Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1925-1974

al Comitato Centrale del partito fascista dichiarando che aveva ricevuto soltanto 40.000 lire dal suo avvocato Vaselli e 25.000 lire da Marinelli segretario del partito. '' Io sottoscritto, dichiara Dumini in questo documento, a tutela della mia dignità, rinuncio a tutto ciò che mi è stato promesso nel corso della istruttoria e del processo dai miei avvocati Farinacci e Vaselli e in seguito, da Marinelli. Nelle somme precedentemente indicate non sono comprese le 32.754 lire, totale delle spese del processo Matteotti. Dichiaro che queste spese non mi concernono ed in conseguenza le passo al segretariato del partito fascista''. Nell'ottobre 1926 Dumini è stato di nuovo condannato a quattordici mesi e venti giorni di prigione per aver pronunciato le parole seguenti: '' Se fossi stato condannato a sette anni di prigione per l'assassinio di Matteotti, il Presidente avrebbe dovuto essere condannato a trenta anni''. E' possibile che Dumini abbia inventato di sana pianta che Mussolini avrebbe dovuto essere condannato a trenta anni di prigionef E' verosimile che abbia mentito dicento che Marinelli gli aveva dichiarato che Mussolini voleva essere sbarazzato di Matteotti i E' vero che nè Filippelli, nè Rossi, nè dc Bono, nè Finzi, nè Dumini affermano di essere stati presenti alle conversazioni nel corso della quali Mussolini espresse questo desiderio. Le loro testimonianze sono di seconda mano, e provano non che Mussolini abbia espresso veramente questo desiderio, ma che Marinelli e Rossi glielo hanno attribuito. Ma ci sono altre circostanze, che mettono Mussolini più direttamente in causa. Il 30 maggio Matteotti fa alla Camera il suo coraggioso discorso. Il 30 o 31 maggio Mussolini, in presenza di Rossi e Marinelli- se la prende col partito fascista che lascia la mano libera agli oppositori. In uno di questi due giorni .Mussolini scrive, di suo pugno, per il Popolo d'Italia diretto da suo fratello, un articolo nel quale dice: '' Matteotti ha pronunciato u~ discorso mosbuosamente provocatorio che meriterebbe una risposta più coilcr-età .che l'epiteto di masnada lanciato dall'on. Giunta". Il 31 maggio Marinelli scrive la lettera che richiede la messa in liberta .c}i Thierschwald. Il 2 o 3 giugno Dumini domanda a Filippelli di prestargli l'auto nella quale Matteotti sarà rapito una ·settimana dopo. Il 4 giugno alla Camera Mussolini essenParigi, maggio 1930. dosi elevato contro l'amnistia accordata nel 1919 ai disertori, Matteotti gli ricorda che l'ha lui stesso approvata e lo riduce al silenzio. Il 5 giugno Mussolini esplode di nuovo contro Matteotti, e Rossi e Mari11elli vedono in questa esplosione di collera il desiderio evidente di Mussolini di rendere la vita difficile a Matteotti. Il 6 giugno nuovo incidente alla Camera fra Mussolini e l'estrema sinistra. Cito dal resoconto ufficiale: '' Il presidente Mussolini: Noi abbiamo nei governanti russi dei maestri ammirabili. Non abbiamo che da. imitare quel che hanno fatto in Russia. {Tmniilto. Applausi. Sca;mbio di invettive fra l'estrema destra e l 'e0 strema sinistra). Essi sono dei maestri ammirabili. Noi abbiamo torto di non seguire interamente il loro esempio. Se lo facessimo voi sareste ora ai lavori forzati invece di essere qui. (Tumulti ed applaiisi). ' ' Gennari: Noi usciamo di prigione e siamo pronti a rientrarci. '' Miissolini: Voi dovreste ricevere una searica di piombo nella schiena. (Inter/'11zioni). Noi non manchiamo di coraggio e ve lo proveremo. ( Applausi e tumulti). Siamo ancora in tempo e ve lo proveremo più presto di quanto immaginate''. Il 7 giugno Marinelli lascia Roma per Milano, dove coni,egna ad Albino Volpi, ed ai suoi tre amici i fondi necessari per il viaggio a Roma. Egli ha cura di prolungare il suo soggiorno a Milano fino alla sera del 10 giugno e si prepara così l'alibi necessario per provare la sua assenza da Roma al momento del delitto. Per appoggiare questo alibi, egli concede una intervista al Popolo d'Italia che appare mil numero del1'll giugno, il giorno dopo il delitto e dove si legge questa frase: '' Le forze fasciste sono sempre pronte a spezzare ogni tentativo di contro attacco al primo ordine yenuto dal duce a dai capi 1·esponsabili del partito''. Il '' contro attaco'' di Matteotti era già spezzato. Il rapimento di un deputato, in piena sessione parlamentare, poteva esso effettuarsi senza un ordine venuto dal ''duce'' o dai capi responsabili del partito i Se non fosse stato certo di eseguire la volontà del suo capo e non fosse stato in grado di comunicare questa certezza a Dumini ed ai suoi compagni, Marinelli sarnbbe esso stato obbedito, C'è, in queste corcostanze, un incatena• mento cronologico e logico che ci conduce ad attribuire a Mussolini una responsabilità capitale. GAETA1 O SALVEMINI. 9'\ntiaf scisti, è vostro dovere abbonarvia LIBERT ÀI

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