Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1925-1974

6 g:ugno 1954 Sangued'Europa Le "Lettere di condannati a morte della Resistenza europea,, sono un monumento di fede, di dignità, di umanità vera e gl'ande Concludendo la sua ultima lettera dal carcere, Franz Magcr, falegname viennese iucilato il 26 !ebbraio 1943, scrive: < Ilo :ovuto morire pcrchè la soli- :arietà umana mi era filtrata 1el sangue>. Queste parole egli crivc alla !lne di un messag1;10pacato, tutto attento a dar conto al suoi cari della sua tranquilla coscienza e delle meditate ragioni alle quali ha rite~~to di dovere o!frire Il meglio di sè fino al sacrificio estremo; e le scrive allo stesso modo come l'impiegato postale bulgaro Ivan Bankov saluta screnament~ il fratello con una espressione da epigrafe antica: < Il mio sangue e la mia morte sono un pegno per la nuova vita. Io muoio perchè gli altri vivano>; allo stesso modo come Rudolfi Fischer, assistente di fabbrica, anch'egli viennese, ?etta In una riga ciel suo messaggio di morituro 11 motto per l'universale bandiera delle coscienze con lui venule alla grande lotta di quel tempo: < Noi è di più che non io>. conto di rilevare come nelle raccolte di alcuni Paesi della zona orknt:ilc non si trovino scritti di socialisti, _il che stupisce se si rammenta quale fu il contributo socialista alla lotta clandestina in Cecoslovarchla, in Ungheria cd ln Polonia. Ciò lascerebbe sup~orre che un proposito non encomiabile abbia prc:s1eduto i critC'ri di r.cclta negli organismi governativi cd associativi cli quei Paesi ai quali si sono rivolti i compila tori delle raccolte. Fuori da codeste ossC'rvazioni, del resto marginali, Il vo1t11:ncrimane un'opera pregevole, opportunamcnt~ 11lustrnta . cl~ un consuntivo generale delle perdite umane d1 ciascuna nazione e da specchi riassuntivi degli avvenimenti principali che determinarono la nascila elci movimenti di resistenza. Fra i trecento scritti, alcuni, come quelli di Ulivi. di Fucik. cli Gabricl Peri. elci citato Von .Moltke, e il testamento a noi rosi caro di Eusebio Giambone, pretenderebbero ognuno un capitolo a parte: ma l'intera raccolta, ma le poche righe affidate ad un muro della partigiana francese e Il biglietto della contadina sovietica e l'analitico scritto dell'intellettuale italiano, sono materia cgOalmentc ricca, egualmente intensa cli una epoca che è tra le più gloriose cl~lla storia d'Europa. Questi messaggi dei martiri hanno consegnato una parola di fede soprattut lo per il futuro, pcrchè in queste pagine echeggia la perennità dei valori che essi difendevano, la certezza che non si spegne il grido del poeta quando risorga una ragione di lotta per tutti: < Allez c'est 1m feu mal èteint. Il co1tve ici mais bnìle aillcnrs >. l\fAftlO GIOVA:SA RISORGIME.'JTO SOCIALISTA 1 □ O O o a I CONTI CORRENTI Marzotto: - Lo spa,i:io ~ciato libero dai 138 operai licenziati lo utlli~zeremo costruendo una nuova autorimessa per le m.acchine dei miei figli. Questo senso superbo di slancio colletllvo, questa unità naturale di spiriti in una sfera che è religione del valori umani, quando non si richiama alla fede nel trascendente, ma testimonia comunque e in ogni momento della perennità di quei motivi ideali e morali che sono patria, aHetti familiari, volontà di giustizia, aspirazione civile all'ordine libero e sereno del mondo, si ritrovano negli scritti ultimi di trecento uomini dell'Europa calpestata dalla barbarie nazista, messa a ferro e fuoco dalla maledizione hitleriana e fascista: trecento messaggi raccolti su un foglio di carta o' gra!!iall su un muro di cella o segnati col sangue dagli uomini della Resistenza di ogni parte del Continente, che ci è dato di trovare raccolti In un <monuménto >, come ha saputo definire Thomas Mann, nella sua bellissima prefazione, codeste volume dovuto alla cura meritoria di Pietro MalYezzi e Giovanni Pirelli (Lettere di conclannati a morte della Resistenza europea, cd. Einaudi), monumento di fede, di dignità, di umanità vera e grande. Sono le parole ciel e sangue d'Europa >, lasciate sulla soglia del martirio a noi cd a quelli che verranno dopo di noi da gente che cospirò e combattè nelle condizioni le più dissimili, che fu chiamata a compiere quegli atti per cui perdeva la vita dai motivi ideali più diversi; sono il saluto e l'addio all'esistenza di soldati che gridano l'evviva al loro re, di operai che paiono alzare al vento la rossa bandiera delle lotte proletarie, di sacerdoti rapiti nell'attesa mistica del congiungimento al dio delle loro preghiere, di donne che aHrontano la morte esaltando la dolcezza della vita, di uomini cli p?nsiero che !issano con pacata linearità, fino all'ultimo, considerazioni e richiami alla misura delle proprie esperienze. Cosl dalla Francia alla Ungheria, dall'Olanda alla Germania, dall'Italia alla Norvegia, alla Russia, alla Grecia, alla Jugosla\'ia, si innalza un monumento alla coscienza umana e al dolore di tutta Europa, rivelatore, con una singolare unità di accenti, di come istintivo e prepotente fu, nel seno di questa vecchia società europea, il fiotto di energie esploso in una disperata rivendicazione dei valori legati alla natura stessa del vivere civile. Dal dott.Caligariad AdolfoHitler La raccolta delle lettere dei condannati a morte della Resistenza Europea ha, a nostro parere, questa triplice validità cli cui va dato merito anche a coloro che l'hanno predisposta; cioè di far affiorare con una riuscita scelta di scritti il filone unitario della Resistenza, nella quale con!luirono istanze ideali e sociali differenti attorno a un nucleo centrale di motivi comuni, la cui radice va trovata nella volontà di milioni di uomini di conquistarsi un avvenire di libertà e cli giustizia, in un mondo visto in una prospettiva cristiana e sociale di pace e di lavoro; d1 offrire pagine maestose di semplicità, fervide cli passione, in cui sulla soglia della morte il pastore greco e l'intellelluale cecoslovacco, il prete francese e lo studente belga. il soldato norvegese e l'operaio italiano suggellano la loro esistenza con una testimonianza che fa cli ciascuno di essi il tramite per comprendere cd esaltare il sacrificio di tutti; di spiegarci sotto gli occhi frammenti di una poesia umana che trasforma le lacrime della sofferenza e dell'angoscia in un sereno sorriso. Il cinema tedesco del periodo 1918-1933 rHiette fedelmente la storia della Germania pre-hitleriana "Q ueslo libro non vuole occuparsi unicamente dei film tedeschi presi a sè, ma ha lo scopo cli aumentare in modo specifico la nostra conoscenza della Germania pre-hitlcrlana >: cosl si apre la prefazione scritta da Sicgfriecl I<racauer per il .suo libro Cinema tedesco (ccl. Mondaclori, titolo originale From Caligari to Ilitler) illustrandone subilo il carattere. L'autore sostiene infatti che « la tecnica, il contenuto narrativo e l'cvolu- :zionc dei !ilm di una nazione si possono capire appieno soltanto collegandoli alla vera trama psicologica di questa nazione :o e fonda la sua affermazione su due precise osservazioni: i film non sono mai il risultato dell'opera di un individuo, ma di un'attività collettiva; essi si rivolgono alla Iolla anonima e la altragg-ono, per cui devono soddisfare desideri in c:,sa esistenti, più o meno coscientemente. Da queste osservazioni deriva l'intcrpretazlone che l'autore fa dei film intesi come specchio di tendenze psicologiche collettive e il valore che egli annette a queste tendenze psicologiche, osservando che se esse dipcnclono da altri fattori esterni tuttavia potrebbero sempre tras!ormarsi eia effetti in cause: < le tendenze psicologiche assumono spesso una vita incllpcr.dcntc e divengono esse stesse fonti essenziali di evoluzione storica,. Con questo metodo il I<racaucr suggerisce al lettore, posto nella posizione cli uno spettatore cinematografico, una originale cd interessante interpretazione tracciando nello stesso trmpo un interessante quadro storico della Germania prc-hillcriana. Ci pare utile, quindi, dare un riassunto della cinematografia tedesca d:il 1918 al 1933, cli questa opera che contribuisce validamente alla conoscenza di uno dei periodi tra I più complessi e controversi dell& storia tedesca. Il periodo arcaico della cinematografia tedesca presenta un particolare interesse solo per i < presentimenti> che esso manifesta con quattro !ilm: Lo studente di Praga (1913), Golem (1915), Homttnculus (1916) e Ualtro (1913). Lo studente di Praga conclude un patto con Satana al quale, in cambio di un vantaggioso matrimonio, di inesauribili ricchezze, cede la propria immagine rilicssa nello specchio; eia quel momento, l'immagine lo seguirà continuamente divenendo il suo diabolico duplicato. Alla fine lo studente disperato spara contro l'immagine, ma il colpo ucciderà soltanto lui. Il Golem è una statua d'argilla chiamata a vita con una !ormuln magica, che si innamora della figlia ciel proprio creatore e, reso furibondo dalle ripulse della stessa, distrugge alla cicca ogni cosa. Alla fine muore cadendo eia una torre: al posto ciel suo cadavere sarà trovata la statua d'argilla in frantumi. Anche nel !ilm Jlomunculus si tratta cli un essere costruito artificialmente che, più cosciente cli Golem, cerca di avvicinarsi alla gente ma ne è respinto con orrore. Ossessionato dall'umanità, Ilomunculus si fa dittatore cli un grande Parse e comincia a vendicarsi di tutti: da agente provocatore, causa sommosse operaie che poi schiaccerà come dittatore e, alla fine, provoca una guerra mondiale. La sua esistenza viene stroncata da un fulmine. < Il film - nota I<racaucr - è un so,·prcndcntc presentimento cli Hitler>. Ualtro è l'equivalente. sul piano realistico, elci tre film fantastici cui abbiamo accennato ccl echeggia la storia ciel dottor Jckill. Questi quattro film rivelano il morboso interesse tedesco per il problema della vera essenza dell'io e dello sdoppiamrnto della personalità: ogni protagonista sente di C'ssore. in !omio, in balia di un avversario che nitri non è che se stesso. Secondo Kracauer questo verc:hio motivo .:?ra anche una versione fantastica cli ciò che la ciass~ media tedesca sentiva rcalmrntc nc1ic sue relazioni con la casta feudale: in contrasto con l'assolutismo dei Junkcrs e col militarismo prussi,ino. ma ostile tuttavia alla classe operaia, qnesta classe media rappresentava in sè « le due Gcrmanie > ccl era dunque preda cli quello sdoppiamento di personalità che era la causa della di5pcrazionc dello studente dl Praga. occupato del suo caso>. Questi due giovani, Incontratisi a Berlino nel dopoguerra, scoprirono di avere in comune esperienze e tendenze che li portavano a concludere che «l'autorità assoluta è perniciosa in ,sè e per sè>; decisero d'esprimere questa loro convinzione attraverso un Iilm: Caligari, padrone di u'n baraccone da fiera, domina Cesare il sonnambulo e se ne serve facendogli commetl<'re ogni sorta di delitti. Il giovane Francis riesce a smascherar:! Caligari, che fugge rifugiandosi in un manicomio. Qui Francis cù i poliziotli lo ricercano prl)sso 11 direttore, ma si accorgono con terrore che il diret1ore ciel manicomio e il criminale Caligari sono la stessa persona: lo psichiatra si era avvalso di un sonnambulo che gli era stato affidato per provare condi;;ioni mentali e serbò un rancore fortissimo verso lo psichiatra militare d'alto bordo che si era su di lui il proprio po- ~ tere Ipnotico. Questo tiranno è chiamato Cali- • J gari perèhè Stendhal nelle <Lettere sconosciute> narra che, di ritorno dal campo cli battaglia. aveva incontrato alla Scala di Milano un ufficiale che portava questo nome. Kracauer osserva: <...Caligari Personifica l'aùtorità illimitata che idolatra il potere in quanto tale e per soddisfare la sua smania cli dominio viola spietatamente ogni diritto e valore umano>. Questo soggetto, contro ogni previsione, venne accettato dalla DcclaBioscop, ma il 'regista Wienc propose una modifica che rovcsciava la morale ciel racconto: esso diviene l'allucinazione del pazzo Francis rinchiuso in un manicomio, il quale crede di vedere nel benefico direttore il suo persecutore Caligari. « Mcntrc il soggetto originale metteva in risalto la follia insita nell'autorità, il Caligari di \Viene glorificava l'autorità e accusava di follia il suo antagonista. Un film rivoluzionario venne cosl trasformalo in un film conformista>. Ma anche così falsato il film girato in stile espressionista con scenari dipinti dai pittori Warm, Rohrig e Rcimann, rimase un capolavoro di tutti i tempi. Esso fu qualcosa cli piìt di un film eccezionale: attraverso il linguaggio avvincente dello espressionismo ci viene dato in questo film un mirabile documento della vita sconvolta del dopoguerra. E' bene rilevare anche che nel Gal>i.t1etto del <lotto;· Cali.fJari era anche messa a nudo l'incapacità dell'anima tedesca ad opporre la libertà cosciente. e lo spirito democratico alla tirannia. ed il suo oscillare nell'alternativa, apparentemente inevitabile, di tirannia e caos, autorità e anarchia. (1 - Continua) L R. Pag. 3 UN AMICO DEL POPOLO Ricordo di Matteotti G Il anni che vanno dal 1919 al 1922 sono stati, nella storia del socialismo italiano, anni di importanza fondamentale. Se è vero che fu quella l'epoca dei grandi dibattiti delle tendenze, è altresi vero che il partito socialista riusciva ancòra in quel periodo a ritrovare la sua unità allorchè era necessario scendere in lotta, per guidare le masse nei grandi scioperi economici e politici, condotti vittoriosamente a termine. Era ancora vivo in quegli anni il ricordo delle infocate discussioni sul famosi ventuno punti di Mosca, che avevano provocato la scissione di Livorno; eppure il partito socialista conservava tutta la sua vitalità di cui te• stimoniano le elezioni amministrative del '21, nelle quali i socialisti, malgrado l'incalzare della vlolen• za fascista. riuscirono a conquistare ben 2162 comuni. Ma doveva cssorc quella l'ultima grande vittoria popolare. Le squadre fasciste, che trovavano alimento nei grossi centri agrari, moltiplicarono eia quella data le loro azioni di violenza e - con la tacita connivenza delle autorità costituite - si apprestavano a dare la scalata al potere. E' in questi anni, difficili e tempestosi, che si afferma la personalità di Giacomo Matteotti. Giacomo Matteotti non fu mai un dottrinario o un teorico; nè i tempi, gravidi di eventi e di peri• coli, avrebbero permesso a un temperamento ardente come li suo di estraniarsi dall'azione viva per rifugiarsi nello studio e nella meditazione distaccata. Con tutte le sue forze egli si pose all'opera, prima di ogni altra cosa per creare nel suo Polesine gli strumenti adatti a una decisa lotta socialista, sia pure nell'ambito di una società bor• ghese. Partecipò perciò con fervore alla vita del sindacati, delle cooperative e delle :imministrazioni comunali. E se è pur vero che Badaloni e gli altri predicatori cli un socialismo messianico ed evan• gelico avevano liberato il Polesine dalla pellagra e dalla malaria, attraverso la loro opera di medici, accompagnata dall'azione parl!l,mentare in difesa di quelle plebi diseredate e affamate, Giacomo Mat• teotti fu l'uomo che ridiede dignità cli uomini alle < genti delle paludi :o, che avevano conosciuto fino allora un secolare servaggio. Tra le tante lotte nelle quali egli gui•lò i lavora tori della sua terra, ci limiteremo a ricordare quella per l'unificazione dei patti agricoli che, attraverso l'imponibile della mano d'opera, doveva alleviare di non poco la di• soccupazione nel campo bracciantile. Se si vuole per forza indulgere alle classificazioni, sl potrà ricordare che egli si schierò nel partito con l'ala dei riformisti: 1'na quale enorme di.fferenza vi è tra il suo modo cli intendere il riformismo, e la maniera cli intendere il socialismo di molti, che pure oggi rifiuterebbero una simile classificazione. Il suo temperamento, soprattutto, era quello di un rivoluzionario intransigente; e lo avevano ben capilo molti agrari del Polesine che lo stimavano e lo odiavano nello stesso tempo: lo odiavano perchè lo ritenevano un transfuga della loro classe, ma non potevano fare a meno di stimarlo per la sua capacità, la sua coerenza, la sua tenacia che rasentava l'ostinazione. E di questo suo eccezionale temperamento di lottatore egli doveva dare nobile prova nella sua lot• ta contro il fascismo. Egli sentiva, come disse Gobetti, che per combattere utilmente Il .fascismo sul piano politico occorreva opporgli una resistenza tenace cd esempi di dignità: fare cioè della lotta contro il -'ascismo una questione di carattere, di intransigenza, cli rigorismo morale. Praticamente bandito dalla sua terra dagli agrari fascisti, che avevano silenziosamente decretato la sua condan• na a morte, non indietreggiò di fronte ad alcun pericolo. Solamente quello che fu definito il « delitto di un regime> avrebbe stroncato la sua atti• vità, .fermato il suo pensiero e iJ suo cuore. Forse, se tutti i socialisti avessero lottato con quel vigore, che a Giacomo Matteotti proveniva dall'aver profondamente capito che socialismo e fascismo erano due mondi storicamente e moralmente opposti e quindi inconciliabili, non avremmo avuto il discorso del 3 gennaio 1925 in cui Mussolini gettò le basi della dittatura. Il 30 maggio 1924, con Il suo lapidarlo discorso .Matteotti aveva voluto dare l'esempio agli stessi raggruppamenti democratici del modo con cui anelava afTrontato il fascismo. Dopo quel discorso ebbe i giorni contati: i sicari ciel fascismo avevano deciso cli spezzare la sua vita, non potendo spezzare la sua volontà. Nella commemorazione che Filippo Turati fece di lui il 27 giugno ciel '24 cosl tratteggiò la sua figura: <E' questo vivo, che è qui accanto a mc, alla mia destra, ritto nella sua svelta figura cli giovine arciere, di cui voi vedete il sorriso, di cui voi scorgete il cipiglio ... E' lui ed è tutti. E' uno ccl è l'universale. E' un individuo ed è una gente>. Ebbene la sua gente, e In particolar modo i lavoratori del Polesine, che lo ebbero per anni per maestro e per guida, in cento l;>attaglle proletarie, fanno voti aflinchè nel trentesimo anniversario ciel suo sacrificio gli uomini di buona volontà prendano forza dal suo esempio e torni a germogliare il seme dell'unità e dell'indipendenza del socialismo italiano. sn.vto BARt:CHELLO Sono pochi a non chiedere a chi sopravvive cli < andare a testa alta>, di < non vergognarsi> di colui che cade, di <essere !ieri> per la fine che attende chi sta loro inviando un'ultima parola; e quei pochi si sente che tacciono qualcosa di implicito; la maggior parte ha la voce spiegata nello inneggiare alla causa cui si immola, nel ripetere e l'onore> ed il <privilegio> di una morte al servizio della patria o degli ideali proletari o di una visione fortemente religiosa dei doveri dell'uomo. In alcuni, questo grido di fede raggiunge la nota esaltante di una esercitazione giovanile, specie nel più religiosi, nel patriottismo fiero degli studenti belgi e fràrtcesi (e Noi partiamo cantando ... >), nell'entusiasmo incrollabile dei militanti socialisti e comunisti· in altri si stempera in frasi lapidarie: e un uomo ~he aveva qualcosa da dire anche agli altri... salutami tutti gli uomini buoni>, < ho qualcosa che vive e arde in me ... >; in qualcuno, neHe donne in particolare, assume la forma delicata cli un abbandono letterario: < sono caduta pcrchè il cielo del Belgio sia più puro>, scrive la beJga Marguerite Bervoets; quasi mai però manca la c?n~ ferma dell'insopprimibile spinta che li ha sp11111 alla lotta: <Non potevo stare a guardare>, dice il ventiduenne Reingruber. . -I P R I 1\1A T O --j Un uomo del nostro tempo "Il pro e il contra, sono per ltti <lue_tennini d'itiIl cinema tedesco entra nella maggiore età (come struttura generale, capacità produttiva, etc.) per una iniziativa, presa dal generale Luclenclorff in persona nel 1917, che aveva lo scopo di unifica~c le società più importanti e incanalare la loro attività e nell'interesse dello Stato,. Nasce cosi l'UFA (Univel'sum Film A. G.) con un capitale cli 25 milioni di marchi, cli cui un terzo è controllato dallo Stato; il suo compito è evidentemente quello di fare della propaganda. Ma, alla fine del 'l8, avviene il crollo e la rivoluzione; l'UFJ\ però rimane in piedi, anche se il Reich rinuncia alla sua quota e la Deulsche Bcm/c comincia ad acquistare la maggioranza delle azioni: e Ma questo spostamento non portò un mutamrnto di direttive: i nuovi padroni differivano ben poco dai vecchi cd erano prop~nsi a mantenere sullo schermo le tendenze conservatrici e nazionaliste instaurate dal precedente rcgimE:, Se mai, non c'era che da apportare una lieve modifica: data l'attuale situazione intrrna, i !ilm avrebbero dovuto mettere bene in chiaro che la Germania auspicata dal!'UFA non assomigliava affatto alla Germania dci socialisti>. Questa osservazione è scauita, nel libro di I<racaucr, da un altro lnteressante 0 giudizio storico: « (I socialdcmocratici l ... in cui Lenin aveva riposto tante sp~ram:c, si rivelarono incapaci di spodestare i grossi propric1ari terrieri. gli industria li, i generali, i legulei. In tale situazione la cinematografia tedesca, dopo una invasione di iilm sessuali, si indirizza verso la produzione di una serie di < supcr-co1ossi » storici alla Lubitsch come Mndame DubarnJ, Amw Bolena La spo,q~i c1ei Farnoni, Danton e cosi via, nei qual'! la storia e appare una cosa priva di senso, un'arena per lo scatenarsi cli istinti ciechi e feroci, dove non si trascura, però, cli dare addosso alle rivoluzioni ed ai rivoluzionari. Quindi una serie cli .film cli viaggi. in sccnari esotici, che « parevano il sogno ad occhi aperti cli un prigioniero. Naturalmente la prigione era la patria mutilala ccl as~cdiala · cosi almeno, la sentivano molli tcclrsrh1 >. A fil di spada conciliabilitì, zoroastrica e lei smtesi avviene per volontcì, mai per passione. Stare <;l centro per_ lui è come vivere in mcdias res, aspirare a pieni polmoni la 7mrri ariri di 11rimavera >. ( Da un_« profilo, dell'on. Tcimbroni, pubblicato sul Giornale del Mezzogiorno). Vita del PSDI E Dc Simone? - « Uassemblea vrecongl'essuale della locnle Se::ione, dopo avere ascoltato i cliscorsi rlei compagni De Si111one - che ha critic~tt'? /.'attuale indirizzo volitico del partito -, Lentini, Bongia,•dina, A1·scmò e Mistrettci - a favore dell'overato della Direzione <lel vartito - ha ap11rovato all'unanimità la relazione del Seqretano del partito>. (Da/In Giustizia Ilei 2 giugno, rnbricct ._ Vitri del Partito >). Riconoscimrnli - < ,<;;,, tcnntn q11i ci B11.ç,çole110 l'a.~semblNt prccon_qre.~.çufllr <lei/a Sezione /orale con l'intel'vcnto clel co1n1,agno Bonfantini. /fanno parlato poi diver.si romvar,ni, facendo rile1,are tra l'ollro In ne.~.mna, dif/erenzi.r1zio11e tra le diver.se mozioni. Si f: poi 11roce<lutoaltri votazione delle mozioni, attribuendo 40 1·oti a/In mozione presentnt<t dall'on. _B011fm1tini,sir,nif iN11!dogli con questo tm riconoscimento del suo vivo interessamento per questa Sezioite>. (Idem) P~oprio' in quest'anno è prodotto /I gabinetto <lei clollor Caligari (da cui è tratto il titolo _originale ciel libro cli KraratH'r), Cilmsulle cui vicende di produzione e di realizzazione \'aie la pena di soiJcrmarsi. poich,\ enorme fu la sua influenza nella storia del C'incma di tutto il mondo. I soggettisti erano Janovilz. un crroslovacco che aveva fallo la guerra eta ufficiale in 1111 reggimento di fanteria e ne era tornato pacifista convinto e pieno cli oclio verso un'autorità che aveva mandalo al macello milioni di uomini, e l'austriaco Carl Maycr il quale. costretto dalla morte del p:idrc e spinto dal proprio tcmpcramc>nto a ronclurrc vita ranclagi:i cantando nei cori, facendo la comparsa nei teatri cli provincia e schizzando ritratti cli lfindC'mburg nei caffè di Monaco, < dovette subire diversi esami delle sue IL teatrino del P 1M L' itnico teatrn veramente popolarn, di massa, cll6 esista oggi in Italia, è il vartito nazionale monarchico. L,ci co1117>agniaLau,ro-Covelli «agisce> per qualche settimana ogni sei mesi, a prezzi !ami/i.ari: ttn centinaio di lire, qua~to bastci per comverare qucittro gioniali di cliverso o1"ientamento politico ])er leggervi le notizie relative al PNM. Pochi mesi addietro ftt ra1171resentatcta Napoli la famosa fama e/elle se<Lidel partito, contese tra i seguaci dei clue cavocomici ( a sentirla raccontare da un navolctcmo, vale pitì cli tntte le commedie cli Ed1uirdo Snrpe/la messe insieme). Come è noto, vinse Lauro; or,gi sembra che sia ,,en11lo il tnrno <li Co1"elli, do7Jo le clamorose dimissioni del, suo cwve1·sario. li segretal'io del PNM ha dichiarato: « Il mio cli.~agio ver /'inco11s1tlto g2sto cldl'arnrntore Lauro i': puramente morale•: 11recisa~iot1cquanto mai nccessarici 11errassir,ircffe qnanti conoscono i sacri vrincìpi sn cni 11oggia 11el nostro Paese il movimento monarchico e i s1toi ca/li. Intanto, nelle parole di Cove!li, il e romandcmte :o è di'l'entato sem71licemente < arnwtorn >; se frt dis1mta c/ove_sse_ continuare, assisteremo 11robal>1/mcnte a u/lenon retrocessioni fino ol basso grado rli e: mozzo cli bordo"· Dal~ il tempcmmento Vttlcanico ciel comand<mtc, si 7mò 11revcdere che la risz>osta sita e < Le foglie debbono cadere, e decomponendosi diventare concime - scrive il coltellinaio tedesco Hermann Danz - e cosi anche noi che moriamo per un avvenire più bello, altro non siamo che (è una parola dura) il concimc,_del_l~civil(à >. <?'è un piccolo parroco belg'.1 che s 111_chr1zza81;_suoi parrocchiani e li ammornsce che« 11patriottismo è una virtù cristiana >, chiudendo il suo messaggio_ c~n un e Vive Comblain au Pont > (la sua diocesi) 111 cui pare di avvertire il sapore borghigiano della rivolta, proprio quella rivolta dei villaggi che hanno creato attorno al nemico il < silC'nz!odel mare> e la sorda rete della clandestinità; e su una parete di cella la mano del franco tiratore parigino segna < Viva la vita di domani>, mentre un suo compagno di sedici anni nella fortezza di B~sanc;on ~piC'ga ai genitori: e Muoio p:?r la i:111_aP'.1tr:a,Vogilo una Francia libera e dei francesi !ehc1. Non una Francia orgogliosa e prima nazione del mondo, ma una Francia lavoratrice, laboriosa e onesta>. ~ l'O(>Craio lussemburghese che si sofferma, da c1tta~1110 civile di un regno di fiaba, a dimostrare le ragioni della sua disapprovazioi:ie verso l'Amministr~zione civile posta dai tedeschi nel suo Paese, quasi stu_- pefatto che si possa cosl '.1-pertamcntc violare_ 11 diritto; e quei greci che_ s1 apprestano a mon'.e e spruzzati con la coloma che un tal<' aveva 111 tasca> o dicono all'amico: < Sei soldato e porta e ci canterai>; e il ragazzo veneto di diciannove anni che pare formulare un assioma: <Una Idea è una idea e nessuno la rompe>. . Bisognerebbe disporre cli molto spazio per discorrerne. per chinarsi a scegliere In tanta m_"sse altri spunti. Vorremmo osservare solo co~e v1 ~la in ciascun gruppo di lettere una caratterlst1c_a spiccata. a volw, dell'ambiente. drlle tradiziom, dcli~ condizioni che le esprime. Nei belgi, rei norvcgcs1, nei francesi, ad esempio, una profonda religiosità, un rifugiarsi gioioso nella visione dell'al di l:ì, che diviene quasi attesa impaziente in talune manifestazioni; nei bulgari, negli ungheresi, nei cechi, una rompostczza di linguaggio controllato. chc ha qualche accC'nto più vivo nelle parti dedicate al supremo valore della lotta per l'avvenire proletario; n<'gl! austriaci una dolcena, 1111 calorc vigo~ roso che li avvicina agli italiani; nel tedPseh1 sovente un Conciodi incertezza, di disperazione rhe si innalza a testimonianza di rccezionale luric!itù c6tica, venata di umol'!smo. nelle pagine di un gentiluomo d'antico stampo, il barone Von Mollkr. dal quale abbiamo il documento più diffuso ~ui metodi processuali nazisti nella stessa Germama. Va aggiunto che certamente la traduzione ha tolto a molte lettere. pensiamo a quelle francesi in specie, una parte della loro originalità di frasario e di stile, ma era un male 1nev1tabile. Piuttosto mette PARTENZA E ARRIVO DELL'INQUISITOREDE CARO )) Biblioteca Gino Bianco clella complessa famiglia politico-commi,rciale CM gli fa corona sarcì, degna del-la migliore tradizione partenovea, che notoriamente no,i rispetta,, rùl'occorrenza, neP7ntre San Gennaro; figttriamoci, poi, un osciiro avvocaticchio di Avellino. Nel frattempo a Napoli battaglioni di poliziotti e di carabinieri presidiano le secli del PNM, le qrw/i hanno evidentemente un valore inestimabile, finanziario e politico, per ambedue i contendenti . Questa clel/e sedi è, del resto, rtna questione che in Italia ha avuto sempre un'importanza storica, che sarebbe imvrudente voler trascurare. Scrive, per esempio, Leo Longa.nesi ci proposito di D'Annunzio: < Il suo primo vensiero, entrato a Palazzo Barbcirigo, i·acconta il suo segl'etario, è quello di cambiare dimora. "Se entro otto giorni nessi,no di voi", clice il poeta rivolto ai suoi servi, "avrà trol>ato 1m" case, conveniente, <lato che 11011 intendo rimcmer qni, mi butterò nel Canal Grande". Il poeta soldato che ha griclcito "Fiume o morte" ora, percl,ila Fiume, pensa di uccidersi per 11,naquestione di alloggio >. I rnnsigli del diavolo C'è chi attende ogni anno, con impazien,za, la data del 2 giugno, ver vedere come se la caveranno certi giornali « incli7>enclenti > cui l'adesione formale alla Repubblica non impedisce di nutrire calornse ma caute t1ostalgie 111ot1archiche. Uno di q11csti gion1ali, famoso 1icr ambiguitcì e funambolismo, ha pubblicato il 2 giugno scorso un < fonclo > in cui si clicel'a press'a 7>ococosì: la repubblica e: fatta, iticlietro non .~i torna. Però questa rnpubblica bisogne,·ebbe «corroborarla>, rammodernarla, renderla viìt accetta alla massct degli italiani, con queste e con que,çte altre modifiche: E si suggerivano, naturalmente, modifiche tali Per cui la Repubblica si troverebbe col cappio al collo nel giro cli poc/1 i mesi, lasciando via libem all'esule cli Cascai.~. n tutto diluito nella prosa untuosa111enteipocrita che caratterizza tutti i piccoli Tal• lcyrancl cli cui abbo11cla la borghesi.a, italiana i11 fregola <li restaurazioni. Viene in mente l'Mtecl<loto su q11ello zar di tutte le Ru,ç.~ie il quole, sentendosi in t•ena di riforme, aboll imp1"01'l'isc1111rntela pena di morte nel suo paese. E qurmc/o un .~110ministro gli propose di escludere dal benefirio di questci il11tmi11ata rifol'- ma 1111gn111podi riPoluzionari riconosciuti colpet•oli di cos11irn~ione contro l'Impero, disse indignato: ç Quel che è fatto, è fatte: indietro non si torna. Niente 11cnctdi morte: fategli dare mille colpi di scudisrio ver ciascuno,, ben saJlendo che nemmeno Ercole 11t persona avrebbe potuto sopportarne vivo più di trecento. L. d. s.

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