Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1925-1974

Anno XXXVIII (nuovaserie) M. 71 15 giugno 1947 LIBERAREE FEDERARE QUINDICINALE SOCIALISTA Redazione-Amministrazione: Militarstrasse 36. Zurigo - Conto postale No. VIII 26 305; Abbonamento annuo Fr. 4.-. semestrale Fr. 2.-. sostenitore Fr. 20.-. una copia cent. 20 Telefono 23 44 75 GiaCODIO Matteotti ri.;sima. Essa s'esasperò nel periodo del dopoguerra. Gli agrari di questa provincia orga.nizzarono nel 1920 i fasci pe1, domare i lavoratori a mezzo della violeuza. Matteotti è stato uno dei protagonisti di questa lotta. Eg-li opponeva una tattica di successivi progressi a quella della sinistra sindacalista, i di cui capi erano tutti passati al fascismo. Tutti, compre ovi quel :M:arinelli, più tardi commendatore e segretario amministrativo del partito fascista e che figurerà al banco degli accusati fra gli assassini_ di Matteotti. La intransigenza di "Matteotti nell'azione sindacale era ugualmente lontana dal « massimalismo» avventuTiero che dall'opportunismo rii'ormista. Il 2 maggio 1915 tre giorni avanti del discorso di D'Annunzio a Quarto, ebbe luogo in Rovigo un comizio di protesta contro la guerra, nel quale Matteotti prese la par,ola. Egli previde una guerra lunga, difficile, disastrosa, anche per i vincitori: egli ne denunziò la inutilità. Matteotti, ripetè il suo discorso al Consiglio Provinciale di Rovigo, dopo la dichiarazione di guerra, allorohè gli altr,i pacifisti tacevano. Processato per il suo «disfattismo», condannato davanti a.i tribunali, condannato in appello, egli si auto-difese, senza rinnegare per nulla il suo gesto, ostinandosi anzi a farne risaltare la legittimità. La sua protesta contro la guerra non era niente affatto disfattismo, ma un atto di fede: vi era in :Matteotti giurista, economista, amministratore, uomo di grande senso pratico, un bisogno quasi disperato d'utopia, di ideali mo assoluto, una rea?;ione incoercibile contro il filisteismo dei falsi realisti. Sicuro come un apostolo, Matteotti si fece assolvere in Oas- ~azione. Minacciato da una malattia che aveva uccisi ancor giovani due dei suoi. foatelli. Matteotti fu arruolato lo stesso. Dovette subire un corso cli allievi ufficiali, ma gli si rifiutò il diploma a causa delle sue opiniom politiche. Si volle inviarlo al fronte, malgrado il suo stato di salute, in una compagnia composta di criminali comuni che era obbligata in trincea sotto la sorveglianza dei carabinieri. Si rifiutò. dichiarando che egli sarebbe andato al fronte come soldato, ma non come un criminale al macello. Fu allora i_n.viato in un campo di con<:emramento sotw la sorveglianza del figlio del bri•gante Vassalone; 1Iatteotti sopportò impassibile la solitudine, le angherie e le persecuzioni. Egli accettava la logica conseguenza della sua posizione di « sovveTsi'lo », quella dell'eresia e dell'impopolarità: egli el'a, contro la guerra, un «combattente» generoso. :\,J atteotti non fu mai popolare. I compagni g-li rimproveravano la sua fortuna, gli avversari lo odiavano come un transfuga. )Iatteotti era un artistocratico per lo stile, non per la sua fami•glia. Entr-ò nel partito socialista a 14 anni, probabilmente sotto la influenza cli suo fratello, socialista lui stesso. Suo padre veniva da una famiglia di calderai, emigrato dal Trentino ,attaccato al guadagno, impiegate le sue economie a comperare ogni anno un pezzetto di terra. Giacomo fo.ce i suoi studi di <l'.i.ritto a Bologna e si specializzò nella procedura criminale. Aveva una larga cultura giuridica e letteraria. Studiò l'inglese per poter leggert. Shakespeare nel testo. Preso nella lotta politica, egli nascondeva quasi gelosamente i suoi gusti filosofici così distanti dall'ambiente misoneista nel quale doveva agire. Ma il segreto della vitalità di :Matteotti risie_ deva precisamente in• questo: che si poteva sentire in lui, al cli là delle sue azionj, una vita interiore dagli impulsi variati, profondi, dia quali traeva la sua costante ispirazione. Dal che, questa attitudine riservata e questa fredda e,nergia ohe soggioga va i compagni. Dietro la rigida maschera di }fatteotti in pubblico vi erano dei pensieri elaborati nella solitudine, già sottomessi ai tormenti dialettici di una in cli vid uali tà possente. Nella provincia di Rovigo, nel Polesine, la lotta fra salariati ed agraTi fu sempre duMatteotti resta l'uomo che sapeva dare l'esempio. Era uno spirito politico solido, sicuro. Nessuno può dire quel che avrebbe potuto fare, se egli avesse potuto dare tutta la sua misura come ministro dell"interno o delle finanze. Posseggo una lettera d'un lavoratore cli Tenara, scrittami il 16 giugno : « Si direbbe che l'incanto della paura s'è dissipato, la gente parla liberamente. La perdita porterà i suoi frutti che rendei-anno allo pirito del nostro grande eroe pace e gioia per il sacrificio compiuto. :Matteotti era uomo capace d'affrontare volontariamente la morte, se egli avesse visti i mezzi di ridare al proletariato la libertà perduta». Non si può immaginare commemorazione più spontanea e più generosa. E come se i lavoratori avessero ricevuto da lui la loro parola d'ordine. Ppichè la generazione che noi dobbiamo creare è precisamente quella, la. generazione dei volontari della morte, per Ti<lare al proletariato la libertà perduta. Piero Gobetti Riflessioni sullép conferenza socialista di Zurigo Si è chiusa l'altro giorno a Zurigo la prima conferenza .socialista internazionale dopo la fine della guerra. Tre problemi fondamentali erano all'ordine del giorno: la questione italiana, l'ammissione del partito socialdemocr-atico tedesco e il problema della ricostituzione della Internazionale socialista. ~essuno dei tre è stato risolto. In ordine cronologico è stata affrontata per prima la questione della scissione in I~ talia. Il rappresentante del partito scissionista dichiarava all'inizio dei lavori che non esiste,·a 1ma questione italiana. La conferenza rispondeva nominando una commi sione per discutere la questione italiana, e proporre all'a semblea una risoluzione. In sede di commissione, dove i delegati del P.S.L.I. ebbero modo di far udire la loro voce e di intervenire nella discussione, i è giunti ad un voto che non è andato affatto al di là del potere della commissione stes a, e sendo un voto di raccomandazione alla conferenza. Questo voto ha un valore preciso. Le richieste della nostra delegazione circa l'intervento dell'Internazionale per la riunifjcazione socialista a determinat'3 COI\- dizioni, e l'invi-o cli una commissione in Italia. riassunte in una proposta del presidente della commissione, Bringolf, Yenivano accolte con 13 voti oontro 6, e endosi schierato il P.S.I. col blocco dei socialisti orientali e sostenendo la te i di una semplice mai.ione di invito al P.S.L.I. a rientrar-e nel P.S.I., una sconfitta per i fusionisti che era stata preceduta da una brutta figura del delegato Lelio Basso, il quale si rifiutava di rispondere a precise domande del francese Boubien circa la democrazia esistente in seno al suo partito, e che al momento della propo ta del medesimo pel' l'invito ai delegati del P. S. L. I. alla conferenza in qualità cli osservatori, ricattava i delegat<l_stranieri minacciando di allontanar i dalla conferenza stessa. Non è quindi una prete a incompetenza, come è stato affermato dal!'« Avanti» ma un ricatto, ciò che ha indotto la commissione a n-0n procedere ad una votazione separata, come era stato proposto, ulla arnmj sione del P.S.L.I. all'assemblea plenal'ia. In sede di conferenza plenaria un abile e dolce discorso cli Pietro Nenni che fa l'apologia della democrazia influenzando i delegati più incerti, unitamente all'a.s cnza della no tra delegazione e ad altri fattori di ordine diplomatico, mutano la ituazione: contro la nostra ammis ione votano 11 delegazioni. due i a tengono, 6 ins.istono sulle proposte della commissione. lV~a con ;iò la question, italiana_ non oh. usa, oro(; T b'e af T'mlzue fondo dell'« A vanti!» di ieri 'l'altro; essendo stato demandato al comitato di collegamento di Londra il compito di studiare e di seguire le vicende italiane, dopo un appello per la riunificazione indirizzato dalla conferenza, la questione italiana resta aperta. La s-cissione italiana, affermava il compagno Haele,Y in sede cli <!Ommissionc, oltre ad essere una tr-ageclia, è una questione che riguarda tutto il movimento internazionale. Per essere obbiettivi si dovrebbe dire, come non ha fatto l'«Avanti! », che nè le nostre richieste, nè quelle fusioniste, sono tate integTalmente accettate; e che il problema del socialismo italiano Timane insoluto. Per l'ammissione della Germania la cui delegazione diretta da Kurt Schuma0he11 è stata ascoltata a lungo dalla conferenza, non si sono raggiunti i 2/4 di maggioranza qualificata per ammettere quel partito alla conferenza. L'a tensione fusionista, cli fronte a 9 voti favorevoli e 5 oontrari, ha determinato la non accettazione alla conferenza del più forte pal'tito socialista europeo che ha dietro di sè, dopo le 1·ecenti elezioni amministrative in Germania, più di 14 milioni di voti. Terzo risultato: il rinvio ad una prossima conferenza del problema della ricostituzione dell'Internazionale, affidato nell'intervallo ad una a,pposita commissione. Quali le vere riflessioni dopo Zul'igo, Che il continente europeo cammini ogni giorno di più verso una 'J)rofonda frattura fra oriente ed occidente. I fatti di Ungheria e Romania da una parte, la politica di Ti·umau e la collaborazione americana dell'Europa dall'altra, ne sono gli aspetti più allarmanti. In mezzo sta il movimento sociali ta il quale non potrà dire la parola decisiva se non sarà unito. Questa unità i può fare solo in una Internazionale il cui compito storico è quello di giungere rapidamente ad e sere un efficiente o forte strumento cli pace, prima che la pace ia pregiudicata nell'urto fra i due blocchi. A Zui 1igo non si è fatto molto in questo senso; perchè la debolezza dell'Internazionale. che una volta ri iecleva nell'e sere i partiti ocialisti all'oppo izionc, esclusi cioè dai governi e dal potere, è oggi quella di essere al goYerno o parte dei governi, ma enza essere in grado di avere, in seno a questi governi, il potere cli dettar-e una nuova politica socialista internazionale. Zurigo è solo una prima tappa. La lotta per rin ternazionale continua .... Matteo Matteotti Conie Hatteottl gludlcava l coniunlstl I socialisti coi sociallsti 1 coniunisti coi coniunisti 1ld una proposta di collaborazione eia parie del Pru·/ilo Comunista, Giacomo Jfalleolli, Segretario del Partilo Socialista Unitario, risponcieva .nell'aprile ciel '23 con la seguente lellera : • Alla Direzione del Partilo Comunista• ROJI A RiccYiamo la YOSlra lcllera contenente la solita proposta poligrafala per tulle le occasioni. L'cspe• rienza delle altre volle e dell'ultima in particolare, ci ha riconfermati nella convinzione che codeste rnstre proposte, apparentemente formulale a scopo di • fronte unico , sono in sostanza lanciale ad esclusivo scopo di polemica coi partiti socialisti, e di nuove inutili dispute. Ciò può recare piacere e vantaggio a Yoi, come al governo fascista, dominante con gli stessi metodi di dillalura e di Yiolcnza che voi auspicate. )fa non fa piacere nè a noi nè alla classe lavoratrice, che subisce il danno delle \'OSlrc disquisizioni e dei riaccesi dissensi. Chi ha moltiplicato e inasprito le ragioni cli scissione e di discordia nella classe lavoralricc, è inutile e ridicolo si torni a camuffare da unitario e da fronte unico•· Restiamo ognuno quel che siamo : voi siete comu.nisli per la dillalura e per il metodo della violenza delle minoran,:e : noi siamo socialisti, e per il metodo democratico delle libere maggioranze. Xon c'è quindi nulla di comune tra noi e voi. \"oi stessi lo dite ogni giorno, anzi ogni giorno ci accusale di tradimento contro il proletariato. Se siete quindi in buona fede, è malvagia da parte vostra la proposta di unirvi coi traditori; se siete in malafede, noi non intendiamo prestarci ai trucchi di nessuno. Perciò, una volta per tulle, vi avvertiamo elle a simili proposte non abbiamo nulla da rispondere. Tanto per vostra norma e definitivamente: in<lipcndcnlcmenle da quella che sarà la decisione della nostra cl()ne intorno alla festa del 1.o )[aggio. Giacomo Malleolli 10 Giugno 1924-1947 Ventitreesimoanniversario dell'assassiniodi G. Matteotti .Jl.llavoratorlJ .Il. tuttl gU uonilnl 11berl! Il venlilreesimo anniversario dell'assassinio di Malleolli sarà M noi commemoralo in modo degno di lui se sarà un'occasione per ricordare agli immemo,:i e agli ignari che cosa è stato il fascismo e a quali complicità esso dovè il suo trionfo; se approf il/eremo di questa dala per approfondire nei supe.rf iciali e nei fiacchi la coscien.w della grave crisi politica, sociale e morale in cui l'umanità si diballe; se la rievoca.zione servirà a rincuorare i vili e i tiepidi a restare fedeli anche nei momenti dei facili compromessi alla causa degli umili e degli oppressi. Dopo 23 anni della sua fine violenta, il morto Malleoli i è oggi più vwo che mai : vivo nel cuore di milioni di ilaUani che nel suo nome rivendicano la propria wnanilà offesa; vivo nelle migliaia di cospiratori e di pru·tigiani che hanno /olialo per la libertà e la giustizia; vivo nel vigoroso rifiorire dell'ideale del socialismo democratico. La vitalità di Malleolli ha radici profonde che vanno oltre il suo martirio glorioso. Egli fu un socialista esemplru·e avendo rif iulalo gli agi e le lusinghe che la società borghese gli offriva. .Vell'organi.zzazione operaia egli fu un nemico implacabile della demagogia, del miracolismo, delle frasi. La sua milizia socialista fu u.n apostolato di una purezza assoluta. Il significalo di .\Ialleofli trascende luflavia gli w1gusli limiti della politica sellaria. Nei confronti del fascismo, .\falleolli rappresenta, insieme ad Amendola. a Gramsci, a Gobelli ed a molti altri martiri noli ed ignoti, non sollanlo un diverso ideale politico ma anche una diversa e opposta maniera di concepire e vivere la vita, e quasi una diversa e opposta umanità. Contro il fascismo che è stato menzogna, prepotenza, retorica, morie, i martiri sopraricordali hanno incarnalo la serietà, la dignità, l'onore, la gentilezza, la nobiltà del popolo italiano. Questi martiri sono i migliori testimoni del popolo italiano di fronte agli allri popoli. Questi martiri sono il pegno della risw-rezione immancabile del popolo italiano. Viva l'Italia di Matleolli, l'Italia dei lavoratori, l'Italia repubblicana e socialista. « LaPravda » la pensacosì Noi però non slanio d'accordo La • Pravda >, organo del paxt.ito comunista rUS'90, ha consacreto lre articoli a.i rappor,l!i fra il governo e il capilaJÌl!,Jno americamo e i goveTDi dell'Europa occid.enlale, per deli.neare gli elementi che spmgono l'Uuione Sovietica a ritenere elle J.'America cerca. di conlTollare l'Europa occide:nt,a;le. L'organo ufficiale de'! Comita,to Centrale del Prurt.i,t,oComunista Ru,soo s:i è poi pau-ticolairmente occupalo dei partili soci.a.Hsti dell'Europa oocdenLalle, e cioè del JJarliLo laburi la ingle.se e dei partili f>ocialisti framcesi. ilalia1J10, norvegese, belga, olandese, auslriaco e dfilleoo. affermam.do che g'.li elementi di •de.stra> òi questi parli1li si.anno facendo il giuoco degli americani. Que ti articoli sono l16'Cit:.isuJ•la •Pravda• conlemporaneamenle ai lavori della confereinza lei pa.rtili sociali li elle i è chi'llsa. qua:lche giormo fa a Zurigo e sono riassunti in un telegramma delJa • A~ocialed Press >. Ne&un accenno è si.alo fallo agli elementi di • destra •· dei partiiLi sociahsli di Svezia e Finla.11:lia In questi lre aa1.icoli. fo.rleme-nte polemici, la •Pravda• ha affor:rnato che i capi dei governi o dei pai lili sociali li slan1J10 ripel.t>ndo gli •errori• faLti lo.po ]a prima guerra mondiafo, riferendosi. paa1.icolarmente ai nomi del Prnioosare Harold Laski, già Prwi-denle del •Lahour Parlp, E-rnesl Bevin, )[inislro deg'.li E leri nel govemo fa.buri.sla j ng<Je-e. Léon Bl1Um, Pre idente del parlilo socialista france.se, e Krurl Renner, Pre.sidewt,e oociaJdemooralico della Repubblica Au briaca. Va ricordalo a que- . lo proposito, che fra le 21 condizioni p~le dal Te-rzo Congress,o )foncliale della Terza InlernazionaJe, da Lemi'll nel 1921, per fade ione dei parti ti oociali li di a~1ora ailrinlern.azionaJe 8lessa, ve ne era una che :indicava la necc ~ilà de8'e-sclusione dehle cd •lre• di quei pavliLi, affin-chè fo.sooro ammessi neJola famiglia dei prurliit.i comuniisti. Le oondizioni che pone oggi la •P1,aNcla•, se ri peUrut.e, potrebbero preludeire a una campagna Jei parrtili com1tlll.Ì.sti µer J;i, fo ione con i parli li sociah.sli epura Li daUe foro destre. La •Pravda'> ba pure e.sp,resso la propria conNinzione, illl uno dei lre a•rlico3i oopra citali, che vi è aa)ba ;ta1J1M forrza fra i ocia:lié<li dehl'E1 1.1rapa oocidenlale per 'l'Ove.sciare la di,reziO'llo dei loiro capi di • de lra • e slabi1 iire un fronte un:iJlo con :i oomunisti e gli aJtri partiti di ini lra. La •Pravda• D,()ID. indica -se cli que to fJ"on<leipopodare dcl~e sini,sbre, :iinsieme con ~li ail<lri ;partiti dt f>inislra, dovrebbero p11re far parte gli e-le-menli .sociia:ti1s-lidi destra eliminali diai rispellivi parliJli. La •Prarvda> dice poi che se il coro sWJiiJi,lo <lai carpi sociahsli in Europa nom arà modificalo, la oolpa iricadrà $1.1.]Jespalli.e de,giJti errnooLi «ilQ,u~ millla li• in ~ono ai! paTli lo e cl1e ogni na.zione gi_ tr-0_ ve<rebbc al punto in oui slava -wlla vigili.a della seoonfa guerra anO'Ildcia1e.La •ragione peT cui gili elementi fusfoni li non insoo-go.no .a'.IlOOracontro i foro ca'f)i. ha dello iJ giorn,ale, è ohe manicano dii coraggio ecl hamno pan.ira di causare sci &ioni ne-1 loro parli lo. Rifere,ndosi inHne a1 !recente Ccm,,crressolaòuri,sla, la •Pravcla•, ha delLo dei labumli britannici, che e..."<S•i,procla1111amdo a ,parole la nec<.>ssità dell'indipendenza i!Ilgtlooefagli Slaili Unili, condl\lcono a faLli una polHi.ca che dega laillLo Ja poliilica, quan Lo l'economia britannica sempre più a1 orurro del ca.'pila1ismo americano•. /

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