' , I GRANDI A. VVENlMENTI GIUDIZIARI .. Lo stesso Senato, che pure nella sua grande maggioranza era favorevole al .Governo, anche perchè. temeva rivolgimenti improvvisi e pericolosi neì paese, aveva questa .sensazione, e dopo aver accolto in silen21io la maggior parte del discorso ~del Presidente del Consiglio, si era scosso soltanto quando egli aveva toccato la nota patriottica, accennando ai commenti della stampa e dei Pa~lamenti stranieri. Naturalmente il discorso dell'on. Mussolini non era rivolto soltanto al S_enato, il quale non aveva bisogno di essere convinto per votare la fiducia nel Governo, ma an1 che alle Opposiz~oni, daile quali, si.n da aUora1 attendeva nuovi atteggiamenti. Al discorso di Mussolini;- a nome delle Opposizioni, rispondeva subito il senatore Albertini, il qua1e riconfermava « inequivocal;>ile »- il suo pen-• siero di oppositore aperto, dèl Governo. Il suo discorso, che rimane come documento di~ grande dignità politica, è stato as-coltato dal Senato i~ deferente silenzio. E quando il senatore ·Corradini ha tentato di sollevare, ,con una interruzione punto felice, contr,o il senatore Ailbertini, i senatori di parte fascista, la· protest_a di tutto il Senato ha dimostrato chiaramente quanto consenso vi fosse sotto il suo silenzio. Così è accaduto ,che,- sebbene un discorso di Opposiziòne non rispondesse alle te,ndenze e al tempera~ento del Senato, quello del senatore Albertini ha avuto in parecchi punt'i nutrite approvazioni ed alla fine l'applauso di un, gruppo numeroso di senatori, ai quali molti altri se ne aggiunsero più tardi nei corridoi. La discussione è continuata per due giorni e ad essa hanno preso pa~te con due poderosi discorsi di opposizione il senatore J\!Iario A_bbiate e il senatore conte Carlo Sforza. La discussione si è ·chiusa con l'approvazione di un or.dine deL-giorno di fiducia nel · Governo assai condizionata, contro il quale votarono 21 senatori. L'adunanza di Palazzo Venezia. Durante la discussione al Senato, la mattina del 25 giugno l'on. Mussolini adunava i deputati della maggioranza nelle sale di Palazzo Venezia. Su 384 deputati della maggioranza, 341 erano pre- \ I. BibliotecaGino Bianco senti. Tutti gli altri avevano giustifrcato la loro assenza. Mancavano l'on. Salandra, l'on .. Paratore, l' on. Pasqualino· Vassallo, Sem Benelli e qualche altro parlamentare .autorevole, pur essendo presente l' on. De Capitani e qualche altro deputato di destra liberale. Akuni deputati intervenuti a quella adunanza affermavano che l'on. Salandra era assente per precedenti impegni, ma -che aveva voluto essere considerato pr~sente. La verità era che la sera prima all'on. Casertano, ,che si era recato ad invitarlo a nome del ,comitato, a presenziare all'assemblea di Palazzo Venezia e a svolgervj l'omine del , giorno di fiducia, l'ex presidente del Consiglio aveva risposto pregandolo di esimerlo dall'incarico. Così era avvenuto, che in· luogo dell'on. Salandra, l'ordine del' giorno veniva svolt0 con pochissime parole, dall' on. Pennariva. Risultava •che anche l'on. Benelli non era intervenuto per proposito deliberato, il che non _sorprendeva affatto -clii ,conosceva ii suo stato d'animo. :,Rare volte nella storia politica del nostro paese l'influenza politica delle opposizioni era stata ~osì grande ,come da.I giorno in ,cui si erano ritirate dal1'aula di Montecitorio. Lo stesso dis,corso pronunciato a Palazzo Venezia dall'on. l\fussolini era rivolto alle opposizioni, specialmente nei · punt.i nei 1 quali accennav~ all'avvenire. « Quale è - diceva infat~i nel passo più saiiente del suo discorso il Presidente del Consiglio ·_ il programma futuro? L'ho già detto e lo. ripeto, lo dissi in questa sede e -lo -ripetei alla Camera ·e lo espressi ancora una volta ieri in Senato. Io mi propongo di far funzionare il ~rlam-ento. Ripeto, è rnia intenzione di ~on fare più de-creti-legge-, perchè se il Go.verno fa decreti-legge, la Camera non ha più . I • . ni~nte da .fare, non ha che da 1nettere lo spolverino. Rientrare nella .legalità assoluta, reprim,ere l'illegalismo, purificare iI partito. » Notevole fu .anche l' ac,cenno alla milizia nazionale, specialmente nella parte conclusiva in cui l'on. Mussolini affermò che « a tutte le richieste delle opposizioni, sullo scioglimento della Milizia, siano esse formulate dai partiti nel Paese, siano esse formulate da·i rappresentanti parlamentari di questi partiti, credo che la maggioranza ed il governo debbano rispondere ,con un « no » fermo, -categorico, solenne >) • . Anche questo discorso trovava le interpretazioni più varie. L' on. Farina,c,ci non poféva {nterpretarlo n~llo stesso senso dell'on. Bottai, nè l' on. Gasparotto come l' on. Bianchi. E se si tiene conto della \
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