Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1925-1974

76 C. BONFANTIN/ dc, di circa seicento agenti dei battaglioni di Pubblica Sicurezza, che noi avevamo da tempo organizzati in due brigate e inquadrati nella X divisione, comandata da Nino Puleio. E la magnifica·inirciàsll Milll~O-de1fa Xl" briGat.i-Matteoiti della Brianza, capeggiata da Erasmo Tosi (Dino). Essendo riuscita ad impadronirsi di alcuni carri armati tedeschi, e divenuta cosi la nostra • Brigata corazzata•• essa fece in città una specie di passeggiata trionfale. L'insurrezione milanese fu la grande vittoria, un trionfo dei clandestini quale forse nessuno dì noi aveva mai osato sperare. Ed è naturale che ad essa ritorni più volentieri al discorso. Ma non dobbiamo essere ingiusti con noi stessi, coi nostri compagni più fidi che tutto hanno dato nel corso di una lunga lotta più oscura, nella storia di quei venti mesi che ancora aspetta chi la fissi sulle pagine. Colpi fortunati, terribili avventure a lieto fine: come la liberazione di Dino dalla caserma di Cernusco; l'occupazione di sorpresa dell'Ospedale Maggiore di Milano e il ratto, di 11 dei nostri detenuti; il fortunato complotto col quale riuscimmo a liberarci della terribile banda Koch; la romanzesca evasione dal castello di Brescia dei fratelli Lippolis, con Armando Rossi e Gabriele Vigorelli (Aldo Marco); il mio ferimento a Torino e la mia fuga dal tavolo operatorio al San Giovanni. E, purtroppq, quanto più numerosi, gli episodi luttuosi, gli atti di eroismo estremo premiati soltanto id.alla morte: quasi tutti i compagni più cari di quel primo terribile inverno torinese, dal '43 al '44: il maggiore Pezzetti, riconosciuto e colpito a morte all'angolo di Via Sacchi; Renato Martorelli, il compagno impareggiabile che aveva additato a tutti la via; e Quinto Bevilacqua, Massimo Montano, Giu1io Biglieri, Erik Giachino, il gruppo dei fucilati del processo Perotti; e Mariolino Grcp.. pi. strappato letteralmente .il mio fianco l'estate seguente a Milano; e Luigi Giacometti, con tutti gli altri oscuramente scomparsi in Germania; e Italo Rossi e Giorgio Oavito, che dopo tante eroiche gesta trovarono la morte in combattimento aperto nel Canavese ... Troppi per la mia penna, ma non per il

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