Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1924

Anno I. - N. 19. Casella.postale; 1i. 4:1 t Roma, l O Ottobre 1924 CATENADI VIOLENZA E DI SANGUE Uon qu.este parole d'una esattezza innegabile caratterizzava la cri~i acuta dell'attua,le l9tta politi.ca, in occasione dei funeraJ,i dell'on. Oasali~i: un manifesto 1nolto serio ed· umano de ì mutilati i.taliani di guerra. Ciò che si. svolge sotto i nostri occhi è infatti la più lugubr·e C<J,tena.di violenza e di sa,ngue .. ., Mentr,e al deputato fascista veniva così tra-- gjcamiente spezzat3, la ,;ita, -e-l 'avveni1nento (lndipendenten1ente dal lato doloroso che p[esenta se1npre ogni attentato alla vita u·mana) assumeva per l'Italia raspetto di un gra.ve fatto politico irto d 'incognite, la nostra riviskl. era già sotto stampa ,e. non potevamo più · oc:cuparcene. ;ì\'Iaiil caso ha voluto che noi scrivessimo lo stess"Oper quel numero, occupandoci di questo tem3: dell_a violenza politica, divenuto purtroppc., per l' Ii:.alia inesauribile, un articolo che era un commento (involontario e p-ercib appun. to spontaneo e sincero, scevro di o•stenta.zioni spavald-e o di dissimulazjni opportuni_ste) aJ- . l'episodio di 111orte che dov,eva .,esplo.dere p.ri1na che le nostn~ :parole fossero pubblicate. Noi potremmo senz'·altro rimandare i pazi:enti lettori a quel nostro scritto, tanto esso ci sembra · anche oggi esauriente; e poche cose dovremmc aggiunger,e se dovessimo scriverlo ora. Il nostro sereno giudizio tanto più s'avvi.ci-· na.va alla verità., in quanto era espresso con rna,ggiore libertà di. spirito che se fossimo stati sotto Fi.1npress1one, sempr;e un po' deformatri~ ce, dell'improvvisa tragedia. Oertot-noi non sa remmo voluti cadere negli errqri ed esageraziorti. di linguaggio di oorta stainpa di. opposizi°' P.e, che nel volersi senza bisogno scolpare ci sembra abbia più volte varcato il limite del giu1:,to e del logico; ma d'altra parte non avt·emil)o pot1t::1 to tacere, come nol taciamo oggi, quanto ci suggerisce il sempre vigile senso dj civiltà e d'umanità, che non vogliamo smarrir~ eppure dinanzi ai nostri più accaniti nemici. La pietà << che l'uomo aH'uom pi.ù deve >> ci ~renti e pensosi innanii a.Ila morte ed , oltre cui ( dioevamo l'altra volta) ~ :ru,miea. Ma non a1bbiamo biJmgno di ostentarla questa pietà com,e un ornamento di gala, ò., peggio ancora, come un marito dietro cui nascondere o velar,e in tutto o in parte il nostro pensiero, come un me-zzQdi sottrarci ai colpì nemi.c:i ,ed aillé ev~nt'liali responsabilità della lotta. Se ve ne sono, noi le rivendichiamo tutte con fi_erezza queste responsabilità,._ ·poichè a.ltrf' non possono essere che quelle di uomini che combattono a viso a.peirto contro il male. e lç1,·menzogna, per il maggio1· bene .di tutti. La nostra posizione n,ella lotta, di fronte al :fa.scis1no, non P, mutata, come del resto non s_ono cambiate affatto l:e condizioni generali che esaruina.vamo la volta passata. Possono deviare 0 ritirarsi, a seconda degli avvenimenti, coloro che perseguouo un mero sucoesso politico personale o di partito. Costoro volta a volta. possono ca.mbiare· secondo l'oppo,rtunità del mo" mento, indipendente.1nente da ogni· principio morale, poichè il loro successo di pende anchf' dc11 caso 1nutevol~ 0 dalle circostanze_ in1pr.evi s·~e. Ma chi lotta, profondamente persuaso d? combatter.e il male e d'essere sopra una via di verità e di giustizi.a, chi vuol compiere il suo dovere, nofi: può .abbandonare. la via che crede bnona senza mancare a questo dovere, senza 1nacchiarsi di tradimento e di viltà. Per questa via, che il nostro ideale di liberazione ci addjta e per la quale ci siamo .da. g;ran tempo incamminati, abbiamo il dover~ dl perseverare anche se maggiori sono gli o~tacoli e più d.olorosi gli urti _che.ne derivano. Non dobbiamo rifiutare le :responsabilità in,eNmti a questo sforzo .. per procedere oltre; ma ciò ci dà i] diritto di staibilire e.denuricia,re le ben pit1 gravi e t..E!trribili respo11sabiJi.tà che si assumono coloro che, facendo viofo;i,za· alla storia, pretendono imporci col ·bastone a,.lla mano di fermarci e\ di_ tornB-ire 1ndi_et_ro. * * * Vediarn.ole queste responsabilità. E per. non perdercj in minuzie. perchè sia. pii.1 evidente quanto sian10 nel vero, trascuriamo le ·circostanz.e contingenti dell'ultima vio1enza om1m- • .- ..

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