98 LA HIVOLlJZJO',E LIBEHALE ------------~ pre più va,;ti e completi per il disarmo e r arbitrato; rcalizz.azi;,n<> d'intC!"<' politidw <'ct economiche univ<'rnali (una Società delle .,.';azioni seria e fattiva, ('SCrcitantc una fun✓,iorw preminente nel m<>ccanismo de1la politica internazionale; l'Umone doganale uniHn-ale; ed anche una lingua ausiliaria internazionale) ecco la sola , ia realistica p<'r ~i ungere. sia pure l<>ntamente e allrav<>n,o diffìcolta innumcrnvofi. a quclrid<·al, <li Umanità soli<lalP <'i1c cl<'•.·,.~.,,.,.,. l'aspira;,;iom lontan.a di tutte I<' d<'morra✓,if•, w:r-.o la qual<· ,fov1:~i ori<'ntarc• la politi<'a ,·st,·ra d"i f,o- ,~·rni h111/!irniranti, e• in <'Ili '-Olo si l""' p<:11- '>,lr<' di trmar,· un giorno q1wl minimo di JHIC'<' ,·he <-arit <·<m~,•ntito all'11manit~1. A '\'I O'\J() BASSO. LA GIOVINEZZA DI MA11E01TI Gerolamo Matteotti, di una famitrlia di calderai, era quasi po, ero, quando, Jasciato il nativo Trentino, i,.i. stabilì a Fratta Polesine e sposò una giovane di condizione modestissima: Isabella Ganzarolli ora seltanlaquatrenrte. I coniugi Matteotti ebbero tre figli, Yissero sempre rn perfetto accordo c:;ercendo un negozio di. mercerie e di fcrramenta sito in una casa - che divenne poi di loro proprietà - al centro del vaese. Lavoratori e risparmiatori tenaci riuscirono ad accumulare una fortuna cospicua col loro commercio e con speculazioni oculate. Molta parte del loro danaro, a mano a mano, investirono in terreni e fabbricati - sparsi qua e Jà nella provincia - acquistati a condizioni fa\'orevoli. Anche raggiunta l'agiatezza conliuuarono a vivere modestamente e con parsimonia. Rimasta ved-0v.a, la signora Isabella continuò nell'esercizio del negozio ancora per molli aru1i. Nella ;;ua bottega troYava sempre cordiale accoglienza Costanli'no Lazzari quando <( umile proletario del commercio » ( così egli .amaYa presentarsi) si recava a Fratta a visitare i suoi clienti e a recare il conforto della sua fede ai compagni. A hù parlava 1a Yedova con sentimento di orgoglio dei suoi figli che erano la sua adorazione e per i quali continua,·.a a lavorare e a risparmiare inesorabilmente, conforme l'esempio del marito. La sventurata m'ldre tutti li perdè gioYanissimi. Il primogenito, dottor professor Matteo, morì per primo a trentun anni. Studioso di problemi sociali aveva pubblicato diversi saggi. L'opera sua più importante è forse: « L '.assicurazione contro la disoccnpazione » (Torino, 1901 - Editori F.lli Bocca, pp. 276, in-8"). Silvio, dedicatosi all'amministrazione delle aziende agricole della famiglia, moriYa dopo poco a soli ventitrè anni. Entrambi dormono nel camposanto di Fratt.a dove li raggilrnsero più tardi i miseri avanzi del secon-:logenito, Giacomo, a loro fratello anche nella fede politica. . Giacomo naroq~& nelln casa paterna il 22 maggio [885. Trascorse l'infanzia a Fratta iniziandovi gli studi. Li proseguì a Rovigo nel ginnasio-liceo « Celio >>. Anche quando si trasferì in quella città e vi fu collocato a pen3ione presso amici della sua famiglia, ritornò frequentemente al suo paese. A Rovigo Ìo , isitav.a spe:ssissimo la madre che prendeva molto int~resse ai suoi studi. Fratta Polesine è un comunello di forse quattromila anime. Al suo centro (a circa 13 chilometri da Rm igo e a 9 da Lendinara) presso lo Sco1·tico (corso d'acqua che unisce l 'Adigetto al Canal bianco) st~ un borgo di ridente aspetto formato da gruppi di edifici ben costruiti con al 11gui vasti deliziosi giardini. Il borgo ha origini vetuste. Fu già luogo forte. Nessun rudero rimane del castello che il vescovo d.i. Adria Isacco II vi fece costruire. Lo possedè e munì Gttgli.elmo MarcheseJ1a nel 1]42, lo occuparono; vernncsi, lo riprese Salinguerr.a di Torellu (1188) e a lui lo tolse dopo nna dura lotta Azzolino d'Este (1205). Lo riconquistò e distrusse, nel 1224, Tisolino Camposampien:>. Giacomo Matteotti amaYa ricordare le vicende belliche delle quali era stato teatro il suo borgo e si era interessato della vita guerresca del comede Guglielmo Marchesella, eseguendo ricerche 11011molto fruttuose in archivi e biblioteche. Un giorno un compagno si meravigliò ch'egli si occupasse di siffatte ricerche. Come un socialista si interessava della vita di un signorotto, di un nobile?... Gli sembrava un atto di incoerenza ... Giacomo sorri~e bonariamente e r.accontò come probabilmente anche l,1 sua famiglia fosse di origini aristocratiche. Difatti un prete trc .. 1tino - previo sborso <li una somma di danaro - si era offorto di documentare come la famiglia Matteotti avesse a capostipite nn bastardo dcll 'imperatore di Germania: .:VI.atLia, uipote di Carlo V. Giacomo a,cva declinato l'offerta, ma per Lurla !c'icompiacenl talora ricordarn le sue presunte origini arisl.ocratiche con ari,t scherzosa di snperiorita: - lo c/ze discendo dall'imperatore Matii,· ..... La popolazione di Fratta è generalmeni~ occupata nei la,01·i dei campi. L'industria dei c~rd.ami eh ]a, o:·o ad un discreto nujnero di operai. La vita vi trascorre tranquilla e monotona. Il borgo si anima alquanto :1l gio,·eclì per il mercato, che però ha importanza locale solLanlo. In questo ambiente ristretto visse i primi anni Giacomò, fra la scuo!a e la bottega paterna, giocherellando per le strade coi suoi coetanei e recandosi tah·olta a pescar rane nel , icino :;:\a,.:glio Adir1:etto. La fiera annuale di animali dd 30 giugno richiamando in paese molta gente e m,,,1eme giocolieri e giostre, era attesa dal rngazzo f'On dC'~idnio. fki divc•rtinu nti da go<kre si parla,a fra ,;colari in anticipo Jl<'l' I II ngh i nJC'-.i e si rievoca vano <'Otl 110sl ,if iria le giornate <li fiera <lcirli anni pn·cedC'nti. ~'1011erano 'JlH'sli i soli svaghi di Gia<"orno. Sebbene la sua f'omrgli.a non ec·,·~ll<'sse in zelo rC'li~ioso egli , e niva condo li o ialvolla in cbi<'"'a e , i i-i re<"ava anclif' da c;olo. ]n un primo Lempo si era inlerf'ssato all<~ fun;,;ioni religiose, poi l"cdificio stei:;so della chiesa a,·eva finito per ricl1iamare la c;ua maggiore attenzione. La chie-;:1 parrocchiale di Fratta - dedirata ai Santi Pietro e Paolo - è vasta e ricca di marmi, di pitture, di decor.azioni, <l'intagli. Giacomo mi condusse un gion10 a visitarla e mi fece ammirare le pitture del Tinlorello e di Paolo Veronese ivi esistenti. Alla porta maggiore sla una magnifica bussola dc] Brustolon e nel suo coro esiste un p.arapello in legno intarsiato opera dei celebri Voltolina di Lendinara. Questo parapetto era ogget Lo della estatica ammirazione di Giacomo fanciullo. Una volta essendosi recato nel coro [ u sorpreso dal sagrestano a toccare gli intarsi e scaccialo a scapaccioni. Anche la chiesa di San Bartolomeo, ridotta a magazzino, interessa,·a i] ragazzo per certi caratteri gotici che vi son scolpiti. Egli aYeva durato parecchio prima di poterli comprendere e fu felicc quando, progredendo negli studi, potè leggerli e ~pprendere così che il vecchio edificio era stato cretto nel 1338. Molto ammirati furon sempre da lui gli antichi paln;,;zi costruiti per le nobili famiglie Molin e I3a'doer clal Pallad:o. Egli avrebbe voluto acqmstarne uno, ora di proprietà del generale Guerrini, ma il suo desiderio non potè essere mai soddisf atlo. Così crebbe Giacomo con spontanee inclinazioni alle cose d'arte e alle antichità. Doveva poi ancora maggiormente prendervi passione divenuto adulto. Al ginnasio e al liceo si fece :qotare come alunno studioso e diligente, stimare e benvolere dagli insegnanti e dai condiscepoli. E si faceva benvol<:!re dalla fami~lia presso la quale era ospite. Vivace, dotato di fortissima volontà fin d'allora si imponeva, si faceva valere fra i compagni. Studioso, non sgobbone, frequent.iva la biblioteca del1 '«Accademia dei ConcOL"di >> attendendo .a stud~ storici e letterari ... Simpatizzante per iJ partito socialista, era appena qnattordicenae quando partecipò al movimento giovainile del partito e alla sezione adulti si insc:!.'isse poi - ventenne - nel 1904. La buona signora sua ospite ìo trattava di enf anl prodige e prevedeva giusto che sarebbe diventalo ministro a quarant'anni! Più Lardi, nell'aprile 1919, insie 1ne con lui mi ree.ai a far visila all'ottima signora. Lo accolse festosamente e teueramenle. Giacon10 non era solito a sconfinare nelle espansioni aff elluosc, ma qHci giorno e1·a viYamente visibilmente cc-mmc,s.,•J. Je] suo sguardo halen.ava u11a profonda tenerezza. La nostra ospite non si stancava di lodarlo 1' gli andava dicendo Ja sua gioia di rived~1·lo, con un dillìvio di parole e ag:~iungeva che il giorno più bello della sua \ila sarebbe stato quello in cui egli sarebbe salito re in quel Palazzo >> (alJudeni a Montecitorio) « <love avrebbe fatto tanto 1,en<'... )J. Giacomo era cre-;C'iuto con la convinzione ehe i suoi non fos-;ero ricchi. A scuola bisognava essere tra i pt;mi: non perde ce tempo, uon dissipare. Con ristinto della dura lotta e la dignità del sagrificio disenne uomo. Ottenuta b licenza lic<'ale continnò gli studi a Bologna n~lla facoltà di giuri~prud~nza. Fre- <1 ;.10;1tò con assiduità le lezioni di diritto pena le. Sno maestro predilctlo fu Ale~sandro Stoppat9. Anche a Bologu.a, selJhene \.l\ esse signorilme·1tc alJoggia1~do t,ikoha nei migliori alber~hi, <'OJlben•ò J., i-u~ <!Ùtindini aubtcrc, rinw Lcndo C,:,lran<"'u all 'aml,iente stu~lcntcsco e 110n parLC;;cip~ndo alla ,ita ~1,asso"a d1·: goglwr li. Si laureò giovanissimo t' frerruentò Jo studio dello Stoppato conti1rna11ci~ ne~li btudi di diritto penale sollo la t,Lla g1tl<b e ,den<losi dei consigli del fratello suo ma~giore Matteo. Durante le vaca11Zc scolastiche e dopo conseguita la laurea ,iaggiò molLoin Italia e all'estero. Furon viaggi di s, ago, ma anche di studio per completare la sua coltura. Viaggiò in Germania, in Austria, in !svizzera, in Francia e Inghiltera e di quelle n3zioni apprese l'idioma. L-.i.ngiese l'aveva gih appreso per leggere direttamente le opere di Shakespeare. Nel 1910 - non ave\·a che Vt'nticinque .anni - pubblicò il suo primo lavoro. Un'opera poderosa frutto dei suoi diligenti studi di diritto penale: « La recidiva >> ( saggio di re, isionc critica con dati statistici) edita in Torino dai BibliotecaGino Bianco ( ----------- -- ----- F.Jli Bo<·<·a (Bil,J;ot<·<·a a11tropol,1g-ÌN>-ttiuridi,·a, él•rie J, vol. xr, l'· p. X\tJ-139). Jn <f1J<J',t,pc:r<1 ;. nol<;vr•I,, I.a ,·on,·, ;,;i,,n,: ,ociaJì-t:~ d, JJa "ila scwial<: e dd f, mJTrwn<> d,-IJa dr·linq111 nza. Essa ,-onti,:n,: <111,; df!di,·!,,: aff, IIIH) ' : "Con 111,imo Jtrrit,, (Jl prfJj. AL,,.~srntdro .',topprito, r-lw mi fu .~r,mpr<' ,~ [;,,nr~1o/m,mte 11,-odif!o rl i inr;or<1.ggw rru,nto ,, r·onsigli ,, . uAlla nwmo,io di "v!atlf,o, fratr,/fo mio,~ <11ni,.o, , 11<, ron o<·r·/,fo afl,,uu,,.w, pn,t,,Hr~ il cr,,w·,,r,, <li qnvsi,, JJ<t{{irw <! non pot,, 1 ,,rf<'rnr• il ('OIILJJitn<'lll<> }). Jntanlo la madn; "i ritirava dal nqrnzi,, ,., IH'I <lP<sidc•riodi Gia,·om<>, la:;;eiava la v,;cd,ia al1ifa;,;io11,• p< r tra:,ferirsi in una r;ai;a di <"ampagna i,1rlla <.1,-ada dw dal ccntr<, ,;ondtH·1• alla stazione f'r•rrnviaria di Fratta. Gia- <'Omo , ùl<'va ,·iniodr;rnarc qu<><,ta ca<,a c·l,e ~c-i,<'rzo~am<•ntc d1iamava " il mio palazzo» ,. dava ordini intanto JH·r<:l,e <,i rinnova<.<-r;r<, l" piante dc•I l!ianli110 annessovi. Da,anli alla ca-a <:he lo vide nascen~ e dove· tra <·or-,'. la sua infanzia "i leva un m<Jdc~to olH'lis,·o d,•di,:~to ai martiri che il pic- <'olo borgo diede ..ti Risorgimento nazionale. Una isnizion<J dice: cc Fratta - da Spwlb,~rg, Vn1.ezia, Lubiana - l'eco dolorosn dei suoi J1 artiri - rJr,[ 1821 - rnccoglir>n,Lo in questo marmo scrive sua storia - 31 gennaio deliberalo - 16 giugno 1867 inaugurato 1>. e sono scolpiti i numi: « Antonio Villa -- • Antonio Oroboni (l) - Prete Marco Poli -- Federico Monti - Vincenzo Zerbin - Domenico Grindato ;>. 1 superstiti, i fedeli un allro ne faranno incidere un giorno: Giacomo Matteotti. ALDO PARI:\I. (1) Il giovine Conte Oroboni tratto allo Spielberg , i morì di tisi nel 18'23. A lui Silvio Pellico dedicò nelle « Mie Prigioni " una pagina commovente. Burocrazia Lariforma delle pensioni Deila riforma della burocrazia da gran tempo si scrive e si parla; oggi poi siamo addirittura ad una ccsvolta >> tragica! Non inlencliamo aff alto occuparci qui dell'ultimo così vivacemente dibattuto progetto sulla burocr.azia; vogliamo invece studiare il problema impiegatizio, con tutta serenità, sollo un punto di vista tulto speciale, su cui da anni noi veniamo insistendo e che, a parer nostro, ne agevolerebbe massimamente la soluzione; \·ogliamo dire: la riforma delle pensioni. L'odierno sistema delle pensioni pare a noi la causa fondamentale, o, quanto meno, .mm delle principali della esistenza del problema burocratico. L'ingaggio quarantennaJe dell'impiegato, rimane q;i,asi come una triste forma di schiaYitù; come una pesante catena, quando si consideri come, spesso, non sia soltanto lo Stato a ì'Olersi liberare, anche per racrioni < t' politiche, come oggidì, dei suoi impiegati. Spesso sono pure gli stessi impiegati che, specie nel ritmo così pro Leiforme della _-j ta moderna, acquisLando cogli anni nuoYe più proficue attitudini, hanno interesse a mutare ufficio, ma ne sono, i più, Lrattcauti dalla non lieve considerazione e impedimento del- ] 'abbandono e perdita degli anni trascorsi per la pensione. È tempo, oramai, che si cambi il Yigente sistema delle pensioni con quello og~idì più logico e conveniente della libera <tssicilrazione; libera, s'intende, nella scelta delle svariate sue forme, ma obbligatoria per ogni persona che entri nei pubblici impieghi. In altri termini ogni pubblico impiegato avrebbe l" obbligo di assicurarsi, almeno per un minimo determinalo dallo Stato, ma scegEenclosi la formola più gradita e com·enicnte fra le odierne svarialissime, prcrident ;ssimc e sotto ogni aspetto complete forme di. assicura:;ioni. Col vigente sistema delle pensioni, un impiegato che muoia prima di aver fatto un certo nume1·0 di anni di servizio, lascia nella miseria i propri superstiti. E quand'anche muoia dopo a,·er raggiunta la pensione, questa diventa più che grama nei rigual'<li della famiglia :.uperstite. Non è certo a pensare, specie coi tempi che corrono, che l'impiegato, spesso po, e1·0 dia,olo, possa aggiungere alla prcYidenza dell\1.tt:1alc '}Gnsione, qnelb di una libera, Yoiontari,:, pri, ala assicltrazio11e, ocr mcrrlio • • <:' proi·;·cdere ai casi suoi e della propria famitdit>. Ed altri sarchhcro ancora i benefici del sistema tìHÌ c-aldcggi~ltO. Con J 'assicurazione l'impiegato potrebbe in ogni momento ampliare e modificare Ja polizza a suo graf1imento, secondo i suoi nuo,i bisogni (:,empre, s'inten<lc, entro eerti limiti da rcrrolarsi dallo Stal?)- AJì'occonenza 1'impiega~ potrebbe pcrfmo trovare credito presi:;o la sua Società assicuratrice; si comhinerehhe così, assai hene, comodamente e facilmente, il beneficio dell'assicurazione cou qnello del credito; e non solo per « prenrterc a credito ))' ma anche per « dare a credito >J, in qnauto ristituto asbicurativo potrebbe aprire un ser.izio ba.icario eh operaz.ioni atti, e e passive con ~J"impi,:gati; '! far:il,! p,·n-amP., capimP. i di>L1arrli. Infin<!, dim,;ttt;ndo,i rimpieg-ato dal p11hhliC'<>1tfTì,·io. f)(1tn·hl,,. andw ri:,ùhen· il •tHJ 1•ontra11,, di a-ocir-11raz1011Po.. ,-,Jntinuarlo a i;uo J,,~n<:pladt(). :-:if! p<:r l',F•Unzi,,nc in impi,,g,1. ~uoc=i,teu:bb,! piì1 r,,.1a,·<1l0 df:ll°f:tà delJ"impi<:gato, c,staN,l<1 1:a:1-at,, prinr:ipalm,!ntf: dal vi~'..:nte cistcn:a della p<;nsi<m;• 11nifornw di Stato. A 'l'" l-iaoci ,:ti, JJn ritLadiuo, pur<:l1F: <·apace ~,,tt,, ,!!ii airri riµ:uardi, potrebbe e'"S"re a1,- •u11r,, al puU,l;c,, impiego, -ia perche ,,gni 1·ittadin,,. p<m•a11rJ,, alla pr>::;;ihilità di dive11ire imì,i":tat ,, • tal al", pr<H•·.rd,:rebh,, in tempo a (''JJ1lrarre 1in·11s-ir• 1Jrazir1ne (e sard,r>': un utiJ,. -tim,,lr, ali<, f:qF::nder<-i di ,ru,~q:i forma di pn·.id,~11za) - ~ia p<;rr:hè, ;e anr:he un r·ittadim, 11<,n l'ave.,-e <•<Jnlratta. ttli sarF:hhe r<·lativau<·nt,: p,,s~ir,ilr·. anzi f~c;Je di c<mlrarla al m<,m<:nt,, in r·,ii divPni-~P. a r1ua:11nqu<; ,~ta. p11bblir:r, irnpiF:_!!at<1: ap1,untr1 per1·}ii• J,: privale So<•if'tà ac-i<·uratri,-i hanno la m,•_!!~i<>~·e lihic:rtà, fo,·ifità di J>r,,n,-,lr·r<: ad ùf!ni pii, '-\'ariata c-iw.:nza, <: di az-2:iu-tar tutto <·<111 ~,J<Jdi,f a;,,;irrn<·rli tutti. (,,,. 1 1,, Stat,, p<,trehh<; aridi e ;d<JV'tr•i di pi:r•one <·he, tah-olta, andH~ fr!l'nitr; di <1ttimc· r:aJ,a<'ità, non f>O'---Ono divenire impie- ~ati p11bbli,·i. -,olo r,er averr; -urpa-:at<, r;nd fatale limite di età in<:rmr:iliahilP. cr,n l'attuale -i-terna della r1f'nc.irme di Stato. Ed arrf!iun;:wremo ancora L <:!ie. c<,l <-i<.terna ,,111 da noi propo-l<;, J"impie:aato n"cito da] r.~n izio di Stato \ i potrehh<> .-,emprc ri f ornar<::, p•irchè <·on•ena'-''e i requi . ,iti , oh,ti <> -ottr,ponendosi, natur<11mcnte, ex no1x.1 a! relati·,o con<'fJr"v f'On tutti i nuovi asr,iranti. Dopo qu.anto ho succintamente esposto, frutto di lungo e sereno studio, non riesco a intravedere obbiezioni :::erie alla im·o<·ata riforma, ,·antaggio~a per l'impiegato, _?er lo Stato, per la intiera collettività. Con e<sa. sono sicuro, si riuscirebbe, dùpo tanto, ~ dare il migliore an-iamento alla risoluzione del problema della burocrazia. GroYA,-::'l"rCARA,o-Do::-.,ITo. (11 Que-ta te,i ~ Hat1 propo~ta già nella Rit:oluzio,w Liberale del l'.I g:ugno 1923. in un articok, di Obsen·er. Crediamo 11•.~•e in,i•teni coi nuovi argomenti di G. Carano [ìr,nvito. PIERO GOBETTI - Editore Torino - Via XX Settembre. 60 JJIJIJSESTE: GUDO ZADEI L'Abate Lamennais e gli italiani èel suo tempo Ai prenotatori - L. 10. La figura deirabate Félicité de Lamennah Ti821854) di Saint-}Ialo è una delle più intere,~anti fra quante primeggi:iror.o in Europa nella prima metà del se,olo XIX. L· abate bretone ebbe grande rinomanza in Italia dal 1820 al 1848, poi le sue opere furono dimenticate ed oggi le nostre bihiioteche ~ono qua~i affatto spro,. ,is:e degli scritti suoi e degli ~tudi che nel Lamennais ~ono u~citi, r?umerosissimi, in Francia. Uno stndioso bresciano (la cui cultura lamennaisiana è ~tata recentemente con-acr:ita in Francia dalla Bibliograpliie de Lamennais del Duine e dalla acco, glienza eh "ebLe a Saint-:\.1alo una sua l'0municazione falla dinanzi ai migliori storici del Lamennais) ~i è accirao alropera di far conoscere lo ,, rittore france,e agli italiani e mostrarn quanto sia stata grande rin• fluenzo sua sugli uomini nostri del suo tempo. :\el ,·olume ci ,aranno alcune delle più belle pagine larnenn:ii,,iane e si leggeranno inle,e;,:inti,sirni giudizi ,utrI1nli:1. In appositi capit()li saranno ,tudia,i con a1::piezza di informazioni i rapporti del Lamennais con la Santa Sede. con Giuseppe }fazzini. coa Yincenzo Gioberti, con Gino Capponi e col Tommaseo, con Pier Sihestro LPopardi e con Giuseppe ~Vfontanelli. ì:\"otizie pres,-ocl1è inedite intornQ ai reazionari rnoi oppositori qu:ili il conte 1Io?1oldo Leopardi e il canonico Borioni di \ncona e ,;uìr opera del principe di ~lctternich rende.anno il , olu>nc interc,sa11te anche per i france,i. françois Duine, indubbiamente il più profondo cono,ci torc di lutto ciò che ,i rifcri~cc al Lamennais., srrhe,a alcuni mesi fa, dopo a\ er letto i due articoli che. con lo sle:'::o titolo del nostro ,·olume. Guido Fad 'Ì a,e, a pubblic::ito in una ri,ista nùlanc5e: cc Ie cspère bien que YOU~ reprendrez ce m,r1e ~uiel: i ·,1bate de Lamcnnais e gli itaifrmi del ~110 tem~o, pour le Jé,elopper en un ,olume. qui serait très lu. et très préciem, pour les élraugers comme moi ,,. L 'abale Charles Boutard, autore <li tre gros~i ,o. lumi e <li paretd1i opuscoli bmennahiani, scriYe,a il 2:5 marzo 1Q23 a proposito dei due articoli suaccennati: << Dès le6 prnraières pages, j 'ai \ u que , ous possidcz ,otre sujet et que rien ne vo11s ruanque pour le traiter a,cc compétence >J. SCìYTLÌ C.\RLO A\".\.R:\'.\ Dl GG.~LTIERI IL F~t\.SCIS~10 250 pagine - L. 10. Indice: Premcs~a. - Cap. T: L"cquiYoco . II: L'ideologia · III: La ;\Jilizia • IV: Le Corporazioni sindacali · V: La RHorma cosli.tuzionale . Condusione · \ppcndfre: Circa le recenti indiHrezioni della Riforma costituzionale. Il libro di Ai·amu è sopratutto 11110 studio docnmeu'.alo: Sulle C0l'f)0mzio11i ~ìmlacali e sulla 1 iform: 1 cost1t11z1onalc specialmente egli offre delle concfosioni or~ginali. È la prima volta che questi due lati de_lJasc1s7!10ve11go_11s0tudiati a fondo. L' Avama prescm1e dai _concetti e. dalle polemiche più noti. Egli ~tudia specwlme111e I opera del fascismo al potere con Larghezza di informazione e incalzante obbiellività.
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