\ I .GRANDI AVVENIMENTI GIUDIZIARI 279 ,che bisognava violare. Chi aveva ucciso l'uomo di cui aveva paura aveva creato . il Martire, ma chi ' .s'abbatteva atterrito nella paura della indistruttibile vita del Martire, confessava in piena e manifesta luce la propria colpevolezza. E che importava se .gli uom1n1 che avevano ucciso Matteotti erano tutti 1n carcere o no, di fronte a quella confessione nato alla coscienza per il sa,cri:ficio di un ·Martire, si scopriva in silenzio innanzi al sepolcro sull'argine . E solo il sepolcro ove si custodisce un cadavere di cui non si conos-ce il nome, era sacro come quel luogo ove si piangeva un Martire di cui non si ~onosceva allora la sepoltura; poichè f0rse dal sacrifi..ciod;ell'uomo -il cui nome era nel cuore di tutti, L'on. Palmieri, !'on. Treves e il prof. Duca si recano al Cimitero di Ri.ano per il riconoscimento della salma. :aperta del delitto e delle responsabilità più vere? Coloro che avevano assassinato Giacomo Matteotti erano uomini contro un. uom_o.Còloro che temevano il ,culto di una· memoria -in cui l'assassinato riviveva, ,er~no partito, erano governo contro gli innumere- · ·voli uomini della Nazione. La misura era esatta, la I , Tivelazione piena, l'abisso incolmabile. Intanto i :fiori si accumulava.no ai fiori, alla croce s1 iniziava la purificazione, la consacrazione della troppo violata tomba d~ quell'ignoto. Il··pellegrinaggio nel luogo del martiriQ. ,dipinta sul Lungotevere Arnaldo da Brescia, e gi1,1-' La manifestazione gentife del popolo romano sul .sto er~ che senza posa venissero gettati nel fiume; Lungotevere Arnaldo da Bre~cia, continuava intensa .perchè nessun-a - rivolta, nessuna insurrezione era e diveniva imponente nei giorni festivi. · così paurosa conie. il ridestarsi -di un popolo che ri- ·Là dove il Martire era stato rapito, là dove i suoi I BibliotecaGino Bianco
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