------..-..----.-------------~ Vt A'NNlVERSARlO ~.-. pompa contro di mc di un amabile ed erudito scetticismo per le capacità rinnovatrici delle moltitudini, ma ben presto la riflessione, l 'csperienza della vita, la forza clelGEROLAMO MATTEOTTI l 'ambient::i comp.irono anche in lui il loro silenzioso lavorio e l 'amorc per la nostra causa diventò anche per lui la più grande e la più nobile passione. Un bel giorno me lo vidi comparire a Ro;na. avvocato impegnato a sostenere davanti· alla .Giunta delle elezioni le ragioni di un candidato socialista e da allora in poi seppi che egli, seguendo la tradizione dei fratelli, si era interamente cledieato alla causa de.i proletari sotto la bandiera clel nostro partito. Era diventato sindaco di Fratta: era diventato consigliere provinciale, lasciando dapertutto traccie della sua generosa e vibrante attività e attirandosi l'odio dei partiti avversari che non sapevano capire nè perdonare in lui il signore e il proprietario che abbandonava la tutela dei propri privilegi per abbracciare la causa dei diseredati. Durante i,1 periodo della guerra e precisamente ·nella seduta del consiglio provinciale di Rovigo del 5 giugno 1916, parlando contro una cli quelle proposte empiriche che facevano i rappresentanti borghesi in favore dei comitati per i profughi vicentini, reclamando a pro' delle vittimé della guerra un 'azione ben altrimenti duratura ed efficace, si tirò addosso i furori degli agrari patrioti i quali colsero l'occasione per denunciarlo. Il pretore e il tribunale locale lo condannarono a 30 giorni di carcere, ma la Cassazione di Roma, con elaborata sentenza 31 luglio 1917 cancellò senza rinvio quella sentenza. L 'avv. Guarnieri-Ventimiglia che arnva patrocinato quella causa, ricorda di averne ricevuto l'incarico da Giacomo Matteotti, allora militare a Messina, con una nobile e fiera lettera nella quale stava scritto quanto segue: '' Ho pensato cli affidare a te la mia '' difesa dinanzi alla Corte cli Cassazione '' cli Roma, contro una sentenza cli conclan- '' na per i discorsi politici da me pronun- '' ziati al Consiglio Provinciale di Rovigo: '' ho pensato a te pcrchè sono sicuro di '' averti amico e commilitone in questa lrno- '' na battaglia e specialmcute nelle finalità ' ' che ci proponiamo e nelle uorme che ci '' debbono guidare - 11è csitazioui, nè :::i- '' piegamenti ... - neanche se potessero Ya- '' lere all'assoluzione, ma precisa e deci<;a '' riaffermazione elci nostri principii e dei '' nostri ideali. Unica tesi difcnsiYa il di- '' diritto mio a dire e a fare quello che ho " detto e qu2llo che ho fatto". In quella uclieuza, attrave1·so la discussione, la figura buona e gcnernsa dell 'apostolo-martire, rievocata dal difeusore, si impose tanto all'ammirazione della Corte, que contrariamente all'ambiente suggestionato dall'atmosfera avvelenata cli quel periodo, scrisse la sacra parola dcll 'assoluzione. Il Pubblico Ministero allora pronunziò <'On fervore, convincimento ed elevatezza· di linguaggio una solenne orazion2 sulle libertà civili nei paesi moderni e sulla libera discussione nelle assemblee rappresentative, contribuendo così alla formazione di quella sentenza ammonitriC:) clel supremo Collegio, MATTEO MATTEOTTI che oggi diventa di notevole import3Jlza ed attualità e consacra la fama incontaminata di Giacomo Matteotti. Nel 1919 centomila elettori del collegio cli Rovigo-Ferrara lo mandarono deputato in parlamento. Fin dalle prime mosse del no-
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