166 I GRANDI AVVENIMENTI GIUDIZIARI Non vi rimase molto però: trovato modo di .far pervenire un biglietto all'amico Dumini a Roma, ecco arrivare a quel direttore delle carceri, un telegramma del Ministero degli Interni ed una lettera di Giovanni Marinelli, segretario amministrativo del Par-. tito fascista, contenente quest'ultima 100 lire per lui, che il 23 dello stesso mese veniva rimesso in libertà con tante scuse. ..Era un poco forte. Però in Chirsztel invitava· a chiedere fnforni.azioni a queìla· direzione delle carceri. Ma ben più gravi rivelazioni doveva ancora fare lo straniero misterios.o. Tornato snbito a Roma, raccontò di essersi subito trovato con gli amici che alloggiavano all'Hotel Dragoni occupa!!do fra le altre - ricordava - le camere 63 e 69. E qui gli fu domandato di -collaborare all,.impresa contro l'on. Matteotti. Egli accettò l'incarico di. pedinarlo e di stabilire quali fossero le sue precise abitudini : particolarmente interessava al Dumini e aì Volpi ed ~ coloro per conto dei quali agivano, sapere se l'on. Matteotti avesse in prog~tto di partire. Ma il Chirsztel assicurava~ di .non avere avuto dapprima l'impressione che volessero uccidérlo, e -che, quando Io temette, fu preso da s-crupoli e fece di tutto per evitarlo. Sempre a quan~o egli narrava ai primi di giugno si recò a casa dell'on. J\1atteotti senza trovarlo; avvertì la signora che un pericolo minacciava suo marito e fu invitato di Jècarsi a cercarlo alla Camera. Vi andò, fe-ce~hiedere del deputato all'usciere e, poichè l'on. Matteotti era impegnato, gli diede udienza un'altra persona che il narratore ritenne per il segretario dell'on. Matteotti. Aggiunse che per suggerimento dello stesso segretario che lo aveva ricevuto, tornò il giorno dopo alla Camera nel momento in cui l' on. Matteotti usciva assieme con un amico. Salirono tutti e tre sul tram ed egli aveva appena scambiate poche •parble con l'on. Matteotti, quando questi si avvide di essere seguìto dal Volpi e dal Dumini. Balzò a terra e spiegò loro che si era trattato di una audacia per avere informazioni dallo stesso deputato. Egli sentì che da quel momento si cominciò à dubitare di lui, e la prova l'avrebbe avuta il giorno sLsso del ratto, in cui; chiamato ad un convegno alle 10 del mattino sempre all'Hote, Dragoni, dove la sera prima erano scesi due milanesi, con gli occhiali, allorchè si trattò di concr~tare le modalità del ratto, egli e il Putato vennero fatti _allontanare. Ci fu però un secondo colloquio alle 14 e ve ne doveva essere un terw definitivo alle 16,30. Ma gli altri non si feBibliotecaGino Bianco cero più vedere; erano già andati a compiere l'impresa sinistra._.·_, ... :. . I due esclusi aspettarono fino·· alle 22,30, quando ricomparvero il_Dumini,- il Volpi e gli altri due mi:- lanesi. Il Dumini gli si indirizzò con aria allegra, gli disse -che ormai non si interessasse più di nulla, perchè « tutto era and-ato bene ». Egli poi ripartì la sera • dopo per Milano assieme col Volpi e col Putato. Il racconto era finito. Occorrevano le proV'e e l' ARoma, Via della Mercede; il Palazzo che ospita i principali giornali dell'opposizione: il Mondo, i] Popolo, La voce repubblicana, 11 Becco Giallo. zimonti e il Galli le domandarono. L'altro estrasse due fogli di -carta che aveva ·nascosto nella impagliatura di un fiasco, ma si rifiutò di c·onsegnarli. Li bruciò con un cerino. Aggiunse di avere avuto fino pochi giorni prima dei doc~menti importanti, ma che li aveva spediti a Gratz fermo in posta. Profondamente scossi da tutto questo l' Azimonti e il Galli las-ciarono Busto-A.rsizio verso la mezzanotte, dopo avere assicurato che il mattino' seguente sarebbero tornati col primo treno. Lo straniero li avrebbe seguìti a Milano, dove lo avrebbe munito di
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