Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1924

I O accusatore o accusato. Per tutte queste circostanze l' atteggiam~nto de1l' on. Pinzi era seguìto con 1a più grande attenzione dal mondo politico. Egli ormai non era più soltanto ' - un a,ccusato, ma aveva preso il posto di accusatore di fronte all'on. Acerbo gerarchicamente·, amministrativamente e moralmente indicato ,come responsabile di quanto accadeva nell'Ufficio stampa deila Presidenza del Consiglio, di fronte alla fungaia di giornali che pullulavano attorno al ,Governo e, infine, di fronte all'on. ]VIussolini al quale faceva risalire, di concerto cob l'ex ca,po della P. S., la paternità del fainigerat_o decréto sulle case da giuoco. Quest'ultimo rilievo dell' on. Pinzi era particolarmente importante. In sostanza l'on. Pinzi sarebbe stato invitato ad una specie di karakiri dal Comitato di maggioranza appunto per l'affare delle bische che ora dichiarava ·essere avvenuto a sua completa insapunta. Di fronte alle accuse dell'on. Pinzi, era opinione generale che le cose non si sarebbero fermate a quel punto. Si· osservava anche che se l' on. Pinzi voleva chiarire la sua posizione doveva rivolgersi non al çomitato di fnaggioranza, ma all'intero Paese. Si diceva che quando anche -la maggioranza fosse_ stata pienamep.te soddisfatta ed avesse assolto com- - ·pletamente l'on. Pinzi, il Paese, ,che pure qualcosa doveva contare, non ne avrebbe saputo nulla. -L'onorevole Pinzi, si trovava ormai, per giudizio dei più, di fronte ad un dilemma, al quale non poteva sfuggire : o egli era un galantuomo sulla cui figura ~i erario addensaté, con un arti.fi.cio che aveva il va~ lore di un delitto, delle ombre che potevano essere dissipate, e allora· egli aveva il preciso dovere di parlare e di fare la luce su sè e sugli altri. Oppure / l'on. Finzi nòn era in grado di chiarire la sua 'posi- . zione ed allora il procuratore del Re non doveva_ più oitre tardare a dargli una mano per mettere un po' d'ordine nelle sue faccende. Iii altri term~ni se l'on. Pinzi non poteva essere un collaboratore della giustizia egli diventava necessariamente un oggetto della giustizia la quale era -chiamata ad occuparsi di B·ibliotecaGino Bianco lui con la massima diligenza. i\ccusato o accusatore.r da 'quella morsa l'on. Pinzi, sembràva che non do-- vesse uscire. Se egli non era in grado di riprendere il suo •posto nella Società dei galantuomini, voleva dire -che il suo posto era nella gabbia degli accusati. 'fali erano le in1pressioni, i giudizi e ì commenti degli spiriti passionati sulla cla!norosa vi,cenda politica del giovane ex sottosegretario di Stato. • Perdurava il mistero del cadavere. Gli atti relativi al procedimento per la scomparsa dell' on. Mattéotti erano passati intanto dalle Camere di istruzione ·alla Sèzione d',accusa. La Sezione d'accusa com·posta del suo presidente comm.· Mauro Del Giudice,· dai consiglieri Randà.ccio e Favari con l'as- · sistenza dei -cancelliere Ales_si deliberava di accogliere la richiesta del P. G. di conferire allo stesso 'presidente comm. Del Giudice le 1funzioni. di Giudice istruttore. La rappresentanza del Pubblico 11iniste-_ ro veniva personalmente assunta dal Procuratore ge.:. nerale del Re comm. ·Grisafulli. La Sezione d'accusa proseguiva instancabilmente ne~li interroga.tori e nelle indagini; ma -per quanto a grande fatìca si facesse qualche luce sulla organizzazione del delitto, purtroppo non si riusciva ad avere alcuna notizia del cadavere. Alcuni giornali continuavano ad afferm~re che il cadavere era stato ritrovato da vari, giorni, eioè quando .ancora era direttore generale della P. S. il-generale De Bono, e trasportato in- un primo momento all'Ospedale di S. Gia~omo dove si sarebbero svolte le constatazioni di legge. Il cadavere - secondo quelle voci -· vi sarebbe rimasto soltanto cinque ore,. dopo di -che sarebbe stato trasportato al Policlinico dove sarebbe stat9 riposto in una cella frigorifera. . Queste voci naturalmente non erano 'seguìte da conferma, ·e il mistero intorno· alla salma dell'ero;co deputato socialista rimaneva sempre più cupo. Il luogo più battuto dagli agenti e dai carabinieri

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