Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1924

866 Intorno al dramma di Roma. L'Università e l'Esposizione. Il discorso di Mussolini al Senato ha riscosso il plauso dei quattro quinti dell' Assemblea. Le parole che vi ricorrono di continuo sono «legge» e «giustizia»; le promesse: una sempre progressiva tendenza a rientrare nella normalità, una ferma e appassionata volontà di raggiungere la pacificazione. Se lo strazio del povero Matteotti dovesse veramente condurre il Governo a una più larga tolleranza delle opposizioni e i partiti a una combattività più temperata, se cadesse quel che di spavaldo e di provocatore che c'è nei più fanatici, se, insomma, fosse resa possibile e prossima una convivenza, allora anche dal sangue, sul sangue, fiorirebbe una civiltà migliore e un'Italia più saggia. Pian piano, pur tra lampi e gli ultimi tuoni, la burrasca pare vada placandosi. Ma perchè questo tempestoso cielo di giugno si rassereni del tutto, perchè le ricche messi maturino in un'atmosfera purificata, occorre che la gioventù italiana, ardente ma generosa anche nei suoi eccessi, deponga finalmente rancori, vendette e randelli e si liberi da quello spirito aggressivo che se fu salutare in guerra è nocivo in pace. La guerra è finita. Non si poteva pretendere l'immediato disarmo degli animi. Ma oggi bisogna far punto. La Patria non è un campo di battaglia : gli avversari in Patria non vanno considerati alla stregua dei nemici. La guerra, se mai, deve avere insegnato ai giovani che l'hanno vissuta, specialmente questo: che bisogna obbedire al Capo non soltanto quando vi grida avanti, ma più ancora quando vi orclina di star fermi e di retrocedere. E più difficile e anche è più duro, ma è proprio in queste circostanze che riluce la vera devozione che è anche sacrifizio. Nel dramma di Roma giornali e giornalisti hanno la loro parte, e forse la parte più grossa. Non diciamo in quanto commentano e in quanto aiutano (quando non confondono) l'opera della giustizia, ma in quanto, mentre d'ordinario si limitano ad essere spettatori bene informati e commentatò'ri, stavolta sono personaggi del dramma se non addirittura protagonisti. Non bisogna pensare che la nostra classe sia in declino; occorre invece riflettere che da qualche tempo in qua le intrusioni si sono rese frequenti, e che della designazione di giornalista fruiscono tipi e tipacci che col giornalismo vero non ebbero mai rapporti o li hanno a un tratto carpiti. Per essi il giornalismo non è nè missione, nè professione: è sgabello per dare la scalata all'albero della cuccagna. E pazienza si accontentassero delle salsiccie: no, vogliono mangiare, bere e godere. Senza tradizioni e senza scrupoli quali sono, e senza la sana e purificatrice disciplina del lavoro, non conoscono che appetiti. Per loro l'ascesa ai posti di comando e di responsabilità non è stato il premio di lungo e faticoso tirocinio e di limpida onestà e di capacità professionale, ma un colpo d'arrembaggio. Il brasseur d' aff aires senza fede si è sostituito al professionista che da anni ed anni combatte per la stessa causa e per gli SORDITA '? Adottate lo • Il ACOUSTICON Il (Talafonliiotascabiledi ramamondiale) " Per schiarimenti rivolgersi alla Ditta V. MOYSE •~NO, Via Ca■tello; 1 (Via Ponte Vetero) Telefono 11-640 - Riparto A L' I L L U S T R A Z I O N E I T A L I A N A stessi uomini. L'ignoto, che al più ha lasciato un ·qualche segno.-:in mestieri lontani dal giornalismo, balza a un tratto consiglier delegato o direttore di un foglio o di un'azienda giornalistica, se non ricca di credito ricca di mezzi. E perchè ricca di mezzi, pubblicisti abili e rispettati e rinomati non si preoccupano; abbastanza di conoscere l'origine e il fine di queste improvvisate gazzette, e danno loro il prestigio del nome e la forza dell'attività adagiandosi nel pensiero che essi, in fondo, sono compensati soltanto in quanto danno lavoro; che il principale paga, paga bene e non sfrutta e non dona, sicchè non hanno da cercare le fonti e gli scopi. Quanto ai veri professionisti, che per buona sorte non sono mischiati in questo sangue e in questo fango, non sarebbe male se adoperassero l'autofreno della cautela, In questo caso eccezionale « i bene informati», che diventano gli informatori, si lasciano talora prender la mano dall'amore al proprio meD'imminente pubblicazione GABRIELE D'ANNUNZIO LE FA VILLE DEL MAGLIO. TOl\10 PRllllO. IL VENTURIERO SENZA VENTURA E ALTRI STUDII DEL VIVERE INIMITABILE. INDICE: Tra l'incudine e il maglio. Il venturiero senza ventura. Di Prometeo beccaio. Contro la Speranza. La cicala vespertina. La maschera aerea. "Scrivi che quivi è perfecta letitia ». Dell'attenzione. Il fiore del bronzo. La clarissa d'oltremare. Tre parabole del bellissimo nemico: I. Il Vangelo secondo l'Avversario; Il. La parabola del Figliuol prodigo ; lii. La parabola del!' uomo ricco e del povero Lazaro; IV. La parabola delle Vergini fatue e delle Vergini prudenti. Gesù e il Risuscitato. Gesù deposto. li secondo amante di Lucrezia Buti. stiere, dalla smania di far buona figura, e servono in tavola tutto quello che c'è sul mercato. Per la gente che ha fame, tutto è buono. Sì, è vero: non siamo più ai tempi del giornale lento e placido come il pachiderma. Si ha fretta al giornale perchè tutto attorno va in fretta, e non si ha modo di sceverare il vero dal falso in quanto si ha da accontentare con le notizie dell'ultim'ora la curiosità morbosa di tanti. I giornali - anche più puri - sono imprese commerciali; anzi i giornali, quanto più sono imprese che vivono del gran pubblico tanto più generalmente sono puri in quanto non servono l'interesse di un solo o di un piccolo gruppo che li inspira, ma quello delle folle di cui debbono intendere i sentimenti, e in questo caso la sete di giustizia: dirigono, si sforzano di dirigere, ma sono diretti. Pur tuttavia nel riferire e nel commentare le circostanze di questo dramma che tocca e sommuove tutta Ja nazione, occorre procedere guardinghi per non aggiungere sospetto a sospetto, discredito a discredito, tremore a tremore: Invece accade che quando non ci sono noACQUA MINERALE NATURALE DI' S~RDARA I - _LA MIGLIORE DA TAVOLA - tizie che portino nuova luce, i giornali tornano su quelle già date e pubblicano nuove versioni che contrastano con le antiche, e non sono nè più sicure nè più probabili. Un fuggiasco fu visto e garantito a Napoli, a Livorno, a Perugia, sul Gran San Bernardo, a Londra .... e a quanto pare non si era mai mosso da Roma. Gli arrestati hanno confessato tutto, non hanno detto parola, piangono, non mangiano, si mostrano tranquilli. Il cadavere fu già sul tavolo anatomico e poi sepolto, fu ridotto a pezzi dagli assassini, è qui, è lì, entro il bosco, in fondo al lago, fu abbruciato in una carbonara .... Si son trovati dei peli bianchi e neri nell'automobile del delitto? Furono i cani lupo di un giornalista - nessuno li ha visti, ma è ugualmente sicuro - (fino a domani) che furono loro che si avventarono dentro la macchina, attratti dall'odore del sangue della vittima. Nessuna visione d'orrore è risparmiata al pubblico, e peggio, ai parenti del morto. Un poco di discrezione sarebbe un poco di carità cristiana e un po' d'amor di patria, perchè qualcuno che è ancora fuori, è probabile, dovrà andar dentro, ma qualcuno che è dentro, è possibile, uscirà fuori, mondo e pulito; e perchè di là dai confini c'è chi esplode la sua molta pietà e il suo molto sdegno, certo perchè così sente, ma fors'anche accentua la pietà e fa iroso lo sdegno, visto che si tratta di abbassare l'Italia, una concorrente che ha la pretesa di voler dire la sua, in certi conflitti e in certi convegni internazionali dove sono in gioco anche i suoi interessi. Dreyfus, la Caillaux, Jaurès, Plateau, le ferocie di soldati di colore, le carneficine di ribelli o da parte dei ribelli in altri tempi al Transvaal, più recentemente in Irlanda .... nomi e fatti ritornano alla nostra memoria, e ci pare di essere stati allora più misurati nei giudizi e meno invadenti. Ogni paese ha avuto i suoi guai, i suoi eccessi, i suoi errori e, diciamolo pure, le sue v rgogne. Le abbiamo avute e le abbiamo anche noi. Ma noi non abbiamo avuto tra gli uomini politici e responsabili nessun MacDonald che alle tre è uomo di partito e semplice deputato, e alle due e mezza e alle tre e mezza è presidente del Consiglio dei Ministri; e i nostri giornali, sempre, raccontarono, sì, i fatti, ma li commentarono con meno gonfie ed aspre parole. Della rogna c'è, dovunque : se i signori stranieri si grattassero la loro? ~ Notizie della settimana, se non dell'ultim'ora: Milano avrà l'Università .... ma non avrà l'Esposizione. Circa l'Università la cosa è definitiva, imminente: dopo il parere favorevole con voto unanime del Consiglio Superiore dell'Istruzione Pubblica non manca .... o non mancava, che la decisione ultima del Ministro il quale non ha mai lasciato dubbi circa le sue intenzioni. Pavia - non è possibile nasconderlo - ne sarà affiitta e ne risentirà qualche danno; sarà colpita nell'orgoglio e nelle finanze. La sorte le sembrerà ingiusta perchè ha tentato tutti i suoi sforzi per resistere, per dimostrare, migliorandosi, che l'istituzione di un'altra università in Lombardia era inutile e inopportuna. L'Università per Pavia è pressochè l'unico vanto e l'unica fonte : « Milano è grande, è ricca, poteva cedere» .... Illusioni. La metropoli, appunto perchè ricca e possente, non voleva - forse non poteva - rinunziare all'esercizio di un suo diritto e di un suo dovere: alimentare e diffondere, con grande ampiezza di mezzi, la cultura e il sapere. LE STELLENEL MARE di MILL Y DANDOLO NOVE LIRE.

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