Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1925-1974

evidentemente, evitare l'inciampo costituzionale, e perciò circoscrivevano, o cercavano di circoscrivere, la indagine ~ai soli esec~tori e mandanti immediati del solo delitto Matteotti. La responsabilità di Mussolini - pensavano probabilmente - era un fatto politico, il quale andava discusso in sede politica. Su questo punto la Cronistoria di Del Giudice tace. Marinelli rimase negativo, piangendo e urlando. Cesare Rossi mi raccontò a Parigi nd 1927 che, per tutti i mesi che fu in carcere, colui non faceva che singhiozzare e urlare, e così convinse il cappellano .della sua assoluta innocenza. Anche quando Mussolini lo fece condannare a morte a Verona nel 1943, andò alla fucilazione singhiozzando e urlando. Di Cesare Rossi, costit~itosi il 22 giugno, Del Giudice è persuaso che si decise a costituirsi perché aveva « perduta la speranza di essere aiutato da Mussolini a varcare la fontiera con un passaporto falso, e si era accorto di essere stato turlupinato dal suo principale ». Dai docu_- menti a me noti non risulta che Rossi abbia avuto predsamente quella speranza, né saprei per quale via Del Giudice· sia arrivato a quella conclusione. Il fatto è che Rossi, nascostosi in casa del deputato fasC'ista Susi, minacciò Mussolini di comprometterlo con le sue rivelazioni. Non pare che in quel momento pensasse ad emigrare all'estero con falso passaporto fornito dallo stesso Mussolini. È più probabile temesse che Mussolini lo facesse ammazzare mentre si ,allontanava da Roma, e così si mettesse al sicuro da ogni ulteriore ricatto. Infatti Rossi, primf! di costituirsi, mise per iscritto un atto di accusa contro Mussolini, nel quale di tutto parlava meno che dell'affare Matteotti, e l'affid~al Susi, perché lo pubblicasse, qualora lui, Rossi, fosse fatto fuori, e informò Mussolini della esistenza di quel documento con una lettera minacciosa del 14 giugno. Se avesse pensato in quel momento ad evadere in Francia, avrebbe fatto conoscere a' Mussolini nella léttera del 14 giugno la sua volontà di evadere in Francia, insieme con la esistenza del memoriale accusatore da essere prodotto in caso di morte. Messo innanzi ai due giudici, Rossi raccontò tutto quanto aveva già -scritto nel memoriale, diciamo così, Susi, sulle violenze commesse per ordine di Mussolini prima dell'a~sassinio Matteotti, cioè: le aggressioni contro i deputati Amendola (26 dicembre 1923, 19 marzo 1924), Misuri (29 marzo 1923) e Forni (12 dicembre 1924). Del Giudice lo richiamò a rispondere sull'affare _Matteotti. Ma l'altro, « con accento risoluto », protestò che non avrebbe parlato, se non gli era 'permesso e~porre i precedenti dell'affare Matteotti. " Io non so se questa notte sarò assassinato in questo stesso carcere! ». Il memoriale Susi doveva evitargli questo guaio. E sta il fatto che -, due giorni do20 l'arresto di Marinelli e prima che Rossi si costituisse, i militi fascisti furono sostituiti ai soldati regolari nella guardia esterna di Regina Coeli. Così, alla fine di ottobre el 1922, nell'ufficio di presidiare la Camera, le camicie nere erano state sostituite ai 309 BibliotecaGino Bianco

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