280 LA CRITICA POLITICA i rispettivi portafogli. Mussolini ha dovuto abbandonare il Ministero degli Interni all'on. Federzoni voluto dal re, ma l'on. Federzoni l'ha accettato solo a condizioni di aver mano libera. La politica interna passa così nelle mani dei nazionalisti i ·· quali ·si sono assunti il compito di salvare le istituzioni facendosi centro di una concentrazione costituzionale che dovrebbe essere destinata a liquidare il fascismo e probabilrµente anche l'on. Mussolini. La fine dello Stato-partito è considerata una necessità. L' Italia, giornale c·attolico di Milano, in data 18 giugno scrive: < Perchè la vita statale riprenda il suo normale funzionamento è necessario riportarla al di sopra ed al di fuori del partito. Lo Stato-partito è un assurdo, e una concezione antitetica alla natura stessa dello Stato. Si deve liberare la pubblica amministrazione da_ tutto un fazioso spirito partigiano che domina gli ordinamenti pubblici, che non risponde mai ad uno. stato di diritto, ma coincide soltanto· con un dannoso Stato-partito. < Si proceda, conclude il giornale, ad un pronto risanamento degli organi funzionali dello Stato, guastato e corroso da troppi indegni messeri I >. Un discorso significativo. Significative sono a questo proposito le parole pronunciate dall'on. Gino Olivetti, segretario di quella Confederazione Generale della Industria che ha avuto tanta parte nella vittoria del fascismo, in una riunione della Sezione liberale di Torino: < Questa è l'ora critica del paese - disse il deputato industriale -, il partito liberale deve esercitare una sua funzione e dare delle direttive. Cosa si deve fare per assicurare al paese. la tranquillità di lavorare? Vi Biblioteca Gino Bianco sono sintomi che qualche cosa di grave s-i prepara e noi dobbiamo essere uniti in blocco sulla breccia. Nervi a posto. L'ora della grande crisi è venuta, il paese vuole giustizia. Vi può essere qualcuno che sogna di gettare la patria nel caos? Noi dobbiamo affermare che vogliamo la punizione di tutti i responsabili. L'episodio Matteotti è il colpo più terribile e non si sarebbe verificato se non ci fosse stata l'impunità per tutti i delitti pre- · cedenti. Noi vogliamo - dice l'oratore - che l'a legge sia applicata, per tutti, sia in alto che . in basso. Troppe violenze impunite hanno generato questo episodio. Il Paese· è maturo per tutte le libertà ~. · Colossale affarismo. Il delitto Matteotti ha messo in mostra tutto il marcio che, sotto l'etichetta fascista, esisteva ancora e ingrandiva nella nostra vita pubblica. Tutti si accusano e ogni accusa porta in luce una nuova piaga. Lo scandalo dilaga per ogni verso e. sulle più alte personalità della politica si riversa il sospetto dei più colossali affarismi. Le accuse che si fanno al- . l'on. Finzi sono particolarmente di questo genere. Il giornale Il Messaggero, che non passa davvero per un giornale puro, parla addirittura di tenebrosi affarismi e nel numero del 17 giugno scrive, tra l'altro: < Il primo elemento che si è imposto all'osservazione della magistratura è la impalcatura finanziaria del Corriere Italiano. Come è noto, negli ambienti del Corriere italiano si sono preparate ·molte delle fila dirette al d~litto. (E ciò naturalmente non tocca in alcun modo il complesso dei redattori di questo giornale che vi prestano onestamente il loro lavoro professionale ed erano estranei ai misteri del suo finanziamento e
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