r Il ciclo non è chiuso pa~le~~~e1:;~ 1~e:ap~~i~ffe~~a~i~~ro Or\andi, con queste • Ho il compito e l'onore, signor Presidente della Repubblica, di esprimere a Ui; alle Rappreseritanze del Parla• mel'lto; aJle Autorità dello Stato; al Prt!Sidente ed alle de/e,. gazioni dd/'lntunat;ionale; all'Amministrazione comunale di Roma; ai Poniti dell'orco costituzionale che cori la loro presenza hanno voluto rendere omaggio alla memoria M al sacrificio del r1os1ro primo seçretario, l'appreuamento ed il ringraziamento dei :mcìafist, democratici. Aggi1mgo rm ringratiame,uo ai militanti del Partito ed a quanti, col proprio apporto, hanno consentito la realiuatiom: di questa initiativa attraverso cui abbiamo ruilittata /'auspicio-vatici11io di Filippo Turati. Se siamo convemui qui, non t soltanto per riguardo ad ml anniversario. Non t soltanto per una naturale associa• zione di idee clic abbiamo assunto l'iniziativa delterezione di questo momm1e1110: mo11umento che, da oggi, resta affi• dato alla Città ,li Roma. Non siomo qui come si può convenire in altri luoghi eternati dalla storia, al Pincio, a/ Gianicolo, a Caprera. La ,liffcrenza consiste nel fallo che il Pincio, il Gianicolo, Caprern, ci ricorda110 un ciclo glorioso, ma con'?l11so, dc/fa nostra storia. Il ciclo simboleggi~to dal ~acrifrcio di Giacomo Ma1tco11i - il ciclo della rivendicazione della /ibertil politica degli italiani - non t ancora chiuso: l'eccidio di Brescia; il fatto che, 110/tetempo, una mano ignota si sia adoperata per deturpare col segno della svastica proprio q,jesto simbolo della liber1d, ne costituisce la riprova. No,r abbiamo iNteso erigere. signor Preside/Ile, 1111 mo1mmento a Matteo/li. Non ne aveva bisogno. i.A sua figura no11 appare. Il bro11to sta lì a .1imboleggiare il .1acrificio della sua ,•ita ed il trionfo del s110 ideale: sta lì ad uortare e ad ammonire. Il bassorilie~·o raffigura w1 groviglio di radici in decomposizione; radici che dive11go110os.1a. E° la democrazia che si sfalda; l'arbitrio che trionfa sul diritto; la morte che ha ragione della vita. Dal 1;roviglio co11_tortoe martoriato di radici decomfN> sie e d1 o.1sa .1car111ficate, .1i sprigiona un germe di v11a; lo stelo dive111a fiore; g11iua verso l'alto: è la vita che trionfa sulla morte; è la libertil clie rinasce dal terre110 martoriato della di11at11ra. Il tema che a1•e1w110 affidato allo scultore t riassunto :::tbr~~t:: ii~~1d~~~e " !'.e ":a"~t:;~ c", ju~ 0iJ0:i:e n~c: 1ri::. ciderete mai. i.A mia idea 11011 muore". Il monume1110 vuole simboleg$iare proprio questa frase immortale, vuole esprimere la sfida e la e:ertezz.a che sono riassunte in essa: vuole essere 1111 ammommento, ,ma esorbandonarsi al più allegro camevale di interviste, di csibiz.loni, magari alla ricerca di nuove :ft~~~n~e: ~l~iradic~r 0:i!J~: giava uno strano nuovo smdacato con l'adesione della Cgil, della Uil e di fon.e ambigue. Matteotti spalleggiato da Turati blocca il tentativo. Il Paese non sa ancora quale fona m<>- rale e politica anima il giovane ser,c~a:~ft~ P;ui,ercosso più volte nei suoi giri in Italia. Nel gennaio del 1924 respinge l'invito del partito comunista a costituire un fronte unico Pci-Psi-Psu io vista delle im minenti elci.ioni politiche. La lettera di Matteotti a J~li~:!i l'~firo~S• ro~n~i~P~ ncte in soslania un blocco elettorale ma con tre condii.ioni o prcgiuditiali. Con la prima .., voi intendete che l'unione de]. ~er}~~ ora~r~~/~e~!1n~\rfz~ tattico comunista che bene sapete antitetico al nostro ... uMarciare divisi colpire uniti" Con la seconda voi... approvate di partecipare alla lotta elettorale "in qualsiasi condizione" e quindi venite a rendere sent'altro impossibile quella astensione del blocco che più immediatamente ed efficacemente esprimerebbe la protesta di tulto il proletariato con• lro il regime di dillatura fa. scista. Con la terza voi escludete a priori, come è detto sempre testualmente nel vostro comuni- ~f2.ti~,n~q~i3~~:~is~gc~oa1f! ~f~ tura da esso instaurata che si propontia come scopo una restaurazione pura e semplice delle libertà statutarie", maga- (Coutinua da pag, /9) Matteotti che, con Turati. è alla destra del partito socialista non esita a dichiarare:• SI. BiCaduto il governo Giolitti do- ~e~~fhio~o~.p~!~re:igeg~~~ii ~~~ :~~ :ad~t~~ie~~~ w;:t~~ 0 M~~ ~~~i~io~i ~~::r~:!iti:>r;~ ~~~ ~~~ :~ 0ta~ t~rJt>tere ~. Era Il primo otlobre 1922 la cor• renle riformista è espulsa dal partilo socialista e si coslitui• sce in partito socialista unitario. Il leader morale del nuovo partilo è Turati. quello tffctti· \'O è Mallootti. L'ondata fascista investe tutte le regioni d·ltalia. Raramente un evento funesto ha visto sorgere di fronte a sè un uomo più preparato per combattere. Giacomo Matteotti sente scoccare rara che è sua. La trincea parlamentare Mancotti ha lottato sempre contro la guerra e il fascismo ne è un proddtto mostruoso; ha lottato sempre contro gli sfruttatori dei lavoratori e il fascismo è lo strumento politico degli sfruttatori; ha lottato sempre contro la dittatura per la libertà cd il fascismo è ~a dill?,tura. N~n ~i J??lrcbbe 1mmagmare ant1tcs1 piu netta e ~\ù u~~i~~· mortale e Matteotti lo sa, ma vuol celarlo agli altri perché cosi fanno gli eroi, eternamente giovani ed eternamen1e sereni. der~~~1fiir'!:x1~~t;a u1:ii~tl~ è la •.marci?, ~u R.oma•. stra, critict acuti della società di allora, come mai uomini di Stato sperimentati e certamente non favorevoli alla di11a1ura come Giolitti, come mai uomini di altissima levatura intellettuale e morale non hanno ca- . pilo verso quale abisso precipitava l'lta!i:i? Giovanissimi come Gobetti, per non citare che il più autorevole di essi, avevano capito fit1cfh~e1u~i~~-ti ~al!~<lcf~~ solini con la complicità della intesa - che secondo noi domonarchia agguanta il •potere e vrebbc mirare avanti tutto e in ~f ti~~°a ud~r::;ta~h~ ~':ide:i: tit~t'àod~1T:/~h~c~~~~~~a~f 11 ~ combattuta con ogni energia, trarre il proletariato dall'attua- !fn~nt~ig:ne1.af;J;1i~~~f!: ~~ t~~~c~f!'uraet~~~~e---;;s!i~~: ta nei valori che il fascismo cal- mente impossibile l'intesa ma :~J~tri!a~::nifa~~I~:~~t~~ ::ri; i!~~;! 11 ict~~i:Jr:e:~:~ nelle province, lascia all"anti- comune per l'astensione non a· fascismo aocora una trincea \'rebbe alterato Ja fisionomia nella quale battersi: la trincea del Psu, ma una partecipai.ione parlament~re. _ . elettorale nelle forme proposte Mat~eott~ molt1phcando le _sue dai comunisti era inconcepibienerg1e s1 batte clandestma- le con le finalità del Psu stesmenJe in provincia, va~a clan- ;so. destmam_ente la front1e~ per La legge elettorale che era e_n!rare m _ cont~to con ! par- stata messa in vigore dava la ~n~r:;id'i~ll}a ~~l~~~;e~':r~~~:~~ ~aar,r/gi;h~~v:st :~tolia~a;~ tare da cut ,sa, di po_ter parlar1; gioran1.a relativa purché supe- ~~/~fi~rlt!; d 1 i 0 {a~ti 1 J"1~ht~;'. rt~;: ~rf:s~ c;cl'~-949, in ocrentc e_ coraggioso avversano casione dell'inaugurazione di del fascismo. una lapide e di un busto di Per la prima volta risuona nell'aula della Camera per la sua voce la parola• dittatura•· Ed è proprio la dittatura, che pareva cosa incomprensibile e impensabile a coloro che da• vano <:Ome acquisite in modo I -dcfiniuvo le conquiste del Risorgimento; che ignoravano che l'Europa era entrata in un periodo nuovo della sua storia; che ignoravano come i fermenli della prima guerra mondiale stessero trasformando il mondo e preparando a distan, za non lon1ana, con l'hitlerismo e la dittatura staliniana, una dimensione diversa da cui sa• rebbe esplosa la seconda e più terribile guerra mondiale. Due giorni dopo la • marcia su Roma • Malteotti parla alla Camera sulla proroga del bi• lancio 1922·1923e dice: •Ci limitiamo ad osservai.ioni strettamente tecniche come se fos- ~i~~n idi d,:~u~~ -~eM~t~itÌ mette sotto accusa non solo l'indirino economico del g<> \·emo, ma tutto intero il nuovo asseno politico. Ma è anche nel,partito e nel Paese che Matteotti è presente, per infondere coraggio ai compagni, per spro. ~~~~nFr~r 1 ~:e~~ric:::i 1 u:i~~t~ broll7.0 dedicato a Soleri (che fu collega di Croce nell'ultimo ministero Giolitti), queste parole: .. AnsiO!;i domandavamo al Soleri, al ritorno dalle sue visite, che cosa pensasse il re di uno o altro nuovo colpo inferto dal Mussolini alle istitutioni liberali; e quando, in ul• timo, questi decretò il noto spudorato sistema per una fmizia Camera, il re, alle obici.ioni del Soleri, rispose: che si erano fatte tante riforme eleltorali dalla promulgazione dello Statuto in ,pòi, e che la nuova era una delle tante. Ma - gli osservò il buon So\eri - si son fatte per andare innanz.l e non per andare indietro. - Oh! (replicò il re) questo dipende dal punto dal quale si guai:<1a•· La Camera fu sciolta 11 2S gennaio 1924. La vittoria dei fascisti era scontata. I vecchi partiti e quello nuovo popola• re erano in disgregai.ione. Tut• te le forze dello Stato, dalla monarchia alla burocrazia, tut· te le forze e i mezzi degli agrari e dei capitalisti erano a disposizione <lel,fascismo. Inoltre Mussolini, per essere più sicuro della vittoria. volle che nella lista fascista si includessero oltre ai fascisti anche indipenden• ti. Rifiutarono Giolitti che si presentò con una lista sua, Dc Nicola, Nitti, Amendola cd altri. Don Sturzo, sconfessato dal Vaticano, si era ritirato dalla lotta e il partito popolare la conduceva senza un vero leader. La campagna elettorale si svolse in un clima di violenta e di terrore. Dalle cletioni tenutesi il 6 aprile alla riapertura della ca. mera, avvenuta il 24 magii:io per una decisione. di Mussolini che voleva vederla coincidere con la ricorre,nia dell'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale, Matteotti si prodiga in Italia e al)'estero per illustrare la situai.ione ai compagni stranieri. Al Congresso dell'Internazionale socialista dell'aprile 1924 a Bruxelles dice tra raltro: , La anima dei lavoratori italiani è con noi. Ma se l'anima è con noi il corpo non ci appartiene. Lo Stato dominatore ha reso ~7:,:ss~~ilfndi;!~id!~~-ani~s~~: ché per riacquistare la nostra libertà, noi non chiediamo al• cun aiuto dall'estero. Colui che non sa riconquistare da se stesso la sua libertà non è degno. E' con lo speltro del bolscevismo che il fascismo è riuscito ad ottenere l'adesione completa della borghesia ita, liana. Non è vero che il fascismo abbia salvato !"Italia dal bolscevismo. Il proletariato ilaliano dopo un periodo di comprensibile smarrimento si era già rimesso sulla buona via fin dal settembre 1920 mentre la cosiddetta • marcia su Roma • è dell'ottobre 1922. Senonché, ~~~~~ft~li~~~:e:,r~~ 11 f:sc~:~~ qualcosa di internazionale. Il giorno in cui, dopo la e:ucrra, la borghesia è stata chiamata a pagarne le spese, essa si è ribellata ed ha cercato il sostegno nella dittatura. Difendete le vos1re libertà con tutta la vostra ~nergia. Marciate avanti con la più grant~i s:S'ì~ a~~r!\/~a\~d~ mocrazia europea progredisce noi progrediremo pure. Il nostro proletariato conserva nel cuore il suo attaccamento al nostro ideale. Il proletariato italiano non sarà più domani il 9roletariato che spera, ma sarà al vostro fianco più soli- e~ eleWa ~~r~ie ;hdef~~:~ smo•. In questo discorso di Matteotti, l'ultimo che egli tenne fuori d'Italia, ci sono due cose importanti: la prima è l'affermazione che in Italia il proletariato aveva superato lo smarrimento in cui era caduto di fronte al mito dirompente della rivoluzione sovietica di ottobre. Infatti, nel Psi già dall'aprile del 1923 la corrente contraria alla fusione con i comunisti - capeggiata da Nenni, Romita, Vernocchi ed altri - aveva messo in minoranza i •terzinternationalisti •, vale a dire i fautori della Tena Internazionale che non era altro che una succursale del Cremlino, e pc> co dopo li aveva espulsi. La linea di Matteotti era sempre più chiara: lotta ad oltran. i.a contro il fascismo; tendema a ritrovare l'unità con il parti. to socialista su una piattaforma democratica; nessun compromesso con i comunisti. Matteotti rifiuta di celebrare in modo unitario la festa del primo ma~o proibita dal go. :f[~~ 8 ~1giornale comunista lo LoUa ad oltranza Mattt'Otti invece accarezza la speranza di riunione del Psu al Psi. L'Avanti! del primo febbraio 1924 scriveva tra l'altro: • Scendiamo in lotta non per contrastare segf!i agli unitane ai comunisti, ma per combattere il fascismo. Marciare divisi e colpire uniti è la nos1ra<livisa•. unN~~~~:~~"c,v~il~lae~ov°atie!~ detto trà l'altro: • Queste conquiste civili, democratiche, CO. siddctte borghesi, sono anch'es. se conquiste proletarie. Esse sono non soltanto necessarie ma csscntiali oer noi •· Matteotti in una lettera a Turati pencola per il possibilismo: • Ora, per tali divergenze tutte as1ra11e o proiettate nel più lontano futuro, non è -.ermesso tenere divisa la classe lavoratrice italiana e toglierle tutto quel lievito di sperante, di ardi. menti, di consensi, che soli pos. sono permettere un'ai.ionc elfi• cace, entusiastica e concorde nel momento anuale. Il nemico attualmente è uno solo: il fa. scismo; complice involontario del fascismo è il comunismo. e Matteotti con pochi altri. non avevano capito. ~~~1f/ 0 ~~~ 1 !r:~ ~:~s~!t!a;; ~'t! Il compagno Sanaat pronuncia l'orazione ufficiale In memoria cQ (aacomo Matteotti §l umanità Biblioteca Gino Bianco
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