed altro non sapeva. Manca nella Cronistoria anche la notizia che Dumini, in un interrogatorio del 23 luglio, ammise che De Bono, lasciandolo, gli disse: « Se sai qualcosa, nega, nega, nega; io voglio salvare il fascismo "; ma in seguito Dumini si ritrattò, e affermè, che De Bono gli aveva voluto far capire che era inutile negare, e perciò gli aveva detto ironicamente: « Nega, nega, nega, e salverai il fascismo ». Sta però il fatto che in una lettera del 24 luglio 1924 a Finzi, egli ripeté la prima versione, che fu confermata da Filippelli in. un interrogatorio del 6 dicembre 1924. Finzi, richiamato dai ·giudici dopo De Bono, e informato di quanto costui aveva detto, commentò: « Ah, ha parlato: ebbene an- . ch'io dirò ogni cosa, e così andremo tutti davanti all'Alta Corte». E dettò confermando quanto De Bono aveva detto; De Bono anzi aveva aggiunto: « Quel benedetto uomo non ha mai voluto ascoltare consigli di moderazione ". Questo racconto di Del Giudice è pienamente confermato dai processi verbali della istruttoria. 312 BibliotecaGino Bianco
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