Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1925-1974

------- MATTEOTTI ---------------------- cli bande di briganti, per le grasse terre di Lombardia a scovare e massacrare capi di leghe. Poi la sera, vinta dalla fatica, giacevate in giacigli improHisati fra i vostri scherani e già sazia di. sangue, saziavate la Yostra sadica libidine. Voi siet:i bella e le dame della 1·omana aristocrazia vi divorano degli occhi e vi invidiano. Sta bene. E stavolta si gridi: Viva la regina! Ecco le legioni di Bologna ccl ecco quelle di Ferrara. Come 1rnmcrosc ! Ah se i morti potessero sorgere ilalle loro tombe, i morti che nella valle del Po caddero sotto i vostri hastoni ! Ma chi è morto giace. Ed oggi è festa. Viva il re! Il re si sporge, saluta, agita le mani, si congratula col capintesta. La bella festa ! La bella festa! Ora la sfilata è finita. Le squadre si disperdono per Roma. E l'ora del crepuscolo sulla città eterna. Ma ci sono ancora vendette da compiere. Ferocie da soddisfare. Dei gruppi si forma110 qua e là. S 'odono grida di morte. Si vocia: -All'Avanti! -Al Mondo! -Alla Voce Rcpnbblicana! Il saccheggio incomincia di nuovo. Si accendono dei :fuocl1i col mobilio trafugato. Dalla sede dell'Avanti! un gruppo esce trascinando in una mostruosa processione i ritratti di Marx e di Lenin. - A morte i marxisti! - Viva Mussolini! Tutta la città risuona di canti e di imprecazioni. Le pattuglie dei carabinieri danno la caccia ai fascisti per accompagnarli alla stazione e farli partire. Infine quando gli ultimi militi sono rastrellati la popolazione romana respira. * * * I politicanti lodano il tatto di Mussolini che ha saputo far sgrmbrare la città in quarant 'otto ore. Gli éffimeri ministri della costellazione parlame1itare, rovesciando i rnoli, s'immaginano di tener prigioniero il capo fascista e se ne vantano nella farmacia montecitoria.le. Purchè un ordine apparente regni nelle Yie della capitale, perchè spariscano i cavalli di frisia che davanti ai ministeri testimoniano della volontà di un secondo del precedente govemo di difendere la costituzione violata, poco importa loro di quel che succede in provincia. Ora nelle provincie, l'avvento del fascismo si traduce in una tirannia dalle cento teste. Ciauscuna provincia ha il suo Mussolini, ciascun villaggio il suo ras. La legalità è calpestata. L'autorità dello Stato non esiste. Ciascun fasc.ista detta la legge. Le violenze si fanno più gravi e frequenti. Esse non hanno più, come unico bersaglio, i -socialisti e gli operai. Prevenendo la corsa fatale degli avvenimenti, i fascisti cli provincia attaccano tutti coloro che hanno una opinione autonoma e che manifestano la volontà di esprimerla. Quelli che ieri hanno applaudito alle bastonature dei socialisti, hanno a loro ,·olta b spalle accarezzate dal manganello, nel che si potrebbe riconoscere la mano della giustizia, se non fosse là il sintomo della tragica incomprensione degli avvenimenti che ha preceduto e seguito la marcia su Roma. La vita intera del paese è ora sottoposta al capriccio cli un migliaio cli avventurieri. L' Italia se ne accorgerà - ahimè troppo tardi.! - nel mese di dicembre, quando echeggerà sulla penisola il grido di orrore e di agonia dei massacrati cli Torino e quando, più tardi, Piccinini, poi Matteotti saraimo freddamente assassinati per colpil'c nel primo il militante che 11011 diserta, nel secondo il capo che non transige e accusa. PIETRO NEN:--JI. È stretto dovere di anti 1ascista leaaeree )I bb ogni buon far leaaere bb « LA LIBERTA')) settimanaledellaConcentraziondei A zio ne Antifascista di Parigi. Per abbona,nenti: Alsina 28 3 2 Buenos Aires.

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