V FILIPPO AD ANNA Roma.' martedl i-0-1925 Alle 19 1/2 Trovai chf' t>f"d ,·amo convocati al Mondo da Amendola alle ~1. Si discusse; e ci si ritrovò poi alle 16 per continuare. Amendola, De Gasp~ri, Oro Nobili, Di Cesarò, Gronch1, Baldes1, Facchinetti t- poi sopravvt•nne anche TrevPs. Si è convenuto che domani tutto l'Aventiuo si trovi alla sede dell'UniontNazionale, per uno ~ambio rli idee: poi si riuniranno i gruppi. Non prenderemo de1le deliberazioni impegnative, ma ci faremo dare un mandato di fiducia e terremo qui i deputati. Si è discusso a lungo se era il caso di considerare la opportunità della rientrata in genere: se sì votava per Grugpi la nostra tesi sarebbe stata probabilmente in minoranza. percnè repubblicani e massimalisti sarebbero ancora contrari, Amendola è propenso pel no, i popolari anche, gli unita.rii non sono ancora interrogati, e si ar.rischiava di trovarsi d'accordo soltanto noi e la democrazia sociale. Ma si riconob· be che bisogna va prendere conta tlo con tutta l'Opposizione in una riunione non di Gruppi ma di individui, Amendola stesso lo desiderava. Oggi intanto Farinacci in principio di seduta intimò al Presidente di impedire la nostra riunione del 10 per Matteotti, asse-- rendo che, se si teneva, sarebbe• ro intervenuti i fascisti nella stessa aula a commemorare i loro morti. Stamane, mentre eravamo al Mondo, venne Modigliani a riferirci che Casertano a mezzo di Montalcini lo aveva chiamato per sconsigliare la nostra riunione, offrendosi di adoperarsi per ottenerci il permesso cli un corteo od al· tra cerimonia al Lungo Tevere o 'alla Quartarella, L'insidia era evidente. Chiedemmo subito, io e Facchinetti, un colloquio al Pre· sidente, e lo vedemmo testè nel suo Gab:netto. Si diceva che ci avrebbe negato l'aula. La verità fu che non ci negò nulla (noi avremmo resistito _ad ogni modo), solo ci disse che doveva concedere un'altra aula anche agli altri; che non poteva disporre di carabinieri ma solo di uscieri; che comprenderemmo il pericolo dei conflitti. Gli rispondemmo che avremmo tenuto l'adunanza ad ogni costo, che la questione della nostra tutela da aggressioni riguardava lui, noi non chiedevamo nulla e non accettavamo proposte di sostitutivi che non riguarda vano nè noi comr deputati nè lui come Presiden· te della Camera. li discorso fu molto spiccio. Dal canto nostro non vogliamo dar la menoma importanza alle spavalde minacce farinacciane. Io dissi anzi a Casertano che, se dovessimo subire un'aggressione in quelle circostanze, era tutta a nostro vantaggio. Si sa ora il motivo della visita del duce a Gardone. La cosa si concluse con 5 milioni al poeta. E si narrano le cose> più amene. Mussolini dovette rimanere mezza ora in ginocchio prima di adire il Vittoriale, Ira gli incensi asfissianti, bestemmiando Tutta una commedia da ridere. ANNA A FILIPPO 3-6-1925, Milano Ore 17.10 Mio carissimo, il risultato del tanto agitarsi degli ..!timi giorni è ben scarso. Per ora avrà servito almeno di riunire l'Aventino, se non aUo scopo desiderato, che sfumò colla manovra del rinvio dei progetti forse alle calende greche, ma per chiarire l'atteggiamento, se in g,ugno o in luglio spuntass~ro improvvisamente i due progetti e venissero portati alla Camera a tamburo battente, come fecero ieri col regolamento della Camera. Intanto colla votazione fulminea di questo si sono garantiti per un' f'ventuale vostra discesa alla Cam1•ra nel caso la si riaprisse in giugno o luglio. Ciò che diventa ora di massima difficoltà è la comPI o~ii.9!1qdeLJo co~ Con tut- -t J bjhilifa, a, a.e tn~a IL MONDO · 18 febbraio 1950 • Png. 11 Roma, giugno 1924, Sopraluoio delle autorità al Lungotevere Arnaldo da Rrcscla. ove- avvenne il rapimento di Matteotti. CARTEGGIO TURATI-KULISCIOFF 1922-1925 DEDLELITT "Ad una settimana di distanza, qui comincia il terrore bianco. Tutte le tipografie sono diffidate di non stampa"e nessun numero unico, nè altri giornali quotidiani o periodici, dedicati a Mat• teotti. Dinanzi alle tipografie, anche le più piccole, sono disposte guardie e carabinieri" A CURA DI ALESSANDRO SCHIAVI d'ieri alla Camt>ra del Farinacci, probabilmentf-' d'accordo con Mussolini e Casertano, la Camera il giorno ro sarà chiusa ..rrneticamente per tutti i deputati e l' Aventino dovrà farsi ospitare da qualche locale privato, per muovere poi di là al Lungo Tevere. Anzi, secondo mt-, è là che Goozales dovrebbe fare il suo discorso, farvi sciogliere colla forza e far risuonare in tutto il pac>sc> il vostro atto di commemorazione. Il documento politico, che dovrete redigere al paese, non lmporta che sia pronunziato, basterà che sia stampato, firmato da tutti i componenti del!' Aventino P distribuito comunque si potrà e dove si potrà. Intanto, ad una settimana di distanza, qui comincia il terrore bianco. Tutte le tipografie sono diffidate di non stampare nessun numero unico, nè altti giornali quotidiani o periodici, dedicati a Matteotti. In ogni tipografia furono presi i nomi dei proprietari, dei direttori, dei tipografi e degli impiegati che saranno tutti responsabili in caso di infrazione dei divieti. Dinnanzi alle tipografie anche le più piccole sono disposte guardie e carabinieri per non la· sciare uscire nessun stampato senza il visto della questura. Tutti sono terrorizzati. Si aspettano qui le bozze del numero unico da Roma, ma .fino ad ora niente. Sono lieta del tuo buon umore e del tuo spirito sollevato, è l'unico modo per vincere e resistere in mezzo a tante asprezze. FILIPPO AD ANNA • Roma, mercoledl 3-6-1925 Alle 16 La adunanza generale di stamane cominciata in ritardo, tenutasi ~lla sede dell'Unione Nazionale, si protrasse fin oltre le 14. Eravamo forse una novantina. Apersi io come Presidente, accennando alla questione che ci preoccupa. Modigliani parlò a lungo, colla s<: lita calda eloquenza, contro la d1· scesa e per le dimissioni immediate. Canepa e Di Cesarò in senso direttamente contrario. Bellotti e Scotti si fecero interpreti del senso di sfiducia che si diffonde nelle masse contadine se non mutiamo tattica. Chiesa fu per la discesa. pur confessando che la sua Direzione e il suo Gruppetto sono contrarii. I massimalisti non intervennero e mandarono Nobili e Vernocchi per dirci che non ap· provavano la procedura adottata di consultarci in assemblea plenaria prima della deciaione dei Gruppi : ma si sa che in generale S<?no contrarii alla discesa. Per la difesa parlarono brevemente F~lci e Baranzini popolare. Presutti deplora che non si sia discesi prim~ a denunziare al re e al paese il tradimento della costituzione: credo che i costituzionali dovranno scendere ma non ora, bensl dopo chiusi i 'processi. Secondo lui, bi· sognerebbe scendere per fare de~ grandi discorsi J.;>Olitici (anzi. dei gesti, come egli si espresse, dei gesti a varie scadenze) ma avverti come alcuni deputati tendono a scendere per dpigliare la vera e propria discussione parlamentare, e accennò a Giuffrida; il quale, tirato cosi in ballo, fece il discorso decisamente collaborazionista. I dirigenti il Comitato non espressero opinioni: ci si limitò a raccoma,ndare di non discutere I' Aven· tino pubblicamente e nei giornali i non fare ind· rezioni coi ior aTi I ·1 fgu 5 a T rò un comunicato anodino che ve• drai nei giornali. Spiacque che Canepa awsse pubblicato nel LaVOt'o e nellP intPrviste la mia inizia ti va, che doveva rimanere confirli:nziale. E' evidente che Amendola e De GaspPri avrebbero fatto a meno volentieri di questa adunanza che, secondo .loro, non fa che aumentare il caos e aiutare il disc.redito che i fascisti. gettano sull'Aventino. Ma io chiusi dichiarando quello che credo fermamente giusto, che cioè non mi pento di averi" provocato questo scam· hio di idPe, cht> con tutti gli inconveniPnti che hanno tutte le cose di questo mondo, era però necessario. La notizia che ti diedi ieri dei cinque milioni a D'Annunzio è da mettersi in quarantena : la fonte era Facchinetti. Si assicura che Gabriele avesse un milione di cambiali in protesto. Si dice che egli minacciasse di mettersi a capo dei combattenti di Assisi per un pronunciamento diretto al re nel suo giubileo, e che il duce, impensierito, si sia per questo precipitato a Gardone, mentre finora esigeva che Gabriele, se mai, fosse lui a venire a Roma. E' quindi possibile che degli accordi in denaro siano stati presi, ma non ne conosciamo la forma e non ne abbiamo certezza. Certissimi invece sono i racconti fatti da Ca.vara del Corr1'ere, unico giornalista che D'Annunzio ricevette, e lo trattenne per 3 ore. Tutta la storia del convegno fra il poeta e il duce è la storia di una beffa boccaccesca e pazzoide : del re$to anche Silvestri sapeva che Gabriele aveva il. proposito di infliggere al << villico di Predappio » scherzi ed umiliazioni. Di qui, « dacchè il duce è diventato religioso», l'averlo fatto rimanere a lungo in ginocchio, sebbene il ,, villico » sac:ramentasse, l'averlo roccato con certi amuleti osceni d1 cui il poeta si compiace, continuando a Gardone con le sue Clarisse gli usi postribolari di Fiume, ecc. ecc. Appena partito Benito, il 1°oeta, a mezzo di Cavara, mandò un mPssaggi0 pieno di dichiarazioni di amicizia a Luigi Albertini, al suo caro ,1 Gigi », del quale credo ~edrai. accenno nei giornali, e Albertini lo ringraziò P.er telegramma appunto perchè la cosa fosse pubblicamente risaputa (dico ,<pubblicamente», perchè la corrispondenza di Gabriele pare sia intercettata). Si tratta di un pazzoide o di un beffardo che fa 11 pazzoide calcolatamente? Questa seconda opinione è più probabile. Beato chi può prendere la vita per quel verso, e non, come noi, essere condannati a prenderla sul serio in momenti cosi tristi! FILIPPO AD ANNA Roma, sabato 6 giugno 1925 Ore 18 Mia carissima, oggi. vorrei proprio non scriverti, poichè purtroppo la gioia è sempre breve, anche quella gioia relativa che possiamo a vere nelle presenti tristezze! AnRoma, 1924. Matteotti sulla porta della Casa del Popolo. che il tono abbastanza alto delle mie lettere di questi giorni ultimi non si può sostenere. Non già per la risposta di Casertano, che ebbi un'ora fa, che nega le sale per la commemorazione del IO: questa era abbastanza preveduta. Ma perchè mi sento risprofondato in tutte le dubbiezze, e anche la speranza, che mi illudeva ieri, che usciremmo da questo episodio con onore e forse con vantaggio, come mi pare di averti $Critto, anch'ella è crollata. Puoi stare più tranquilla che mai sulla nostra integrità fisica; non avremo neppure la soddisfazione di una lotta qualsiasi, di una bastonata riabilitatrice. Veggo dagli umori dei colleghi, che prevarrà l'idea di rinunciare a tutto, salvo a una vibrata protesta che nessuno leg~erà perchè sarà sequestrata. Oggi fu sequestrato l'indirizzo dei costituzionali al re, recato a Cittadini da tre deputati, che quindi fu ricevuto dal destinatario, per cui il sequestro offende anche quest'ultimo: e c'è il divieto anche di annunciare l'avvenuto sequestro. Se dunque non dichiariamo fin d'ora di rinunciare di convenire il 10 in Montecitorio (e non sarei del parere di dichiararlo) siamo certissimi quella mattina di non poter entrare alla Camera, i cui aditi saranno guardati dagli squadristi coi randelli, per cui un tentativo di lotta sarebbe non solo inutile, ma si presterebbe alla farsa. Decideremo domani per questo, ma prevedo che prevarrà la tesi astensionista, e discuteremo se tenere fa adunanza altrove, ma anche qui prevedo la decisione negativa, che infatti è forse la meno peggiore. Ma l'umiliazione è grande. Io non mancherò di rimettere in discussione la ipotesi delle dimissioni sulla quale tu insisti, ma non credo che sarà accolta, pei motivi che accennai più volte. Ieri si fu a desinare a San Saba, fra le rose e i cespugli, in un delizioso rifugio, ed eravamo cosi allegri! Treves, io, Baldesi, Facchinetti, Morea, Gonzales, Silvestri, tre o quattro altri. Se ci avessero veduti i fascisti, sarebbero crepati di rabbia. Ma la letizia è uscita via nella notte. ANNA A FILIPPO 7-6-1925 - Milano Ore 17 1/2 Mio carissimo, tutto ciò che leggo nella tua d'ieri la mia anima presaga l'ha prev~to già, quanrlo si facevano i progetti pel 10 giugno. Non so, se all'ultimo mo- ,nento avrete escogitato qualche piano strategico da eludere le manovre avversarie. Prevedo però che i piani non sono che pircoli apiretici per rlempire il tempo, illudendosi che qualche cosa pur si faccia. L'apiretico rialza il tono nervoso per poche ore, e poi si ricade in una ancora 111aggiore prostrazione. Non mi monto la fantasia, ma, ti confesso, non vedo l'ora che passi il mercoledl, per ripigliare la mia rassegnata serenità di attendere con pazienza la fine di questa troppo prolungata quaresima. E, se in tutta l'Italia il giubilo per il giubileo passò come a Milano, la quaresima dev'essere sentita in tutti gli strati sociali. Piazza del Duomo vuota, Galleria vuota, e la rivista militare in piazza Castello senza pubblico se si tolgono le camicie nere. Da lontano giunge qualche battuta di -,, Giovinezza», e pare p:ù una giornata di fum:ralt· a111.ichè di festa. Se non fossero i giornali con l'effigie del re con tela th·1 omaggi e servili panegirici n<'ss11 no si accorgerebbe del giubilf'o. A Roma sarà diversa01entc: la coreografia fu organizzata con tutti i sindaci d'Italia,' impiegati governativi, esercito, bandiere e gagliardetti, ma il popolo assenttQuale migliorp lezione al festegg;ato? Sul Duomo hanno issato una bandiera rossa, la quale svt-ntolava Imperterrita, perchè i militi non riuscivano a toglierla, SP non dopo lunghi e faticosi sforzi. Ti sei persuaso che la mossa di Far:nacci fu combinata fra lui 1 il Governo? E perchè non succt'- dano sorprese e si possa impedin· una passeggiata in massa al Lungo Tevere, il Farinacci pel IO mantiene la thiamata di tutti i deputati fascisti a Roma, per impedirt:' anche questa modesta espressione di pietà ai confratelli col solito motivo dell'ordine pùbblico. Per la èelebrazione del XXV anno di regno, alla Camera Mussolini si limitò a dire poche parole, tra cui queste: " Il Govetno fascista, cht> è fedele servitore del re, si associa alla mozione dell'On. Delcroix e vi si associa anche il popolo. che • i· perfettamente pacificato, anche ~e sono inquieti i principi spodestati " Per l'occasione, la Giustizia (7 giugnoj pubblicava alcum brani del Proclama agli italiani di Vittorio Emanuele III da Monza nel HI00. In esso il re domandava l'aiuto d'Iddio per consacrare ogni sua cura " alla tutela della libertà, alla difesa della monarchia, legate ehtrambe in vìl'lcolo indissolubilr ai supremi interessi della patria ». Tre giorni dopo, il re ric,eveva i capi dell'Opposizwne costituzionale. La visita e il colloquio dell'on. Amendola er.ino poi cosi annunciati: " Starnane al!e ore Il il R,· ha ricevuto in Qmrinale, in udirnza particolare, !'on. Giovanni Amendola, leader degli unionisti aventinisti,. trattenendolo in lungo colloquio. Il Sovrano ha invitato l'on. Amendola ad esprimere liberamente il sùo pens_it:ronei riguardi. della situazione pohtiea. Il eolloqu10 è dul'll.t:o 46 minuti. II deputato unionista, dopo aver riaffermata la devozione del suo gruppo alla monaorchia, ha fatto al R:e, dal s?o punto di vista, l'~sposiz1one dell attuale momento po!ttico "· FILIPPO AD ANNA Roma, lunedl 8 giugho 1925 Ore 15 Mia carissima, non attendo 1wppure la solita ora (tanto più cht> alle 18 abb.amo la seconda seduta di Giunta) per dirti (sebbene oggi sia giorno pari!) che le cose vanno splendidamente almeno fino a q ut>-- st' ora. La nostra resistenza ha ottenuto l'effetto the migliore non potevamo augurarci. Il Presidentl• della Camera, a cui recammo stamane la nostra protesta ufficiale per il diniego della sala, facendogli presente che il diniego era anche più grave perchè la nostra convocazione aveva anche per iscopo una consultazione politico-parla· mentare, e che le conseguenze che egli sperava evitare si avrebbero lo stesso, perchè tutti noi non potevamo non essete alla Camera merc<;>le<:1_1per un ?overe elementare d1 d1gn,tà dopo 11 convegno dei fasciti alle 9,30 nel Transatlantico a scopo intimidativo, ci comunicò di a vere deciso che quel giorno la Camera sarebbe chiusa a tutti i deputati, che ne dava subito l'ordine al Questore, the avrebbe affisso alla posta un annuncio premonitore e che ci sarebbe dato di ricevere la corrispondenza dall'accesso laterale alla Posta in via della Missione, senza ingresso possibile in Montecitorio. Naturalmente noi protestammo contro questa mlsura gravissima e senza precedenti. Ma l'effetto sarà come se nell' anniversario dell'assassinio la Camera dovesse e$sere chiusa per lutto nazionale, anche se mancheranno i cartellini affissi per indicarlo. La deliberazione è definitiva e non si discute: tantochè lo stesso Casertano la comunicò ai giornalisti. Il gùappo Farinaccio ha disdetto, in seguito a ciò, il convegno teppistico delle 9,30. Non c'è da fidarsi affatto di tutti questi manigoldi, ma ormai non potrebbero mutare se non sprofondando sempre più nella vergogna, che f'Ssi non riescono neppure a çomprendere, tanto che stamane avevano l'aria di essere lieti. Ma il pubblico in
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