Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1924

NOTE E COMMENTI 439 Ma è quì proprio che lo tradisce la · tattica che tanto giovò a dargli l'attuale posizione di predominio. Dal delitto Matteotti in poi le mosse tattiche del fascismo sono state un errore dietro all'altro. Errore il decreto sulla stampa che un anno addietro · -forse sarebbe stato subito. Errore la risposta insolente al voto dei combattenti ad Assisi. Errore la nomina di una commissione per la riforma istituzionale, dopo che per due anni si era reputato opportuno e prudente non farne nulla. Errore ogni nuovo discorso del duce sia che pronunci parole d'ira e di minaccia, sia che annunci propositi di pace e di collaborazion~e. Nessono fa credito. E il distacco tra chi governa e chi è governato si approfondisce. Il Congresso della Stampa. Di questo distacco una dimostrazione eloquente è nell'atteggiamento assunto dalle associazioni giornalistiche. Il decreto sulla Stampa fu, innanzitutto, un atto impolitico: doveva servire a soffocare le voci di dissenso meno gradite, e ha provocato invece la insurrezione di tutti quei giornalisti che non hanno s'marrito il senso della propria dignità professionale e che, come s'è visto, sono moltissimi. Praticamente poi si è risolto in una serie di arbitri e di persecuzioni contro alcuni determinati giornali e nella maggiore tolleranza per i giornali fascisti; liberi di incitare alla violenza e al delitto. Ma ciò passa in seconda linea. Ciò che ha valore, invece, è che la stampa italiana nella assoluta stragrande maggioranza degli uomini che la rappresentano non è col governo. E quando si dice la stampa, si dice l'opinione pubblica, cioè il paese. Sul valore e sull'efficienza numerica delle organizzazioni poBi lio eca Gino Bianco litiche ·che costituiscono il cosidetto cartello delle opposizioni è possibile sofisticare quanto si vuole; sul valore della posizione assunta dai giornalisti no, non si può. Un governo che dopo due anni non possiede la stampa e che per possederla deve ricorrere a mezzi che offendono la professione del giornalista in ciò che vi è in essa di più geloso, non riuscirà mai a convincere l'opinione pub-- blica estera - quella italiana non ha bisogno di esser convinta - di avere con sè l'anima della Nazione. Il Congresso della stampa italiana, tenutosi a Palermo sulla fine di set- ·tembre, non aveva, nè poteva avere, carattere di parte. Il suo scopo era puramente professionale. Vi parteciparono giornalisti di tutte le origini. e delle più diverse opinioni. Ma appunto perciò - quando ha dovuto trattare delle condizioni create alla prof essi one giornalistica déll famoso, decreto - ha assunto una significazione quale non poteva avere nessun'altro Congresso. Con 71 voti favorevoli, due contrari ed un astenuto, vi veniva votato il seguente ordine del giorno : < L'ottavo Congresso della stampa. italiana, adunato in Palermo, terra sacra alle prime rivendicazioni della libertà, riaffermando al di sopra di. ogni sentimento di parte il principio. della libertà di stampa, conquista ini-- ziale ,della nuova storia d'Italia e condizioue necessaria della vita di ogni popolo civile ; convinto che gli attuali decreti sottraendo la stampa alla legge comune per sottoporla agli arbitri del potere esecutivo, oifendanola coscienza del giornalismo, svalutandone le funzioni, chiede siano revocate; e dichiarando che la legi-- slazione con la quale attraverso lotte e travagli grandiosi, fu condotta a termine l'opera storica del RisorgiI

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