Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1925-1974

.-...-.__.. M A T T E O T T I -----------------------..-....-....-.. mogenito e mi confidava le sue preoccupazioni per l'avvenire degli altri due, Silvio e Giacomo, si arrischiò a domandarmi: - Mi no so, sti fioi i vol tuti studiar economia politica. Xela una roba che se guadagna bezzi~ - Veramente no; però si imparano tante cose... In quanto ai bezzi, lei li ha guadagnati, signor Gerolamo, lasci un po' che i figli li spendano! Ma un giorno ritornando a Fratta trovai che anche il padre era morto forse sopraffatto e vinto dal dolore per la perdita del suo caro primogenito. Da allora la mia amicizia per la superstite famiglia diventò ancora più illtima e più profonda: quando ero nel Polesine facevo di preferenza il mio centro a Fratta, dove la signora Isabella e il figlio Silvio avevano per mc tanta affezione e tanta premura. Silvio aveva compiuto gli studi e s'era gettato a corpo morto nelle agitazioni e nelle organizzazioni dei contadini: il loro La Piazza di }',11tta Polesine movimento di resistenza e cooperazione lo aveva per fidato consigliere e ispiratore e da un lato all'altro clel Polesine la riscossa dei poveri diritti clei lavoratori seguiva con uno slancio meraviglioso. - I comanda lori, diceva la sua mamma, C' le leghe, i contratti cli lavoro dominavano ormai dapertutto con grande ira dei vecchi agrari abituati a comandare dispoticamente per il proprio profitto di proprietari. L 'esempio della familia Matteotti che nei suoi vasti terreni, migliorando le condizioni dei braccianti e dei bifolchi, ne aveva destato e ringiovanito il vecchio amore alla terra, era cordialmente detestato dalle vecchie famiglie reazionarie, ma era un esempio contagioso che aveva dato alla plebe agricola il senso di una nuova vita e di una meritata generale prosperità. La propaganda socialista soffiava ardente in tutti i paesi e i canti della redenzione e c1ella libertà sollevavano l'anima dei proletari colla visione ideale dcll 'avvenire: i poveri villaggi, già divisi dagli odi di campanile, si affratellavano in una tenace solidarietà. Silvio si prodigava senza tregua e senza misura in una lotta continua contro gli errori, le debolezze, i timori, gli ostaco1i materiali e morali, ma ben presto la sua fibra ne fu scossa, il male lo colse improvviso. Ed anche egli ne fu abbattuto a 27 anni! Quale schianto per la povera madre che vedeva l'uno dietro l'altro morire i freschi virgulti della propria vita! Io ricordo sempre l' immensa angoseia colla quale ritornai in quella desolata casa dopo la morte cli Silvio. Ormai quando andavo a Fratta la mia visita d'obbligo era al cimitero d6Vc erano sepolti il padre e i due figli che mi avevano tanto voluto b2ne ! Ma restava Giacomo, giovinotto, bello e allegro, attorno al quale si erano concentrati gli affetti e le speranze clrlla madre. * * * Fin da quando avevo cominciato a frrqucntars quella caso, io avevo osservato questo fanciullo di viva intelligenza e di tenace ed imperiosa volontà. Talvolta egli assisteva ai colloqui e alle discussioni appassionate che aveYo coi suoi fratelli e negli ultimi tempi, quando comparivo ancora in rasa sua, mi faceva oggetto dei. suoi strali e dei suoi sarcasn1i. perchè egli, forte c1egli studi recc11ti e positivi che aveva fatti, non divideva le mie concezioni avveniristiche e rivoluzionarie. Anche egli si vantava cli oppartcnere a quel genere di propaganda e di azione riformistica e filantropica che il Dr. Nicola Badaloni di Trecenta, ora diventato saggio senatore del regno, aveva inaugurato con tenacia e con fortuna P contro la quale io rh-cnclicavo i diritti della lotta e della coalizione proletaria. Ricordo cl1e un giorno capitai a Rovigo mentre Badaloni e Turati tenevano un grande comizio per divulgare i meriti cli un certo programma recil'izzatore cli lavori agricoli presentato dal governo cli Giolitti: vi domandai la parola e presentai un vibrato emendamento contro la politica cli repressione sangui1rnria dei movimenti di resistenza della folla bisognosa di miglioramento e cli emancipazione - arrivavano da ogni parte cl'Ita 1ia terribili no• tizie cli continui eccidi proletari compiuti da militari e da carabinieri - e sopra almeno tremila convenuti solo i rappresentanti di 7 paesi approvarono la mia propo~ta. Fu uno scandalo e quando arrivai a Fratta, il giovane Giacomo Matteotti non mancò di investirmi col suo bell 'impeto di zelante riformista, facendo restare a bocca aperta quel gruppo di operai e contadini che ci ascoltavano ... Poi per diversi anni 11011ci vedemmo più: le vicende politiche e gli sviluppi clel -partito mi obbligarono ad abbandonare la vita commerciale e nel Polesine non sono più ritornato. Allora Giacomo tutto imbevuto dei recenti studi scientifici ed uni\-ersitari, faceva

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