LO STATO MODERNO - io c:hUGNO -.uu VERITÀ FIGLIA DEL TEMPO . RICORDI SUL PROCESSO MATTEOTTI Questo giugno della • liberazione» è scista del listone era aperta da· poco i! _21' anniversario!/- Prima di Matteotti più di un mese) verso le ore 16, cinque altri erano gid caduti; moltissimi (in un delinquenti (almeno cinque) con un'aurosario di disperazione) sono caduti poi; tomobile attendono In agguato (agguaa!cuno di questi fu pari ~Lui per digni- to: dunque p,emeditazione) sul lungo tà di mandato, per altezza di ingegno, Tevere Arnaldo da Brescia. I cinque per morale coraggio, alcuno forse fu di ' sono Dumini, Viola, Volpi, Malacrida, Lui più martire (come Giovanni Amen- Poveromo, il primo notorio fascista fiodola che si portò !a sua ferita per !un- 1 rentino, gli altri del gruppo arditi !aghi mesi di sofferenze e poi ne morì s~is~i milanesi, tutti compagni degnisin esilio): eppure più di ogni altro Mat- sim, e prov~tl. . teotti è e sar<ì sugli altari. La macchina è una grossa Lancia, Ingiustizie della storia? No: quando Rom~ ~- 55!216 9, d~ta la sera prima al t . . .. !' . . . Dumm1 dall avv. Flhppelll, direttore del i mar iri sono innumere~o i i nomi si Corriere Itatiano, il giornale romano perdono ed uno li riassu?11e: è Lui e~ è più... governativo. g I i Altri. Questa funzione simbolica, quasi mistica, Matteotti l' ha assunta per tante ragioni: non una che non sia r!egntt e per.masiva: Egli il paladino dei suoi perseguitati lavoratori del Polesine. il si;gretario animatore del Partito socialista unitario; Egli i_! deputato, agr,redito in un rapporto causale, immediato, colla sua funzione .è nell'ora più intensa della lotta, quella delle ultime speranze; Egli, giovane, ardito, veramente eroico, nel cercare il rischio della morte, e po! net disperato corag!)io rii respinpere la brutale violenza del r!e!itto: belle suggestive virtù che innamorano! Ma tutti gli Italiani, dagli intellltt.uali ai più incolti, intuirono anche • la ouestlone -morale di governo e di ~!viltà f> che Matteotti rapnresenta: il primo comandamento di D_!o è • non nccidere ~: ma 11li uomini si uccidono fra to,-o. i forsennati, per passione, per l>rutatttd, per interesse, per fo!Ha, pe,- moventi politici, pe,-fino per amo.re di re!!olone... cosi è l'uomo: mise,-ere! (11 popolo lo sa!). Ma auando una parte poUtica ha a.~- mnto il 11overno, detiene tutti I poteri e la custodia delle leam e la o.-ganizzata niustizia. allora ave.-e ancora una segreta attiv!td delittuosa· per· ferire ed uccidere 171! avversari, questo è veramente apparso come la quintessenza del crimine, detta frode e detta viltd. Onde è bene che la « Questione morale» (il nome assunse a quei tempi una definizione. éhe restò sto,-!ca) sia documentata. e non nei termini delta nostra convinzione e del nostro sdeimo. ma in quem. se pur minimi. lr,.efu tabili, che perfino la maglst.-atu,-a fascista. e dopo ft .1 11ennalo 1925. consacrò agl! atti della istruttoria pènate. * * * * Nei volumi della istruttoria della po - lizia giudiziaria, del giudice Istruttore e della Procura del Re, poi, della Sezione dì accusa e della Procura Generale (volumi in questi giorni disseppelliti in una cantina amica) il fatto è documentato nei seguenti essenziali termini: a) il ~O giugno 1924 (la Camera faMatteotti, mentre. passa solo alla sua solita ora, per la sua solita strada, per recarsi in Parlamento, è prelevato di forza (con la stessa tecnica dei bravi deWinnominato per Lucia) e caricato, malgrado una violenta reazione, sulla vettura; che parte veloce per Ponte Nuovo e via Flaminia. La lotta deve essere continuata disperata nell'Interno della vettura (testimoni della via, tessera del Matteotti gettata fuori dal finestrino. vetri rotti con un calcio. vestiti la.cerati. numerose r, vaste macchie di sanme). fin che lo lèrnP. fu colpito da un pu~ale, con un~ ferita profonda al costato sinistro, fe- · rita che fu ancora rilevabile nel resti del cadavere, scoperti oltre due mesi <iopo. L'uccisione fu certo consumata nell'automobile e, con ogni probabilità. nella prima ora. Poi la macchina vi'!_gò senza mèta per la campagna romana. ~ol suo traelco carico, fino al creouscolo: oer confessione- di imnutati. oer qualche· testlmoniam:a, per .giudizio· del • ma,~istrato. b) Alla sera la macchina rientrò in Roma. nel suo drammatico lnsan<ruinato disordine: fu nortata da Dumfnl. prima nel cortile del Ministero Ò"<rli Trit,-r_ nl. noi nell'autorimessa nrlvata d<'I re- · dattore capo del Co.-ri.e,-e Ttriliano: Dumlni aveva con sè una v11ligia con· alcuni indumenti ins:m,mlnati d·el morto. con alcuni pe,:,:i della taope:r.,:eria di stoffa della vettura intrisi di sari<rne: la valli?ia nP.reitrinò ònlla nire;,:fonP. !!"- nerale di P. S. (senatore De :Rono) alla Direzione del /rlornale. al Commissariato di P. S. della StazlonP.. dove. finalmente. fu seouestrata da quel commissario. Il 12 sera, quando fu arrest~tn il Dumini. Il Ma!?lstrato non dice esnlicitament~ che il ritorno di Duminf a Roma ,~ •~- ra stessa del fatto. la ricons,-,"Tia· dè11~ vettura in ouello stato. la v~H!?i:i rriqli orribili corni di rP.ato. vo!!lionn nire mandato e resoconto del m.a.ndatario.- po,-tando le p,.ove, di a1,erlo sanguinos11mento e.~em1lto: non lo dir!!. ma dà atto della vicenda e della testimonianza delle cose: e il procedimento penale ha queste radici. L'imputazione fu in un primo tempo per sequestro in persona di un membro del Parlamento, a causa delle sue funzioni; poi (26 giugno) fu anche per omicidio aggravalo, quando, senza trovare il cadavere di Matteotti (si troverà due mesi dopo malscpolto, nel bosco deJ.Ia Quarlarella), fu acquisita· la tragica certezza che i tre ·bambini- di Giacomo Matteotti erano orfani. Inutile ricordare, qui, ora: le prime angosce della famiglia e degli amici; i primi indizi, le prime indiscrezioni, la « denuncia alla Camera e al Paese » del ·giorno 12 giugno (ultima seduta' del Parlamento Italiano); la reazione della pubbiica opinione nazionale· l'eco all'estero; lo smarrimento (più' apparente che reale) del Governo; la secessione parlamentare; le dimissioni dei ministri cosiddetti nazionali; la sorda acquiescenza tlel re (tradimento N. 2) che non dimise il Ministero, secòndo il suo dovere morale e costituzionale, per restar~ prigioniero degli interessi reazionari e conservatori, che avevano portato il fascismo al potere e ve lo dovevano mantenere, éon forze non palesi; ma t1?liaci (regio ese'rcito compreso); priglonier<,>, in fine, anche il re della • paura del più rosso!» (questa paura del più rosso è sentimento piuttosto ignobile, ma tuttavia è una certa forza della storia che bisogna confutare e combattere, non ignorare, nè peggio inutilmente esasperare). Tutte questioni storiche complesse, che gli studiosi avranno tempo di serenamente stu_diare. In questo sommario nostro saggio basterà dire che la tattica del capo del Governo In relazione :11la istruttoria giudiziaria ed- anche a quella della stampa (in verità non sempre nè obbiettiva nè utile) apparve chia:.. ra: deplorare il delitto, farsene anzi la prima vittima («se un mio mortale ne-· mico avesse pensato ... ·») e gettare a mare, sia gli esecutori materiali, ·sia I man- . danti e favoreggiatori più vicini, compromessi per i · loro rapporti diretti coi sicari, designandoli al braccio secolare della giustizia. La tattica cinica e furbesca e imprevidente (propria dello s.tlle dell'uomo) fu un errore' e. il tentativo d'alibi ne_- cessarlamente falli. L'autorità giudiziaria (coadiuvata dalle autorità minori della P. S.) avendo mano relativamente libera e, magari, pensando di farsi benemerenze ... prossime, confermò l'arresto del Duminl e, con zelo innegabile, attuò altre indagini e fermi. Al 26 giugno erano già In carcere: li Viola, Il Volpi, il Poveromo, il Malacri-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==