Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1924

664 La "rentrée" di Giolitti. Il senatore Cavalli dei 1lfille. Il 12 si è riaperta la Camera dei Deputati, il 18 si è riaperto il Senato. Siamo dunque in piena attività parlamentare. Aula e tribune sono affollate, i discorsi si susseguono - interessanti o poco significativi, come è sempre accaduto in tutti i Parlamenti del mondo - si pi-esentano all'esame i progetti di legge (il ministro dell'Interno ha rimesso innanzi quello che deve concedere il voto amministrativo alle donne), si discutono i bilanci .... Tutto procede regolarmente. Siamo nella normalità .... o poco meno. Più d'uno potrebbe contestarmi quel mio « poco meno>> come· esagerato. Ci sono quei signori dell'Aventino che non discendono nemmeno adesso che i primi freddi si fanno sentire anche in pianura. Ma il fatto che la temuta e temibile unanimità dei consensi fra i deputati che partecipano alle sedute non si è verificata, e che invece un'opposizione si è manifestata decisa ed aperta al primo appello nominale, giustifica la mia asserzione. Rimangono sì fuori della Camera, volutamente, i rappresentanti di v;uii partiti, ma un oppositore - « l'uomo di punta >>dei comunisti, l'onorevole Repossi le fatto sentire il suo bau-bau· alla prima seduta, e Giolitti con la sua pattuglia ha dato la prova che ,-i può rimanere entro la Camera (starei per dire entro la Costituzione) e votare con piena tranquillità « contro il tiranno"· I co,-aggiosi furono precisamente sei, cinque giolittiani e Massimo Roc!2a, irrequieto, vulcanico, bastian cuntrari per indomabile temperamento. Poichè un'opposizione c'è, gli «aventinisti>> darebbero ·prova di saggezza e di temperanza se si decidesse1-o a entrare anche loro a syolge1-e le lorò interpellanze, a esercitare la loto critica, a difendere nella legittima sede i diritti dell'opposizione e le veneri della libertà. Altrin1enti ci si domanda: - O perchè non si dimettono? · Giolitti, con la sua prese11za e col suo voto, ha reso un servizio al Paese e un servizio anche al Ministero. ' Coerente al suo qeciso ·proposito di non voler legami ed impegni e al suo conseguente rifiuto di lasciarsi comprendere nel listone, ha fatto ora precedere al suo voto una sob1-ia dichiarazione per giustificarlo. Avrà ragione, avrà torto nel suo atteggiamento rispetto al Ministe,-o, non so: so che la stia condotta è logica e rettilinea. Gìolitti mi piace; mi continua a piacere. Primo attore da tempo non si adatta a far da compat:m. Non che 'mi sia sempre piaciuto: non è piaciuto a me e a molti durante la guerra, allorquandq parve irritato e fdegnoso; ma stavolta, e h911 questa volta soltanto, si merita l'approvazione o per lo meno i.I rispetto da parte di tutti quelli che aspirano alla pacificazione, che sono per la legge non soltanto quando dettan proclami. Egli si mantiene fedele al suo stile: poche parole, ma chiare e àecise. l:,",<e;st t, non non, come dice il vecchio motto. Questo vecchio, che non sarà mai vecchio, con la sua· presenza e con la sua partecipazione alla vita pubblica, rinverdisce le speranze di tutti gli anziani e ne rialza il credito e l'autorità di fronte ai giovani. Diritto e sàldo, sano di mènte e di corpo, a più che ottant_aàue anni, smentisce o tempera le apprensioni di coloro che temono di sentirsi vecchi o che ai vecchi vorrebbero decretare senz'altro la pensivne e il ritiro. Egli è la vivente dimostrazione che il peso delle responsabili'tiì non abbatte se non i fiacchi, che la contin~ità del lavoro non fa pie- ~-/. · //l11.drn=i,,11r ltnlinnn )) è sfnn1J1atn su carta si 6'Hot9cii"r,Grneor/B 1a"n CO L' I L L U S T R A Z I O N E I T A L I A N A gare le spalle e le ginocchia se non agli invalidi, di qualunque età. « Siate sobri - pare che dica - e la vita vostra sarà prolungata, e sarà vita vera, vita tutta quanta. >>Così, come si presenta, appa,~isce un superbo campione della nostra razza. Alla Camera è il pit'1 anziano e il p1u maturo di esperienza, ma qualcuno guarda a lui come a un possibile capo, come ad uno che abbia ancora eia fare delle prove. Se avesse scritto un qualche libro oltre le Memorie, non certo lui ·l'avrebbe intitolato parlando di sè: Un uomo finito. Non è tutto ciel passato, pur avendo alle spalle tanto passato: c'è chi lo considera anch'oggi come colui che potrebbe aver dischiuse le porte dell'avvenire. Si racconta che il Cardinale Gasparri (un altro giovanotto ottantenne anche lui) dopo aver predetto una lunga pe,-manenza cli Mussolini al Governo - addirittura un decennio - a chi lo interrogava: E fra dieci anni chi ne sarà il successore? rispondesse: Giolitti. Sarà, non sarà. Comunque quando si legge che Giolitti, partito eia Torino o da Cavour, si appi-esta a prender parte ai lavori parlamentari. quando lo si vede entrare con passo fermo a Montecitorio, è un moto di generale compiacimento. La sua verde maturità non è una garanzia per la vita di tutti, ma è un balsamo. Le speranze si accendono. Egli non vi può assicurare: - « Soltanto che vogliate, a più che ottant'anni sarete validi come son io >>- ma v1 dice: « Potrete essere com' io sono. Al tempo opponete la vostra volontà, perchè la salute è anche questione cli volontà, Non vi voltate sempre indietro, guardate invece davanti a voi. Già da tante e tante volte fu detto di me che non sarei pit'1 tornato al Governo. E invece! Guardate anche oggi quelli che mi riveriscono, e m'invocano e quasi mi supplicano (( Cesare mio jJerchè non m' accomjJagne? ,, Tutto è possibile e tutto accade. Io non vado, non sono mai andato al teatro, perchè gli spettacoli scenici non mi divertono: son più gustosi alla Camera. Ma mi regolo come i frec:uentatori di giudizio: prendo sempre la contromarca per rientrare.>> Giovanni Giolitti è meglio che un medico: è un ricostituente. 9i Vecchio non volle essere nemmeno· Luigi Cayalli che pure non aveva la sua saldezza. E morto alla vigilia della riapertura del Senato e Tittoni ne ha già pronunziato l'elogio funebre con la brevità imposta dal gran numero dei senatori defunti nei mesi della chiusura. Erano dieci ad attendere l'ultimo saluto e tra i dieci Pelloux che aveva frequentato poco Palazzo Madama, ma aveva avuto tra le mani il bastone ciel comando ed era quindi una figura di p,-imo piano. Queste commemorazioni cumulative risuonano assai malinconiche, non soltanto per il soggetto. li dolore della perdita sofferta, molto spesso preveduta o lontana, 'è già scontato in anticipo, sicchè gli ascoltatori distratti misurano la lunghezza o il volume delle cartelle ciel Presidente. Alcuni senatori si attardano nei corridoi o si soffermano sulle porte, altri sbrigano la corrispondenza, o rivolgono sommessamente ai vicini parole di compiacenza per ritrovarsi in salute dopo qualche mese cli vacanza. L'estate fu trascorsa al mare o in montagna? I disturbi di cui si lamentava l'amico sono scomparsi? Che cosa pensa il coi lega circa la saldezza ciel Ministero? Ci sarà battagiia sul bilancio? Quanti gli iscritti? Il Presidente seguita a leggere i cenni biografici del quinto, del sesto, del settimo senatore defunto e dosa sapientemente, pro- ~orzi_on-;1t.:1mente le dosi secondo i meriti e l anz1a111ta.... Tutto è c9rretto e tutto è gelido .... Gli scettici - che sono i saggi - hanno vietato per disposizione testamentaria ogni commemorazione nei consessi padamentari. Luigi Cavalli, garibaldino, poi deputato, senatore da cinque lustri, aveva partecipato alla vita pubblica sino alla più tarda età, con sentimento italianissimo e con ardore giovanile. Ora che si è spento, la schiera dei Mille ha perduto il suo rappresentante pit', illustre. Era tra quelli che veramente avevano fatto l'Italia. Prima ciel '59 aveva conosciuto il carcere, nel '60 s'era battuto in Sicilia, nel '67 a Mentana. In Parlamento sedette per molte legislature tra gli uomini di sinistra; a Vicenza fu sempre in prima fila nelle lotte municipali. Vicenza ha voluto per lui funerali solenni a spese del Comune. Se io avessi fatto parte di quel consesso municipale avrei proposto che la salma dell'antico combattente prima cli scender sotterra fosse portata su a braccia sino al Monte Berico, sino a quel Piazzale della Vittoria che è davvero il monumento più bello, pit'1 pe,-suasivo e durevole di quanti se ne siano immaginati in città italiane per ricordare la guerra e il trionfo. lo ci sono salito la prima volta la settimana passata. Che emozione e che respiro! Che palpito e che pienezza di ricordi e di gioia! Vicenza, che si distende tutta sotto la vei-de collina, chiamata con un poco d'enfasi Monte Berico, non è la divina Firenze, per quanto abbia una sua fresca e sana bellezza, ma il Piazzale della Vittoria, pur senza il Davide, è più bello del Piazzale Michelangelo perchè il panorama è più vasto e perchè ci prende tutto il cuore. Dall'alto lo spettacolo è ricordo, è insegnamento: vi vien fatto cli raccogliervi nella meditazione e d'inginocchiarvi per la preghiera. Ugo Ojetti, così misurato nei suoi entusiasmi, prima ancora che l'opera fosse finita la proclamava magnifica e la esaltava come incomparabile. Si sono abbattuti cinquantamila metri cubi cli roccia, si è spianato un vasto piazzale, si è cinto cli una balaustrata di pietre, si è adornato di aiuole .... Di lassù è spalancata la vista cli tutto il teatro della nostra guerra - dal maggio 1916 quando fu respinta la prima offensiva nemica fra l'Adige e il Brenta fino al giugno 1918. quando fu vinta la seconda offensiva del Piave. Freccie incastrate entro la balaùstra indi-- cano la precisa direzione dei monti, e quando, il cielo è sereno se ne scorgono nette stagliate le cime. L'occhio va dal Pasubio al Grappa, dagli Altipiani al Montello e dove non vede, indovina le acque correnti clel1' Astico e del Piave. A fronte, sulle pareti di pietra, sono scolpiti i già esistenti medaglioni di Cialdini e d'Azeglio, feriti nella difesa cli Vicenza nel' 48, con le indicazioni dei corpi che parteciparono. a quell'epica impresa .... e l'ultimo bollettinodella guerra d'Italia. Sono rievocati così settant'anni di storia: l'inizio e la chiusa. Stanno sul piazzale, presso il tempio, vicini, il monmnento ai volontari caduti 1'8 giugno ciel' 48, sorto per la volontà di Vicenza redenta, e l'ossario dei soldati austriaci spenti quel giorno per l'integrità clell' Austria, innalzato dalla munificenza cli Francesco Giuseppe imperatore. Vinti e vincitori sono a fianco; ma l'Austria rapinatrice è in frantumi e l'Italia schiava non solo è risorta, ma è fatta cos}, grande come non fu mai dopo i trionfi di. Roma imperiale. Entro nella chiesa barocca della Madonna. L'ornamento maggiore presso l'altare è il mirabile dipinto di Bartolomeo Montagna, la Pietà. Ma gli occhi che contemplarono inebriati il panorama dei monti sacri non si fissano a lungo sulla magnifica tela: vanno invece, e si fermano, sopra un ingenuo ex.voto degli alpini del battaglione Monte Berico raffigurati mentre balzando fuori dalle trincee corrono all'assalto invocando l'assistenza della Protettrice. Qui nell'ingenuo quadro votivo l'arte balbetta, ma la patria, l'Italia, parla a gran vo~e. Tartaglia. oooooooooooooooooooooooooooocoooooooooooooooooooooi NERVOSI VILLABAnuzz,ANA r g BOLOGNA g o ~ g l',.11fP.«11r l'INCE~W HHI,MP.mdbirlolaSncirtNheurolorrir.a di P rirri g o ' '' O• oooocooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo~

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